Il GRIDO (Il Blog su Roccalumera e... non solo)

martedì 30 dicembre 2008

Mandanici, per rinascere si affida all'Arte!
















Ieri, invitato dal drammaturgo Tino Caspanello, sono stato a Manadanici. Lì, per apprezzare la sua commedia teatrale "Mari", opera già insignita del "Premio Riccione" nel 2004. Tino, che ricordiamolo è originario di Pagliara, (un comune collinare fra Roccalumera e Mandanici), è stato fortemente voluto a Mandanici, in quanto viene ormai unanimemente considerato un simbolo di cultura siciliana messinese, che si diffonde in Europa. La rappresentazione teatrale di Tino, (che si è svolta nell'ex chiesa di San Salvatore, ora restaurata), pur rimanendo nel "mondo" dialettale siciliano, si è svolta in un modo del tutto differente dalle solite commedie brillanti e comiche insieme. Il tema che ha tenuto attaccati alla sedia i tanti intervenuti, è stato un dialogo fra un uomo e sua moglie, in riva al mare e... di notte. Se non ci fosse stato un (evidente) attento studio delle battute, quel dialogo di un'ora, fra una donna che richiama il marito a tornare a casa e questi invece che le preferisce una solitudine allietata solo dal fruscìo delle onde del mare, la commedia sarebbe certamente risultata banale e perfino noiosa. Eppure, forse per le tipiche frasi nostrane, forse interrogati da un dubbio: "la donna, alla fine andrà via e lascerà il marito pescare in pace, oppure resterà con lui a riscopire antichi ricordi ed emozioni mai dichiarate prima?", la gente è sembrata proprio aver apprezzato lo spettacolo al termine ed all'uscita dalla ex chiesa.

Mandanici, ieri e oggi per... domani.
Mandanici, un comune altrimenti famoso per il buon olio extravergine d'Oliva, un paese di contadini, che negli anni ha drasticamente ridotto la sua popolazione dagli oltre tremila abitanti di un trentennio fa, ai poco più di seicento di oggi. Un paesino dal quale i giovani scappano, perchè non trovano lavoro, o non trovano quel lavoro che vorrebbero per sentirsi realizzati nel terzo millennio. Eppure, sono proprio dei giovani, che stanno promuovento l'arte ed i percorsi turistici, fra chiese e antichi palazzi nobiliari, (che sono stati via via restaurati) o fra antichi borghi, financo realizzare una biblioteca nella quale molti libri antichi sono stati rimessi a nuovo e resi disponibili a chiunque ne sappia apprezzare il valore storico e culturale.
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Ma, basterà tutto questo?
Proprio uno dei giovani di dell'associazione mandanicese, ieri sera mi illuminava sulla volontà di riscoperta del passato e della cultura del suo paese. Sembrava chiaramente orgoglioso di essere lì, e non accennava nemmeno all'idea di andare via al nord italia a all'estero. Quello che gli ho detto io, invece, è stato: "sono contento che voi giovani abbiate cura di riscoprire un'anima nuova in un paese (Mandanici), che altrimenti sprofonderebbe nella disoccupazione, sono altresì felice di vi afidiate alla cultura ed al turismo, tuttavia, essendo io abbastanza maturo da ricordarmi quale era la vecchia connotazione economica del tuo paese, e di come possa essere difficile la metamorfosi positiva verso una potenziale attrattiva turistica, personalmente, pur evidenziando LA CULTURA, non tralascerei i prodotti tipici, (che non sono una sagra della salsiccia ogni tanto, ma un insieme di tradizioni e sapori), ed il collegamento in rete con tante altre realtà circonvicine, che insieme darebbero al turista, (365 giorni all'anno), una varietà di espressioni culturali e paesaggiastiche. Mare e collina insieme, per intenderci".

Quel giovane di vedute limitate:
Il giovane, a queste mie affermazioni, mi si è un po' irriggidito, quasi sentitosi espropriato di una convinzione o di una certezza sua. Ciò ho dedotto dalla sua fredda chiusura del discorso. In realtà, LARGHE VEDUTE, e prospettive di realizzabile successo affaristico, sarebbero quelle che non si limitano e non si fanno limitare, nè dalla strumentalizzazione politica del momento, (che cambia a seconda di chi sale al potere, e spesso rade al suolo e ricomincia da zero, iniziative pur buone ed intelligenti ma di altri), nè dall'ostruzionismo di coloro che, infondo infondo, vogliono solo che non ci sia confusione in paese e quella monotonia a loro piace. BUON 2009 a TUTTI!

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lunedì 29 dicembre 2008

BonarRIGO ancora ad Arte Insieme











Anche quest'anno sono stato invitato alla Manifestazione Artistico-Culturale "Arte Insieme" di Villa Ragno a Santa Teresa di Riva. Rassegna d'artisti, poeti e moda per donna, magistralmente organizzata dal caro amico Prof. Carmelo Ariosto.
Realizzerò in seguito un servizio che elencherà personaggi e opere presenti, per adesso, voglio solo menzionare l'amico Giuseppe Basile e il giovanissimo consigliere provinciale Matteo Francilia. Ancora una volta, ho offerto solo un assaggio della mia arte e della mia poesia, ancora una volta ho declamato le immense doti e... i tristi rimpianti della mia bella Sicilia. La mia poesia dialettale, "Sicilia, bedda Sicilia", già da me stesso recitata quest'estate (fra i tanti poeti di Savoca), anche a Villa Ragno, è stata lungamente applaudita.

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giovedì 25 dicembre 2008

Oggi e' Natale... e' sempre Natale!



Grazie amici, grazie per le tante E-Mail di auguri che ricambio di vero cuore. Di seguito, potete leggere quanto mi scrive l'amico (attore) Carlo Barbera. Famoso per il suo "pensiero" comunista, anzi "marxista", Carlo, è (secondo me), molto più cattolico di quanto voglia far intendere e... di tanta gente che si professa tale. Ha pienamente ragione Carlo, quando afferma che: "tutto l'anno bisogna fare di più", infatti, se auguri e gesti di bontà, si fanno solo un giorno all'anno (per routine), il Natale rimane un evento circoscritto, e magari, anche... ipocrita. Il mio messaggio per questo Santo Natale è: Festeggiamo la nascita di Gesù tutti i giorni della nosta vita! AUGURI, AUGURI a TUTTI!

