Il GRIDO (Il Blog su Roccalumera e... non solo)

mercoledì 31 agosto 2011

LA LIBERTA' DI STAMPA - garanzia di bavaglio in Italia

L'articolo 21 della costituzione italiana sancisce la libertà di pensiero e di stampa presupponendo, quindi, un legittimo pluralismo ideologico alla base della nostra democrazia. "Ideologia" e "Pensiero", sono i termini più appropriati per definire la realtà dei fatti. Fino a che restano tali possono ancora essere ritenuti una garanzia; nel momento in cui divengono espressione, l'art. 21 diventa una sorta di traccia da poter seguire con la propria libera interpretazione.

Nel maggio 2011 l'organizzazione Reporter Senza Frontiere ha divulgato il rapporto "Predatori della libertà di stampa nel 2011". L'Italia troneggia con un titolo quasi scontato: «Criminalità organizzata». Pare che sia questo il nostro predatore; Cosa Nostra, Camorra, 'Ndrangheta, Sacra Corona Unita, tutti insieme con un unico grande scopo: imbavagliarci. In Italia il proverbio "Chi si fa gli affari suoi campa cent'anni", è da sempre una sorta di vademecum per la sopravvivenza. Come il rapporto sopra citato ci ricorda, giornalisti e scrittori come Roberto Saviano, Lirio Abbate, Rosaria Capacchione, hanno rischiato e rischiano costantemente la propria vita per aver fatto un gravissimo errore: aver creduto che la libertà di stampa fosse una garanzia, un diritto e un dovere per i cittadini di un Paese democratico.

Verrebbe da chiedersi per quale motivo i cittadini italiani non si ribellino in massa contro questo grande bavaglio che "persone invisibili" riescono a stringere sulla bocca di un intero Paese. Come Paese membro della comunità europea, abbiamo il dovere di garantire la libertà di espressione e d'informazione. L'articolo 11 (Capo II) della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europa parla chiaro: «Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera»; ed ancora «La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati». Ebbene come è possibile che la "Criminalità organizzata" possa operare con questa grande libertà?La risposta è complessa, per meglio dire gli italiani trovano complesso dire una cosa che in realtà sanno e, forse, in parte condividono. La criminalità organizzata trova la sua legittimazione là dove dovrebbe trovare la sua fine: il governo.

Reporter Senza Frontiere non si mette alcun bavaglio e ci ricorda una della tante infelici affermazioni del nostro presidente, che nel 2009 disse di «voler strangolare gli autori di film e libri sulla mafia perché, secondo lui, davano una cattiva immagine dell’Italia». È indubbio che essere riconosciuti a livello mondiale come "mafiosi" non sia qualcosa di cui andar fieri; nasconderlo però dimostrerebbe che in realtà ci sta bene e siamo contenti di non poter dire la nostra.

Questo è quello che fanno quasi tutti gli italiani, quando negano l'esistenza delle cosche mafiose; quando eleggono un presidente del consiglio implicato in venticinque procedimenti giudiziari dei quali sei ancora in corso; quando smaniano per l'ultimo gossip ma non lottano per avere informazioni limpide e concrete sul proprio governo e sul perché dei suoi malfunzionamenti. Quando qualcuno esce da questo giro di imbavagliati, con la costituzione in una mano e la verità nell'altra, diventa un «uomo morto che cammina». Ecco perché in Italia la "libertà di stampa" è garanzia solo come bavaglio: perché senza quel bavaglio non si hanno davvero più garanzie, neppure quella della vita stessa.

I governi si appellano spesso alla riservatezza di "informazioni sensibili" che, a seconda della costituzione e delle leggi ordinarie o speciali da essa emanate, possono essere divulgate o meno alla stampa. La protezione dell'interesse e della sicurezza nazionale, è in genere la giustificazione di tali omissioni. Quindi, a stabilire se un'informazione debba essere ritenuta segreta o meno, sono le leggi; il grande problema dell'Italia è che le leggi sono costantemente oggetto di reinterpretazione. In un paese in cui il governo in carica rincorre leggi "ad personam", non ci si può aspettare alcuna garanzia legislativa. Quando un magistrato prova a far valere un diritto o un dovere costituzionale, una disposizione legislativa, qualsiasi cosa abbia a che fare con una fonte giuridica scritta (dunque teoricamente non contestabile) sa di poter incorrere in un bavaglio. In tale proposito è tristemente nota la fine che fecero i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino; quest'ultimo nel maggio del 1992 – due mesi prima di morire nella strage di via d'Amelio – rilasciò un'intervista ai giornalisti J.P. Moscardo e F. Calvo di Canal+.

