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sabato 4 ottobre 2008

Itinerario tra i "Castelli" della Provincia di Messina



L'area metropolitana di Messina, come delimitata con decreto del Presidente della Regione Siciliana del 10 agosto 1995, comprende 51 comuni per una superficie di 1.185 km², che in una ininterrotta conurbazione costiera di 135 chilometri vanno dalla piana di Milazzo alla baia di Taormina e Giardini-Naxos, includendo le Eolie. Questa area, la quinta del Mezzogiorno e l'undicesima italiana, conta 479.404 abitanti, dei quali 66.539 risiedono nella fascia di gravitazione jonica e 166.542 in quella tirrenica. Nel suo territorio sono numerosissimi i castelli che vi si trovano, attrattiva per tutte le stagioni per i turisti in cerca di storia e cultura. Da oggi, Vi proporrò alcuni itinerari.
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Cominciamo dal versante tirrenico, visitando la "rocca" di Brolo. Ancor oggi è possibile ammirare e visitare parte di un antico castello la cui struttura prevede anche la presenza di una cinta muraria interrotta da due porte decorate con lo stemma dei nobili Lancia, ed una torre. Tale struttura si fa ammirare per i merli ghibellini, per la torre già citata con la sua forma parallelepipeda, ed arricchita dalla presenza di alcune finestre. Il castello ha una storia molto ricca. Secondo alcuni storici, il sito che l'accoglie in precedenza ospitava una torre denominata "Voab". La posizione è evidenziata dalla sua notevole bellezza naturalistica, da tale altura rocciosa posta sulla riva del mare, si può ammirare tutta la conca oggi comprendente ulivi ed agrumeti. Pare che l'antica struttura sia stata edificata da Federico II di Svevia. Essa fu poi affidata alla famiglia Lancia che ebbe il merito di arricchirla e restaurarla nel corso del tempo. Il castello nei secoli fu poi oggetto di varie compravendite, fino ad arrivare all'attuale proprietario. La "rocca" di Brolo ha svolto un ruolo di controllo e di difesa del sottostante porto caricatore, molto trafficato fino al XVII secolo.
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Spostandoci dalla costa all'interno arriviamo a Montalbano Elicona, sovrastato da un maestoso castello. Eretto da Federico II di Svevia su un precedente fortilizio arabo, fu da lui stesso distrutto in seguito alla rivolta guelfa del 1232. Federico II d'Aragona lo costruì agli inizi del XIV sec. con le caratteristiche del castello-residenza nobiliare. Posto sull'altura più occidentale del paese, è circondato da vicoli medioevali che, carichi di suggestione, si aggrovigliano in saliscendi. All'interno vi è un ampio cortile, al centro del quale si trova la cappella con tracce di affreschi.
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Passando al versante jonico, visitiamo idealmente il castello di Sant'Alessio Siculo, che sorge sul promontorio roccioso noto come "capo Sant'Alessio". Il "capo" è l'unico promontorio a sorgere lungo la fascia costiera Jonica tra Messina e Taormina. Per questa ragione ha rivestito, e riveste tutt'ora, un ruolo importante dal punto di vista strategico; tutti gli eserciti storicamente presenti in Sicilia hanno contribuito, in faci successive, all'edificazione del castello sulla sua sommità. Esso si compone di due torrioni, (uno a pianta rettangolare e uno a pianta circolare), e di un muro di cinta. I due torrioni sorgono su due picchi situati alle estremità del promontorio, a strapiombo sul mare. Durante il medioevo Forza d'Agrò fu centro di non secondaria importanza, e il territorio della odierna (e allora pressochè inesistente) Sant'Alessio vi apparteneva. La costruzione del castello vero e proprio avvenne in quegli anni, per iniziativa di Alessio I Comneno, nell'ambito delle guerre condotte da Bisanzio contro i Normanni e i Turchi. In seguito il castello appartenne agli Arabi. In questo periodio il promontorio fu noto come Ad Dargah (La Scala). In epoca normanna furono realizzate significative modifiche strutturali che portarono la fortificazione ad assumere la forma odierna. La fortezza ospitò Carlo V (1500-1558) reduce della presa di Tunisi del 1535. Nel 1608 il castello venne acquistato con la relativa baronia, da don Francesco Romeo da Randazzo. In seguito passò alla famiglia Paternò-Castello. Nel 1676, durante la contesa tra francesi e spagnoli, divenne il deposito di viveri della città di Messina.
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Attualmente gli edifici che compongono la fortificazione sono chiusi al pubblico, e in parte diroccati.
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