Un augurio diverso

E' tempo di auguri e di buoni propositi e tutti li fanno, perchè "a Natale si può fare di più". Invece no, tutto l'anno bisogna fare di più, ma sembra che ce lo dimentichiamo e aspettiamo questi giorni per diventare più buoni. Schiere di persone ti incontrano e ti fanno gli auguri, ma non si è capito ancora di cosa. E va bene, facciamo gli auguri, ma facciamoli seri, senza ipocrisie.Io non sono un uomo di fede, ma un agnostico: credo e non credo, o meglio, credo fino ad un certo punto e poi non credo più, per cui, onde evitare di dare queste spiegazioni, a volte mi dichiaro non credente, ma non posso dire di esserlo. E' la ragione che mi frega, perchè sento la presenza di un qualcosa di soprannaturale, ma poi quando arrivo a considerare razionalmente la sua esistenza e quando mi trovo davanti al concetto di infinito e di eternità, la mia mente si chiude e rifiuta ogni cosa. Credo però che la lezione lasciataci da Gesù sia immensa e grandiosa, anche se in questo mondo tutti ne parlano ma nessuno la mette in atto. Così il Natale è diventato la festa del consumismo, dei regali e dei cenoni. Ma quanti attribuiscono alla giornata di domani il suo vero valore, un valore di solidarietà, di fratellanza, di amore, in barba alla globalizzazione e alla società dei consumi? Quanti considerano che un bimbo irakeno è come un bimbo italiano? Che un nero e un bianco sono uguali? Che un cristiano e un musulmano hanno gli stessi diritti? Ci riempiamo la bocca di un sacco di cose e poi siamo razzisti; diamo la colpa della crisi ai cinesi o ai rumeni o a chissà chi, per non ammettere il fallimento del sistema capitalistico, che, per rigenerarsi, ogni 50 anni ha bisogno di una guerra mondiale.E allora io auguro che questo Natale porti un po' di buon senso all'uomo, che possa riuscire a capire che ognuno deve prendere quello che gli serve e lasciare agli altri il resto, perchè nulla di quello che c'è nel mondo è nostro, ma ce lo abbiamo in temporanea concessione. Io auguro a tutti di ricordarsi che qui siamo di passaggio e dobbiamo vivere la vita rispettando il nostro prossimo, perchè se vogliamo testimoniare il Natale allora mettiamo in atto quello che Cristo ha detto: "Vi do un nuovo comandamento: ama il prossimo tuo come te stesso".Un mio amico dice sempre: "Il So******mo? Mettiamo che ci sia una fontana, dalla quale scorre acqua fresca e leggera. Ciascuno arriva e si beve l'acqua che gli serve per dissetarsi e poi va via, lasciando agli altri la possibilità i bere. Questo è il So******mo. Il Capitalismo? C'è uno più furbo, più forte, che recinta la fontana, la fa sua e costringe gli altri a pagare per potersi dissetare. Questo è il capitalismo. Poi arriva qualche altro che vuole il controllo della fontana e tra i due scoppia la guerra, così ognuno di loro, promettendo agli assetati di dare loro, se dovesse vincere, tanta acqua, spinge questi poveri disgraziati a lottare tra loro"Dio ha creato il mondo libero e senza confini: noi lo abbiamo diviso e abbiamo reso schiavi i nostri simili. E allora io auguro di essere veramente più buoni e comprendere che un solo valore esiste: la fratellanza.
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BonarRIGO SCRITTORE: su TUTTOVENETO.it
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martedì 23 dicembre 2008

Buon Natale a tutti da Giovanni Bonarrigo











Buon Natale (ancora), agli amici ed alle amiche della BdT di Alì Terme (ME) coi quali ho cenato ieri sera, ma, Buon Natale anche a chi NON potrà festeggiarlo perche sarà a lavoro, buon Natale a chi è talmente lontano dai propri cari da non poter affrontare il viaggio per poterli abbracciare, buon Natale a chi andrà alla Messa di mezzanotte, buon Natale a chi non ci andrà, buon Natale alla riviera jonica, buon Natale alla Sicilia tutta, buon Natale a tutti gli italiani che ascolteranno il Discorso di fine anno del Presidente della Repubblica, buon Natale a chi non lo ascolterà. Buon Natale ai nostri politici, politicanti e istituzionali. Buon Natale... a tutto il Mondo (Cattolico e non). AUGURI!

Buon Natale a chi segue questo blog, il mio sito e tutto quello che io scrivo, disegno, filmo e... penso. GRAZIE e AUGURI DI CUORE A TUTTI VOI che siete stati costanti nel: leggere, commentare e perfino collaborare con "IL GRIDO". Vorrei ringraziarVi uno ad uno, ma ho paura di dimenticarmi qualcuno. GRAZIE! Se volte, segnalate agli amici che nella "rete" che c'è un certo BonarRIGO che esprime costantemente la libertà siciliana, che crede ancora alla parità dei diritti e dei doveri del popolo e per ciò contrasta le supremazie delle cosidette Caste, quantomeno denunciando i fatti senza la paura di fronteggiare personalmente piccoli borghesi locali, che, sono entrati in politica per sentirsi qualcuno (oltre che, per guadagnare senza lavorare), e che ora, pur non avendo dimostrato nulla di buono, si presentano fra la brava gente a Natale, a pretendere genuflessione.
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sabato 20 dicembre 2008

Ho intervistato il drammaturgo Tino Caspanello





















"Malastrada"... è il ponte sullo stretto!

Ho avuto il piacere di ospitare (il 18 di questo mese) nel mio studio, il drammaturgo e regista di teatro Tino Caspanello, il quale, puntuale all’appuntamento fissato ho mostrato grande disponibilità a rilasciare questa intervista. Subito, mi era evidente la sua vasta conoscenza del settore, già dal dialogo introduttivo (che non leggerete), ma, grazie alle risposte ai specifici quesiti (trascritte di seguito), ci ha permesso di entrare nel Mondo del Teatro in un modo del tutto differente da quello che molti conoscono.