Questa intervista è uno dei tanti esempi di bavaglio che più organismi infetti del nostro paese hanno tentato di stringere. L'intervista venne mandata in onda da Rai News 24 solo nel 2000; ciò che Rai News 24 divulgò era una formula ridotta e rivista dell'intervista originale.L'intervista integrale ha una durata di cinquantadue minuti; Rai News 24 ne trasmise una di trenta. Paolo Guzzanti sostenne che l'intervista divulgata dalla Rai era stata manipolata: alcune risposte erano state tagliate e sistemate a dovere in corrispondenza di altre domande. I giornalisti della rete denunciarono Guzzanti che però fu assolto. Il contenuto trasmesso non aveva corrispondenza con il video originale dell'intervista a Borsellino. Questa non può essere definita libertà di stampa; la libertà di stampa ed espressione dovrebbe essere paladina della verità in forma integrale e orginale, non ridotta e rivisitata.

Il popolo italiano ha visto questo ed altro ma ancora oggi, nel bel mezzo del 2011, abbiamo un Saviano scortato per le minacce di morte ricevute dal clan dei Casalesi a causa del romanzo Gomorra; un Travaglio costantemente citato in giudizio per diffamazione da politici o politicanti che di togliere i bavagli proprio non ne vogliono sapere; uno smisurato controllo dell'informazione televisiva ed editoriale ad opera della famiglia Berlusconi, proprietaria e/o maggior azionaria di colossi come Mediaset, Mondadori, Il Giornale, ecc...A guardarla bene l'Italia, sembra un paese molto interessato al gossip e molto ben fornito al riguardo. Non interessa null'altro a questo popolo in cui "Pizza, spaghetti e mandolino" sono accompagnati da "Pizzo, lupara e bavagli". Non è mai giusto generalizzare ma come altro potremmo spiegare il 75° posto nella classifica mondiale per la libertà di stampa, redatta e divulgata dalla Freedom House? Come potremmo giustificarlo se non dicendo che, infondo, l'Italia la vuole tutta questa imbavagliatura?!

"La libertà di stampa, d'informazione e di espressione" sono tre modi diversi per dire una cosa sola: un paese democratico ha il diritto e il dovere di vantare le proprie opinioni nella loro pluralità ed integrità. Non può esserci una sola voce, una sola penna o un solo scatto a sancire quale sia la verità.

Senza un'informazione pulita e libera nessuno può essere in grado di formarsi una propria opinione nè di possedere una buona dose di cultura, senza la quale un cittadino (come un'intera nazione) non può dirsi libero. Si dice che il mondo è bello perché è vario; ebbene facciamola valere questa varietà, ricordandoci che difendere la libertà di stampa significa difendere la nostra stessa libertà.

N.B. Articolo pubblicato su Barcellonapg.it



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sabato 13 agosto 2011

"MANOVRA DI FERRAGOSTO", DALLA ROBIN HOOD TAX AL TAGLIO DI PROVINCE E COMUNI. LACRIME E SANGUE

INQUIETUDINE DIFFUSA: Mentre, ci apprestiamo a goderci in relax (chi può), il momento clou dell'estate e cioè il Ferragosto, una mannaia rischia di abbattersi prevalentemente sulle teste di molti onesti cittadini italiani. Il progetto di Decreto emanato ieri sera dal Consiglio dei Ministri, tiene conto di una crisi mondiale e soprattutto americana ed europea. Una Manovra necessaria, allo stato dei fatti di Borsa. Una manovra che -consentitecelo- scontenterebbe ormai comunque tanta gente. Già il fatto che il Centrodestra dichiari di non voler porre la fiducia e di essere disponibile ad emendamenti provenienti dalle opposizioni, pone qualche speranza ma è e sarà sicuramente un "TERREMOTO".
COMUNI: Una nuova stangata, (fra il 20 ed il 30%), graverà su bilanci già in rosso per i reiterati tagli anche recenti operati dall'attuale governo e dai precedenti. Preoccupa inoltre l'accorpamento dei Comuni con meno di mille abitanti, (quì, rimarrebbero solo i sindaci ma non i Consiglieri e questi sarebbero costretti a riunirsi in Assemblee). Questa dell'accorpamento fra comnuni piccoli, per la verità a lungo a lungo prospettata da più parti, (auspicata ai fini di una maggiore e più proficua collaborazione), rischia di innescare un vespaio proprio dalle parti della politica interessata. Inoltre, in particolare in Sicilia, (ma sicuramente anche al nord ed al centro Italia), ci sembra di difficile applicazione una collabborazione fra comuni seppur limitrofi, ben conoscendo le consolidate tradizioni campanilistiche e di puntiglio.
REGIONI: Definite da tempo e da più parti "organizzazioni clientelari per il voto di scambio", la soppressione seppur parziale di queste ultime manderà in fibrillazzione un sistema di Consiglieri, Assessori, politici e portaborse che vorranno essere riposizionati in tempi brevi.
Ebbene, sperando per il meglio, semmai i tagli di Comuni e Province dovessero essere confermati, sperando che i cittadini di tutta Italia, (pur senza dimenticare che la Crisi è una questione mondiale, di cui in primis lo scrivente conosce ben poca cosa), mettano da parte le questioni di cortile ed agiscano per un bene più grande e globale in chiave regionale se non nazionale, auspichiamo che gli stessi cittadini spingano sulle parti politiche affinchè i timori di ulteriore recessione del sud non diventino concreta e sanguinosa realtà di domani e del futuro delle prossime generazioni.
Che brutta botta per il ceto medio!
Nonostante paventate liberalizzazioni e semplificazioni volte all'incremento delle attività produttive e, un da verificare inasprimento contro le evasioni fiscali, l'impressione di molti è che, ancora una volta, a pagare la crisi sarà il cosidetto ceto medio. Vedi anche la anticipazione di un anno della riduzione dei Fondi FAS.
Consiglio dei Ministri n. 150 (12 Agosto 2011)
LA SCHEDA
FONDI FAS Saranno anticipate di un anno le riduzioni del Fas, il Fondo per le aree sottoutilizzate.
ACCORPAMENTO PER 1500 COMUNI Sono circa 1.500 i comuni per i quali sarà reso obbligatorio l'accorpamento, in base ai criteri previsti dalla manovra. Si tratta dei comuni sotto i 1000 abitanti.
VIA PROVINCE SOTTO 300 MILA ABITANTI
E' prevista la soppressione delle Provincie sotto i 300.000 abitanti, ma solo dopo il prossimo censimento. I capoluoghi interessanti dal provvedimento, stando a una verifica informale, sarebbero i seguenti:Ascoli Piceno, Asti, Belluno, Benevento, Biella, Caltanissetta, Campobasso, Carbonia-Iglesias, Crotone, Enna, Fermo, Gorizia, Grosseto, Imperia, Isernia, La Spezia, Lodi, Massa Carrara, Matera, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia Tempio, Oristano, Piacenza, Pistoia, Prato, Rieti, Rovigo, Savona, Siena, Sondrio, Terni, Trieste, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Vibo Valentia. Aosta non è più provincia da tempo in quanto coinciderebbe con la Regione.
Questo l'elenco delle 37 province sotto i 300mila abitanti, comprese quelle delle regioni a statuto speciale, che rischiano di sparire in base alla norma contenuta nella bozza della manovra all'esame del Consiglio dei ministri.Accanto il numero degli abitantiAscoli Piceno: 214.068 Asti: 221.687 Belluno: 213.474 Benevento: 287.874 Biella: 185.768 Caltanissetta: 271.729 Campobasso: 231.086 Carbonia-Iglesias: 129.840 Crotone: 174.605 Enna:172.485 Fermo:177.914 Gorizia:142.407 Grosseto:228.157 Imperia:222.648 Isernia:88.694 La Spezia:223.516 Lodi:227.655 Massa Carrara: 203.901 Matera:203.726 Medio Campidano:102.409 Nuoro:160.677 Ogliastra:57.965 Olbia Tempio: 157.859 Oristano: 166.244 Piacenza 289.875Pistoia: 293.061 Prato: 249.775 Rieti: 160.467 Rovigo: 247.884 Savona: 287.906 Siena: 272.638 Sondrio: 183.169 Terni: 234.665 Trieste: 236.556 Verbano-Cusio-Ossola: 163.247 Vercelli: 179.562 Vibo Valentia: 166.560.

Da 38, il numero scende a 37 perché Aosta non è più Provincia in quanto coincidente con la Regione.

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martedì 9 agosto 2011

ROCCALUMERA. Venerdì prossimo, "BALLANDO SOTTO LE STELLE". Granita e balli in piazza Madonna della Catena

Ciao Giovanni, ti invio il comunicato della prossima manifestazione organizzata dall'Associazione Baglio Ficara. Ti prego di pubblicarla sul tuo blog! Ciao e grazie!


Venerdì 12 Agosto, alle ore 21.00, in Piazza Madonna della Catena a Roccalumera, l'Associazione "BAGLIO FICARA" organizza "BALLANDO SOTTO LE STELLE", serata danzante (liscio, balli di gruppo, latino-americani) con il complesso "Fisabar". Durante la serata sarà possibile gustare della freschissima granita al limone accompagnata dalla tipica "zuccarata".

L'evento è inserito nel programma delle manifestazioni estive del Comune di Roccalumera.
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