Tino, parliamo di teatro fra intrattenimento e comicità:
Il teatro, dà la possibilità di sondare la vita oltre la vita stessa. Il teatro non è intrattenimento, per quello c’è la TV. La risata al teatro è diversa, quella provocata dalla battuta, dalla situazione comica, esprime che dietro c’è una tragedia. Bisogna differenziarlo assolutamente dal resto dell’informazione. Come diceva Antonin Artaud (attore di teatro e teorico del ‘900), “il teatro è come lo studio di un dentista, sai che non ti ucciderà, ma sai anche che ti farà male”.
Ma, è giusto generalizzare, quando si parla di teatro?
C’è un “teatro di superficie” e un teatro che va in profondità, che aiuta le persone a vedere il mondo da un altro punto di vista, che lascia nuovi spazi aperti.
Chi sono i tuoi Mastri a cui hai fatto e fai riferimento?
Se posso fare un riferimento a due sugli altri, i miei maestri della drammaturgia sono Harold Pinter ed Edward Bond. Due punte di diamante della drammaturgia inglese ma anche internazionale. Aggiungerei anche Eugene Ionesco, (artista di adozione francese), per il “Teatro dell’Assurdo”.
Raccontaci del tuo teatro:
I miei testi, sono stati in Francia. Nel 2005 a Marsiglia, con il teatro di Vincenzo Consolo, quest’anno siamo stati a Graz (in Austria), con un testo che cercava di raccontare il mondo dei Blog e di Internet; a Ottobre è stato presentato a Marsiglia il mio testo come pure a Lione. In questo momento, stiamo lavorando all’estero. A Gennaio saremo a Tolosa ed a Febbraio a Strasburgo, ma il 29 Dicembre saremo a Mandanici (presso l’ex chiesa, restaurata e divenuta sala cultura e museo), per rappresentare “Mari”, un dialogo fra un uomo ed una donna , che ha già vinto il “Premio Riccione” nel 2003.
Ci puoi descrivere il tuo gruppo teatrale?
Il nostro gruppo è formato da: mia moglie, (che lavora con me dal 1994), la quale è stata più volte paragonata a Giulietta Masina. Lei si occupa anche di Arte contemporanea, (installazione e oggetti d’Arte); Tino Calabrò, (che abbiamo conosciuto all’Accademia di Palmi e ci è piaciuto molto); Andrea Trimarchi, che non solo è assistente alla regia e attore, ma da anni è un punto di fermo della Compagnia; Giovanni Renzo, (uno dei più bravi compositori italiani), che si occupa di ambientazione sonora, (noi non utilizziamo sigle vere e proprie, ma suoni che formino un tutt’uno con la scena stessa).
Ad esempio? Le onde del mare, (durante la rappresentazione di “Mari”), il gracidio delle cicale, il canto di un canarino in gabbia, come rumori di fondo.
Altri tuoi collaboratori:
Noemi Quarantelli, (la nostra organizzatrice Ufficio Stampa e giornalista), l’abbiamo conosciuta nel 2004 a Sant’Arcangelo di Romagna al Festival ed è rimasta con noi. Inoltre, di volta in volta, vengono inserite nuove figure, che interpretano le parti specifiche.
Teatro quale seria occupazione, dunque?
Infatti. Tutti vengono regolarmente messi in regola e vengono regolarmente retribuiti, obbligo comune a tutte le compagnie professionali.
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Parlaci di “Malastrada” opera che rappresenterai oggi a Messina:
E’ nato così: a Udine, c’è un teatro (il “CSS”), il quale è in rete con atri sette “Organismi di Produzione”. Sono stato chiamato fra i sette autori per presentare un testo nuovo a “Extracandoni” (che è una Rete di teatri, che contribuisce alla crescita del teatro contemporaneo), lì i Testi non vengono rappresentati, ma letti. Quindi è nata l’idea di parlare del ponte sullo stretto, costruendoci sopra una drammaturgia, inventando dei personaggi e creando un tessuto narrativo, dove anche “il Ponte” è un personaggio, ma non è l’argomento principale se non il primo livello di narrazione.
La storia? Una famiglia – padre, madre e figlio – è in viaggio verso la “strada” che collega l’isola al continente. Un pellegrinaggio attraverso percorsi ormai cancellati, al buio, senza nemmeno una lampadina. L’attraversamento, obiettivo finale del viaggio, scatena il conflitto, il crollo definitivo della comunicazione, e trascina i tre protagonisti verso… la violenza.
Qual è l’obiettivo del “Tuo” teatro?
Il nostro intento è quello di riuscire a costruire qui, quello che viviamo in altre parti d’Italia e d’Europa. Festival del Teatro, attività di formazione, incontri fra compagnie… possibilità.

Avremmo potuto (salvi gli impegni di ognuno), proseguire per ore. Tale è la carica culturale ed espressiva di Tino Caspanello, ma credo che anche in questo modo siamo riusciti ad esplicare non solo il “Caspanello-pansiero”, ma anche l’importanza di una risorsa da non sottovalutare soprattutto nella nostra riviera jonica… il Teatro.
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Riguardo al "mitico" ponte sullo stretto, su cui tantissimo si è discusso (e che, già... ci è costato tanto denaro pubblico), tema che ha scatenato gli ambientalisti, e che in politica, (qualcuno) invece definisce un importante "collegamento" per lo sviluppo della Sicilia, (?). Per me, (che lo disegnai a scuola alle elementari, tanti anni fa), oggi rappresenta l'ennesimo business per i capoccia e per la mafia, e che sarà (se si inizierà la sua costruzione), l'ennesima incompiuta.
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mercoledì 17 dicembre 2008

Il “mio” Natale… lo descrivo così:

Ecco il mio Olio su Tela (50 x 70), che ha partecipato al “Primo Concorso di Pittura a Tema Natalizio” di Roccalumera, (organizzato dall'Associazione Culturale "E Berta filava", e la cui esposizione e premiazione, si è avuta al "Parco Letterario Salvatore Quasimodo”). Esso, pone al centro Maria, Giuseppe e il bambino Gesù. Un “tema” molto profondo questo, sicuramente degno di molto maggiore studio, cura dei particolari e bravura. In un paesaggio (quello della mia tela), volutamente trafelato dal buio, nasce, segnato da una stella cometa, un piccolissimo bimbo. E’ notte, è la Notte Santa.

In due millenni di storia immensi artisti hanno voluto e potuto interpretare quel momento di Fede planetaria. Ne cito solo uno, che forse molti non conosceranno nemmeno, Mantegna, (lo scultore della pittura, il "mago"… che usava il pennello come fosse uno strumento per scolpire il marmo). Se, di fronte al Mantegna, il sottoscritto si pone come il ragazzino che scarabocchia sul quaderno di scuola, di fronte all’immenso “Tema”, della nascita di Gesù Cristo, scompare totalmente ogni pur minimo accostamento di immagine, seppure… rimane il desiderio di “raccontare” ancora ed ancora, il VERO SENSO DEL NATALE.
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La Sacra Famiglia

A Natale, il Santo Natale,
è quasi banale,
dipinger Famiglia nei secoli uguale.

La Sacra Famiglia, da cui nacque il Cristo,
nessuno dei vivi può dir che l’ha visto,
(il bimbo Gesù).

Eppure egli è nato, come povero uguale,
in un’umile stalla, in quella greppia,
per sconfiggere il male.

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lunedì 15 dicembre 2008

Università a Catania, tutti sapevano, ma tacevano!

Chi era Emanuele Patanè? Era un ragazzo che... maneggiando sostanze radioattive o comunque cancerogene, lavorava (con contratti a termine di tre mesi e con una paga irrisoria), per trovare nuove cure alle tante malattie di noi tutti. Emanuele, era un giovane, un giovane come tanti, che lavorava in un laboratorio di ricerca farmaceutica di una università di Catania.

Qual'è stata la causa della sua morte? Emanuele Patanè è morto di cancro ai polmoni. Emanuele è morto consapevole del motivo che gli aveva provocato il cancro. Respirare benzopirene tutti i giorni, lavorare in un laboratorio in cui le cappe di aspirazione aria non funzionavano e... che sono state rese funzionanti solo dopo la sua morte e solo perchè è scoppiato un CASO. Lavorare in spazi angusti e con mezzi obsoleti e fatiscenti, mentre nelle alte sfere delle università di tutta Italia pullulano gli sprechi, ad es. quel rettore che ha speso 90.000 euro per un'auto da sogno, oppure (a Roma), sono stati spesi 200.000 euro più IVA, per sostituire il logo dell'universita, non mi sembra nè giusto nè da Stato democratico. Il Caso di Emanuele deve far riflettere e INDIGNARE.

Ma, i morti accertati sono dodici. Sarebbero quindi dodici i morti per tumore, i quali lavoravano in quel laboratorio. Come mai nessuno ne ha parlato fino ad oggi? Forse il padre di Alfredo, che (a "L'ARENA" del 14-12-08) ha dichiarato di aver fatto tutto il possibile per mettere la collettività a conoscenza dei fatti, è stato l'unico ad avere coraggio? Di che cosa avranno avuto paura, se ne hanno avuta, i ricercatori malati e le loro stesse famiglie? Forse, essendo dei semplici "operai" a termine, (e mai stabilizzati), erano ricattabili?

Chi sono i colpevoli? E' giusto chiarirlo, stiamo parlando di un semplice caso di incuria oppure di crimini veri e propri perseguibili penalmente? E se di crimini si tratta, chi sono i colpevoli? Dov'era l'università prima?

L'università si dichiara offesa! Eppure, sembra a molti, che la stessa università debba dar conto di quanto sia successo e succede al suo interno. Stiamo parlando di morti per cancro, non di aule sporche o di muri imbrattati.

Lo Stato da pochi soldi alla ricerca: In uno dei suoi interventi, Vittorio Sgarbi ha sollevato questo quesito. Sarebbero le stesse statistiche a dargli ragione. In effetti, l'Italia è la "venticinquesima" nazione europea (penultima, e perfino dopo la Romania), per investimenti nella ricerca. Inoltre, l'attuale governo, come colpo di grazia, ha praticato ulteriori tagli alla spesa di questo importante settore, devolvendo poi ai famosi "sedici" di nuova Alitalia.

"Cervelli" italiani in fuga: Alessandra Lanzara (solo per fare un nome), una giovane fisico, è emigrata in America ed oggi è molto ben retribuita e gratificata. Gli americani stessi l'hanno voluta. Quì, nel migliore dei casi avrebbe dovuto farsi bastare 800 euro al mese. E' qunque il caso di muoversi, affinchè cambi finalmente qualcosa in questa bistrattata Sicilia ed in questa strozzata (dalla politica) Italia? Fatemi sapere cosa ne pensate in merito!
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venerdì 12 dicembre 2008

Turismo in Sicilia, grande risorsa... inespressa!



Cari lettori del Blog, in varie occasioni, in Sicilia, lamentando la solita cronica disoccupazione giovanile e non solo giovanile, (ciò ben prima che l'attuale crisi mondiale mandasse anche in tutta Italia, migliaia di operai in cassa integrazione), si è cercato di "rispolverare" la carta TURISMO (VEDI ESEMPIO). Infatti, in Sicilia, le attrazioni turistiche storico-monumentali, non ci mancano di certo. Abbiamo oltre il 25% del partimonio dell'intera Italia.

Normalmente, la stragrande maggioranza dei turisti che si riversa in Sicilia, lo fa in estate, ma anche per le feste natalizie c'è chi preferisce (ancora) la "Terra del Sole" a ben più organizzate mete europee e perfino d'oltreoceano. Come ho avuto modo di (RACCONTARVI) in altre occasioni, l'Industria del turismo, (tranne che in rare eccezioni) NON è all'altezza della concorrenza mondiale, il prodotto "servizio" è spesso scadente, ed i prezzi (vedi Taormina, ma anche paesini viciniori), sono spesso molto più alti che altrove. Per farVi un'idea sulle reali prospettive e difficoltà alla voce TURISMO nel nostro territorio, potete leggere ciò che mi ha dichiarato il Sindaco di Casalvecchio Siculo, (comune collinare jonico), oppure la mia intervista al Sindaco di Nizza di Sicilia, (comune marittimo jonico).

Vi trascrivo di seguito una breve E-mail inviatami qualche giorno fa da mio zio Gino, (il quale vive a due passi da Coventry, Gran Bretagna, da oltre quarant'anni) e che, a proposito di turismo in Sicilia, dice:

IL mio commento dalle volte e meglio non COMMENTARE ! ma" tutti gli emigrati che dal nulla sono arrivati a atri livelli sociali, e!" anche i lavoratori emigrati ( NOI ) contribuiamo a promuovere la nostra ITALIA E" SICILIA elevando tutto quello che la nostra terra OFFRE noi emigranti con il nostro lavoro, non solo ci facciamo rispettare, incorraggiamo gli stranieri a visitare la sicilia nel (nostro caso) esempio stranieri che comprono, turisti che vengono, ecc ecc COSA DEVONO FARE I SICILIANI in particolare: Le "autorita municipale possono iniziare , promuovere, ma" i nostri cittadini devono essere meno paurosi e piu aperti all"ospitalita.
RICEVERE, SI" MA" DIMOSRARE APERTAMENTE come i SICILIANI SANNO COMPORTARSI sia con gli stranieri ma"anche con gli emigrati : poiche" pultroppo anche noi ci sentiamo stranieri nella nostra terra IN PARTICOLARE QUANDO LA NOSTRA TERRA A DI BISOGNO DI AIUTO . IN futuro ti faro avere altri pezzi , poi tu fai cosa vuoi

Daro' a atri italiani il tuo indirizzo webb con l"augurio che loro possono darti anche il loro parere.Un abbraccio GINO
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Nella foto, il recente invito che mi è stato inviato da un gruppo di amici del Perù. Io, invece, invito ciascuno di voi a dire la sua, confermando (o smentendo) quanto afferma il signor Gino.
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martedì 9 dicembre 2008

LA SOCIAL CARD, E’ UNA BUONA LEGGE ???

Cari lettori del Blog, dopo aver io stesso trattato il tema "social card" (LEGGI), ho sottoposto lo stesso al famoso blogger ADDUSO, e l''On. Alessandro Pagano, (chiaramente di parte) mi ha anch'esso voluto gentilmente dare una sua versione. Il contenuto delle loro "posizioni" esplicative, lo potete leggere di seguito. Per chi volesse aggiungere proprie opinioni, esperienze, od altro, questo blog è aperto a tutti.
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LA SOCIAL CARD, E’ UNA BUONA LEGGE ???
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Sulla social card, indirettamente, ho avuto modo di discutere la questione da un punto di vista tecnico con una persona competente della materia, in quanto da diversi anni si occupa di aspetti socio-assistenziali.

Devo premettere che non voglio fare del modaiolo buonismo a favore delle classi meno abbienti, ma se la social card è il massimo che ha saputo tirare fuori un governo il cui capo ostenta di essere un imprenditore con la I maiuscola e poi si vanta pure per questa elemosina da un euro al giorno, allora di imprenditore, lui e tutto il suo “codazzo” anche di “avvocati commercialisti” hanno solo i soldi e soprattutto l’assoggettamento della forza del vincolo politico-istituzionale che io chiamo “lamafiadellostato”.
Per iniziare:
Per ottenere la social card si deve tra l’altro indicare i - trattamenti pensionistici o assistenziali che, cumulati ai relativi redditi propri, sono di importo inferiore a 6.000 Euro all’anno o di importo inferiore a 8.000 Euro all’anno, se di età pari o superiore a 70 anni - avere un ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente), in corso di validità, inferiore a 6.000 Euro - e comunque di essere un soggetto la cui imposta netta ai fini IRPEF risulta pari a zero.

Insomma bisogna essere veramente poveri.

Poi c’è il cosiddetto codice merceologico, il - Merchant category code (un termine da cervello spocchioso) - il quale impone di utilizzare la social card solo per cibo e bevande, come se la necessità unica di un bisognoso fosse mangiare e bere (mi sembra veramente un atto umiliante, non da nazione civile), e non importa se poi a comprare da mangiare ci va con le scarpe bucate, mezzo vestito, disfatto ecc. e ciò a riprova, se mai ce ne fosse bisogno, che i nostri politici avendo notoriamente “la pancia piena”, questi aspetti non li conoscono e per carità, “lo dico a loro difesa”.

Come mi faceva notare, la persona esperta, con la quale ne ho discusso, tra le bevande potrebbero anche essere considerati gli alcolici, sicché non escludo che alla fine l’unica cosa che rimarrà al “socialcardiano” sarà quella di abbandonarsi alla disperazione dell’alcol e togliere il “disturbo” a questa sprezzante politica e soprattutto a questa società di maniacale indifferenza.

Trovo infine oltremodo disgustoso, non tanto che siano i governanti di centro destra schierati ovviamente a difendere questa loro “elemosina” di altri tempi oscuri, quanto i relativi eserciti di picciotti costituiti da gente comune che, sentendosi “servi nella testa”, non perdono occasione di enfatizzare ovunque, al bar, in piazza, in famiglia, quella che invece è l’evidente parto di una cultura di despota e capitalisti, ovverosia la peggiore “mistura” di “squali vestiti da prete” che un popolo può eleggersi, ma questo anche grazie ad un centro sinistra che, chi lo capisce da qualche tempo a questa parte, è troppo bravo.

E a proposito di centro sinistra, il Pd ancora qualcosa di sinistra sembra la conservi, nonostante alcuni dei suoi massimi esponenti si affrettino, stranamente, a smentirla, l’Idv, mi sembra tanto l’avamposto della magistratura e soprattutto la vecchia An ma senza le origini del Msi, il resto della sinistra non saprei più dove si trova, sembrano tanti pirati, non con una, ma con due bende per ogni occhio, ancora divisi ed ognuno sul proprio atollo a lanciare ancora vecchie urla di battaglia in un oceano di silenzio. E il centro destra, chiaramente, di contro “spadroneggia” senza per adesso avversari.

Chi paga e pagherà per tutto questo, saremo come sempre e come al solito i cittadini, e la social card, mi pare, è un evidente impietoso inizio.
ADDUSO
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Camera dei Deputati
On. le Alessandro Pagano
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LA SOCIAL CARD E’ UNA BUONA LEGGE PER CHI E’ IN DIFFICOLTA’, MA LA SINISTRA SALOTTIERA E SNOB NON LO VUOL CAPIRE.

Una delle più apprezzate leggi del Governo Berlusconi è quella che ha istituito la Social Card.
Si pensava che questo specifico intervento, che permette alle famiglie più povere, quelle che sono a livello di pura sussistenza e che non arrivano nemmeno alla terza settimana, fosse apprezzato anche dall’opposizione e invece non è stato cosi!
Sembra che per una certa sinistra aiutare le famiglie povere (quelle che risultano tali dalle dichiarazioni ISEE) con 40 euro in più al mese, sia cosa disdicevole e cattiva.
Ma per una famiglia che guadagna 500 euro (questo è il tetto massimo per avere il beneficio), un dono di 40 euro al mese garantisce quasi l’8% dell’aumento del suo reddito. E invece il PD e l’Italia dei Valori hanno detto di tutto: “Tessera annonaria ”, “Beffa ”, “Misura irrisoria e paternalista ”. L’ultima perla è dell’On. Bersani, ministro ombra del Partito Democratico, che sul Sole 24 ore del 4 dicembre ha dichiarato: ”il Governo fa l’elemosina con qualche Euro al giorno in più ”. Forse questo vale per i salotti “grassi”, ma non per chi è in difficoltà. Recentemente il Ministro Tremonti è stato preso in giro dai vip comunisti anche per i nuovi termini di pagamento dell’IVA che sono stati spostati a quando l’imposta verrà incassata dall’imprenditore. La cosa forse sarà banale per chi guadagna senza fatica, ma per i piccoli imprenditori e i piccoli professionisti questa è una iniziativa di grande sollievo.
Per la Social Card, non riusciamo a capire cosa ci sia da criticare visto che questo strumento è dedicato agli ”ultimi degli ultimi”, agli anziani ultra sessantacinquenni, alle donne abbandonate con bambini, alle famiglie prive di ogni prospettiva. Insomma una misura per quei “poveri poveri” che in Italia sono un milione e mezzo.
OK! La Card è un piccolo gesto di sostegno sociale e forse anche una piccola carità.
E allora? Dove sta la vergogna? L’impressione è che questa sinistra sia talmente carica di disprezzo verso il centro destra da non vedere che 40 euro sono il consumo mensile di elettricità, sono la spesa di parecchi giorni e che per queste persone non c’è vergogna ad avere nelle mani una Carta che ne attesti le condizioni di povertà. I poveri autentici sanno di esserlo, hanno già conosciuto l’umiliazione di mettersi in fila nelle mense e, anche se con dignità, hanno già chiesto aiuto ai loro familiari e ai loro parroci. Se questi eredi della peggiore tradizione comunista che tanta povertà ha generato, conoscessero i drammi della povera gente forse non parlerebbero così.
Ecco perché a coloro che spendono 40 euro per qualche mutanda griffata o per comprare il mangime per il gatto e che pontificano contro qualsiasi cosa che giunge da destra, consigliamo qualche giorno di volontariato presso il Banco Alimentare o presso la Caritas per comprendere cosa sia la sofferenza e l’ indigenza.

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lunedì 8 dicembre 2008

Festa dell'Immacolata Concezione



Oggi, è la festa dell'Immacolata. Maria, che si preparava ad una vita normale, accoglie invece la chiamata ad essere Madre di Gesù, il Dio con noi. Lo Spirito la riempie (è la "piena di grazia"), e compie in lei il miracolo della fecondità divina, di Dio eterno e altissimo che si fa uomo, fragile e limitato nel tempo. Anche Maria -come qualsiasi essere umano di ogni tempo- sussulta di fronte ad un tale immane compito, ma è tale la sua fede che accetta totalmente "avvenga di me secondo la tua parola", come dire: io ho fiducia nel mio Signore, tanto da rendere disponibile tutto di me.

Qual'è il messaggio che ognuno di noi può trarre da un evento di tale portata? Rapportato alla vita di ogni essere vivente, (in estrema sintesi e con le dovute proporzioni), la "CHIAMATA" di Maria, rivendica dei collegamenti con la parabola dei TALENTI. I tre uomini della parabola, furono "chiamati" (secondo le loro rispettive capacità), a moltiplicare i talenti che erano stati loro affidati. Di loro tre, però, uno sotterra l'unico talento ricevuto e lo riconsegna al padrone nel giorno in cui gli altri due si erano fatti carico di ben altro (e alto) impegno. Quest'ultimo viene scacciato dal padrone, perchè, neanche di quel poco che gli era stato chiesto aveva risposto.

Ognuno di noi, è CHIAMATO. Chi alla realizzazione di una famiglia, chi alla realizzazione di una grande azienda, chi a governare uno Stato... chi semplicemente ad occuparsi degli ultimi fra gli ultimi, (vedi Madre Teresa di Calcutta). E' la risposta "SI", a fare la differenza fra il "servo di Dio" e l'uomo senza un perchè... senza un domani... senza una vita dopo la vita.

Auguri a Tutte le Immacolata ed alle Concetta e Concetto!
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venerdì 5 dicembre 2008

Italia, crisi gravissima, "misure" del Governo? Palliativi!

Nel suo commento al post precedente (LEGGI), "ADDUSO" ha scritto:

M’immagino il “terrore” di molti anziani, quando, come prevede la normativa sulla cosiddetta “social card”, dovranno denunciare persino i pochi risparmi di una vita depositati in qualche nascosto libretto postale, sapendo che ormai in molte famiglie, per non dire in quasi tutte, ai loro parenti, anche i più prossimi, con questa crisi sono spuntati i “canini”, ma che invece di utilizzarli contro i “mafiosi” politici ed istituzionali che ci “pascolano”, li piantano notoriamente e senza remore sui loro anziani in famiglia per farsi dare i soldi della pensione altrimenti sono botte ed ogni altro genere di angheria, sempre dentro le mura di casa, in cui nessuno vede, sente e parla.

Venti giorni a Natale. Leggendo ciò che mi scrivono tanti amici, mi rattrista, dover constatare quanto ho sempre sostenuto, è cioè che la stragrande maggioranza del popolo siciliano, (e non solo siciliano o del sud), ha sempre fatto (e fa) la voce grossa: nei bar, in famiglia, e, (ultimamente) nel blog di Beppe Grillo, mentre si zittisce d'incanto quando si trova di fronte alle personalità governanti a tutti i livelli. Invece, spesso, viene facile bastonare i propri stessi genitori, (a parole se non anche con i fatti), quando sono deboli ed indifesi. In questi giorni tanta brava gente, intervistata in TV a proposito della CARTA ACQUISTI, (meglio conosciuta ai più come "social card"), ha dichiarato: "prendiamoci questi 120 euro... che sono meglio di niente!". Intanto, è già rissa fra i tanti anziani in coda alle Poste.
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Si prevedono oltre un milione e mezzo di richieste di aventi diritto. E' un dato che deve far riflettere! Poi, da gennaio, ogni CARTA ACQUISTI, potrà essere ricaricata con (ben) 40 euro mensili. (Chi va a fare la spesa al supermercato, sa bene che cosa ci si può comprare con questa stratosferica cifra!)
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In realtà, l'economia italiana è affossata fin dai primi anni ottanta. Si è andati avanti, a forza di nuovi governi (sempre in crisi), che duravano molto meno di una legislatura, di "governi tecnici", di "ribaltoni" e controribaltoni... intanto... se gli italiani, (e soprattutto i siciliani), sono arrivati "vivi" fin ai giorni nostri... lo devono solo al loro spirito di inventiva (più o meno legale). Voglio essere più chiaro. Una volta, un vecchio (e saggio) ingegnere meccanico (che aveva lavorato per quarant'anni in una fabbrica tedesca), mi disse: "In Germania, se si rompe la cinghia del motore dell'auto in aperta campagna, il tedesco se ne va a piedi disperato... mentre in Italia, si chiede alla propria moglie di sfilarsi una calza e se ne fa una "cinghia provvisoria" (o si usa un pezzo di spago), che ci porterà tranquillamente fino al meccanico più vicino".
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Forse, la nostra natura di "arrangiatori" e "fantasisti" ma comunque di "tiràmu a campàri", ci ha portati a non guardare avanti quando le casse dello Stato, delle Regioni, delle Province e dei Comuni erano ancora piene, e adesso (più che mai), ci dobbiamo accontentare delle briciole. Sarà dura, durissima, lo sa anche Tremonti. Sarà talmente dura, che non ci si potrà più permettere (in politica) di tirarsi la zappa sui piedi fra "centro destra" e "centro sinistra", ma bisognerà obbligatoriamente "remare insieme". Se non si rilanciano i "consumi", le aziende (anche le grandi aziende), dovranno chiudere mandando altre migliaia di operai ed impiegati a casa, altro che "social card"!
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martedì 2 dicembre 2008

Al Governo (o a Roccalumera), opposizione a tutti i costi.



Non ho ancora ben esaminato le maglie del già famoso decreto "Anti Crisi" varato dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti ma, sono certo che la Social Card, meglio definibile "mendicant-card", non cambierà la posizione di tanti italiani poveri. Famiglia cristiana giudica la manovra finanziaria a sostegno delle famiglie "un tampone: come dare l'aspirina a un malato terminale".

Pur considerando lo scaglionamento per fasce di reddito (15.000, 20.000, 35.000 Euro), pur tenendo conto anche del numero dei familiari, e pur favorendo le famiglie con più di tre figli e maggiormente i nuclei all'interno dei quali vi è un diversamente abile... i bonus previsti dal decreto (che dovrebbero arrivare direttamente a casa mediante lettere), non mi appaiono altro che palliativi. In questo caso, si parla di un (unico?) contributo che va da 200 Euro ad un massimo di 1.000. Qualcuno dirà: "meglio poco che niente" ma, anche in questo modo si prende in giro la brava gente.

La crisi sarà lunga. Un poeta cinese, diceva: "Se tu dai un pesce ad un uomo, lui si nutrrà una volta, ma se tu gli insegni a pescare, lui si nutrirà per tutta la vita". L'imperativo è favorire gli investimenti e la nascita di nuove realtà nella piccola e media impresa, lo era prima che la crisi finanziaria mondiale esplodesse, e lo è (a maggior ragione) adesso. Sgravi fiscali a chi rischia, semplificazione della burocrazia cartacea e legislativa, potrebbero essere dei punti su cui costruire una fiducia nel futuro dell'Italia del dopo Lehman Brothers.

Televisioni e conflitti di interessi: Raddoppiare l'IVA (verrà portata al 20%), alle TV satellitari come Sky, (mentre il futuro della televisione va proprio verso il digitale terrestre), fa puzza di conflitto d'interessi. Anche Mediaset è già sul DIGITALE, ma bisogna evidenziare che: le reti del "cavaliere", negli ultimi tempi stanno subendo una perdita di odiens, dovuta sia ai competitori della TV via cavo, che alle stesse azzeccate trasmissioni RAI. E' chiaro inoltre, che il magnate australiano Murdock prenderà una batosta, mentre Mediaset sarà molto meno penalizzata. Tuttavia, sono totalmente favorevole al blocco del canone RAI, (in RAI, facessero meno giochi "a pacchi" milionari).

Veltroni vs Berlusconi: Se la "sinistra" evidenzia il probabile rincaro futuro delle tariffe che Sky dovrà attuare per recuperare i milioni euro di IVA in più da pagare allo stato italiano, sta veramente prendendo la difesa del POPOLO, oppure sta strumentalizzando l'evento? Chiediamoci: oggi, Sky, è una necessità (vedi le partite di serie A non più in chiaro), oppure è un lusso? Ripeto, il conflitto di interessi c'è ed è evidente, ma... quando si dice: "questo non va", bisogna contemporaneamente offrire delle soluzioni alternative. Vero, "Sbirulino" Veltroni?

Ha ragione Di Pietro, quando dice che Berlusconi è entrato in politica "per farsi i cazzi suoi", ma, ciò che noi tutti ci auguriamo, è solo che lo faccia non a scapito delle nostre "tasche" (da lui tanto menzionate in campagna elettorale). Qiundi, mi preoccuperei di più della smentita del blocco delle tariffe autostradali, della smentita del blocco del costo di gas ed energia elettrica, che non di Sky.

Ma, passiamo a tutt'altro argomento. Nel piccolo Comune di Roccalumera, (da poco più di cinque mesi), si è insediato il nuovo Consiglio Comunale. Confermato il Sindaco Gianni Miasi per altri cinque anni nonchè gran parte della vecchia maggioranza, all'OPPOSIZIONE è avvenuto il vero rinnovamento... quantomeno di facce. Anche nei comuni, (e sicuramente, più che nei palazzi di Roma), la crisi è evidente. Oggi, più che mai infatti, l'unione di maggioranza ed opposizione, sarebbe più che opportuna. Ma nulla! Come prima più di prima... ti odierò, dice la minoranza! con la scusa di fare gli interessi dei propri concittadini. Fin dal primo consiglio comunale del nuovo corso, quello che un tempo era il ruolo dell'imperterrito consigliere di minoranza Crisafulli, (e cioè di anti-Miasi), è stato rilevato dal consigliere Pippo Campagna, per gli amici "sbirulino". Pippo attaca e ribatte sempre, controlla minuziosamente ogni rigo scritto, i suoi interventi poi, hanno il sapore di veleno misto ad una beffarda ironia. Il caso dell'ATO Messina 4, all'ordine del giorno domenica scorsa, (il Consiglio iniziato il sabato è proseguito di domenica), gli ha porto il fianco a critiche nei confronti del Sindaco, reo (a suo dire) di non aver contestato subito le fatture presentate dalla società per la raccolta dei rifiuti. Ma cosa effettivamente ha fatto Miasi? Si è rifiutato di pagare l'eccedenza (quasi il 50% in più, che sarebbero circa 350mila euro), su un servizio, che quando veniva fornito dallo stesso Comune, (e fatto bene), costava la metà. Per dettagli e sviluppi... Vi invito alla prossima puntata. Arrivederci!_____________________________________________________
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lunedì 1 dicembre 2008

Che c'entra (oggi) Cuffaro con la DC (di ieri)?

Aldo Moro, (Maglie, Lecce 1916 - Roma 1978), uomo politico italiano, fu Presidente del Consiglio fra il 1963-1968 e fra il 1974-1976. Fu deputato della Democrazia Cristiana, ininterrottamente dal 1948. Professore di diritto all'Università di Bari, dopo la seconda guerra mondiale cominciò la carriera politica come membro del partito della Democrazia Cristiana. Prestò servizio in qualità di ministro della Giustizia negli anni 1955-1957, ministro della Pubblica Istruzione dal 1957 al 1959 e ministro degli Esteri negli anni 1970-1972; dal 1959 al 1963 fu segretario della Democrazia Cristiana, di cui divenne presidente nel 1976.

Nel 1963 rivoluzionò la scena politica italiana, formando una coalizione di governo che includeva il Partito socialista. Leader della corrente di sinistra della DC, Moro iniziò una politica di apertura verso il Partito comunista, che portò alla formazione di due governi di "solidarietà nazionale", sorti allo scopo di fronteggiare l'emergenza del terrorismo e la crisi economica. Il 16 marzo del 1978 fu rapito e poi assassinato (9 maggio) dalle Brigate Rosse.

Democrazia Cristiana

INTRODUZIONE
Democrazia Cristiana o DC. Partito politico d'ispirazione cattolica fondato in clandestinità nel 1942 da alcuni ex dirigenti del Partito popolare di don Sturzo (tra cui Alcide de Gasperi e Mario Scelba) e più giovani esponenti del cattolicesimo italiano (tra cui Giuseppe Dossetti, Giorgio La Pira, Aldo Moro, Giulio Andreotti, Amintore Fanfani). Contraddistinto da un programma che prevedeva riforme moderate, aderì al Comitato di liberazione nazionale e nel 1944 sostenne il governo guidato da Pietro Badoglio.
Alla guida del paese nel 1945, con il primo governo presieduto da De Gasperi, nel 1947 la DC ruppe l'alleanza con i partiti socialista e comunista. Nel 1948, con una campagna elettorale condotta su una linea di alleanza con i paesi occidentali e di netto anticomunismo, ottenne, anche grazie all'impegno dei Comitati civici (organizzazioni propagandistiche animate dai militanti dell'Azione cattolica e guidate da Luigi Gedda), il 48,5% dei voti e la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento.
DAI GOVERNI DI CENTRO AL CENTROSINISTRA
La sua azione di governo, svolta insieme con il Partito liberale italiano, il Partito socialista democratico italiano e il Partito repubblicano italiano, fu ispirata a una piena adesione all'Alleanza Atlantica in politica estera, mentre in economia tese a creare un sistema misto, con un settore pubblico (quello ereditato dal fascismo) posto sotto il controllo statale e un settore privato formato soprattutto da piccole imprese (la riforma agraria, in particolare, favorì la formazione di una diffusa piccola proprietà contadina, che fu idealmente e politicamente spesso contigua alla linea del partito).
La lenta erosione della base elettorale, a vantaggio sia della sinistra sia del Movimento sociale italiano, spinse la DC, dopo il fallito tentativo nel 1953 di modificare in senso maggioritario la legge elettorale (definita dagli avversari "legge truffa"), a ricercare nuove alleanze, prima a destra (con il governo presieduto da Fernando Tambroni nel 1960, che cadde per la protesta popolare), poi a sinistra (con la cooptazione del PSI, nel 1962, nella maggioranza di centrosinistra). L'alleanza con il PSI e le riforme del centrosinistra alienarono tuttavia alla DC una parte dell'elettorato moderato, e nel partito, che pur conservava la maggioranza relativa, si fece acceso il dibattito fra le correnti interne.
DALL’APERTURA AL PCI AL DECLINO
Durante gli anni Settanta, nel clima creato dal terrorismo, la DC, allora guidata da Aldo Moro, teorizzò la "strategia dell'attenzione" nei confronti del PCI, di cui era segretario Enrico Berlinguer, con il cui appoggio esterno dette vita al "governo di solidarietà nazionale". L'esperienza, nota anche come "compromesso storico", si chiuse tuttavia con l'uccisione di Moro da parte delle Brigate Rosse.
Negli anni Ottanta il logoramento del potere democristiano fu evidenziato dalla formazione dei primi governi a guida non democristiana nella storia del paese, presieduti dal repubblicano Giovanni Spadolini e dal socialista Bettino Craxi. Eventi internazionali come il crollo del blocco sovietico tolsero poi alla DC la funzione di baluardo anticomunista nel quadro della politica atlantica, e quando alcuni suoi dirigenti nazionali e membri del governo furono implicati in inchieste giudiziarie con gravi imputazioni, dalla corruzione alle attività mafiose, il consenso elettorale crollò.
LA RINASCITA DEL PARTITO POPOLARE
Impostosi sotto la guida di Mino Martinazzoli un drastico rinnovamento a partire dal 1992, il partito subì una prima scissione nel 1993, quando si staccò il gruppo di Mario Segni (Patto Segni) impegnato nella campagna per le riforme costituzionali. Nel 1994, quando la maggioranza del partito mutò la propria denominazione in Partito popolare italiano, richiamandosi apertamente al partito di don Sturzo, l'ala destra fuoriuscì dando vita al Centro cristiano democratico.

Brigate Rosse
Organizzazione terroristica clandestina di estrema sinistra, attiva in Italia negli anni Settanta e Ottanta, i cui membri si proponevano, tra l'altro, di inasprire le lotte sociali contro il sistema capitalistico, separare il Partito comunista, giudicato imborghesito, dalla sua base e ostacolare la politica di alleanza tra PCI e DC (il "compromesso storico").
Le Brigate esordirono con una serie di spettacolari sequestri ai danni di magistrati e personalità del mondo imprenditoriale e sindacale, per poi passare a ferimenti "dimostrativi" e infine a una lunga catena di omicidi di giudici, politici, giornalisti, industriali ed esponenti delle forze dell'ordine. Il fondatore, Renato Curcio, venne arrestato nel settembre del 1974. Evaso l'anno seguente grazie a un raid compiuto dai suoi compagni nella prigione in cui era detenuto, fu nuovamente catturato dopo pochi mesi.
Molte furono le vittime degli attentati delle Brigate Rosse: oltre ai numerosissimi morti tra le forze dell’ordine, che danno significativamente le dimensioni della portata quasi militare della lotta terroristica, l’organizzazione colpì semplici operai, come il genovese Guido Rossa colpevole di aver denunciato alla polizia un compagno di fabbrica sospettato di attività terroristica; giornalisti, come Carlo Casalegno, vicedirettore della “Stampa”, e Walter Tobagi, del “Corriere della Sera”; professori universitari, come Vittorio Bachelet. Ma l’azione terroristica più importante e clamorosa fu il sequestro di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, che si aprì con la strage della scorta in via Fani, a Roma, il 16 marzo 1978, e si chiuse, quasi due mesi dopo, il 9 maggio, con l’uccisione dello statista. L'omicidio Moro segnò il punto culminante del fenomeno del terrorismo. Negli anni seguenti, nonostante venissero messe a segno ancora azioni terroristiche ai danni di importanti obiettivi – come il rapimento nel 1981 del generale statunitense James Lee Dozier, di stanza alla base NATO di Verona, liberato alcune settimane dopo dalle forze dell'ordine – iniziò il declino delle Brigate Rosse, di lì a poco falcidiate (1979-1981) da una sequela di arresti, favoriti dalle rivelazioni dei "pentiti", imputati spinti a collaborare con la giustizia in cambio di forti riduzioni di pena.
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