Il GRIDO (Il Blog su Roccalumera e... non solo)

lunedì 30 maggio 2011

DAI SEMINARI DI PADRE PEDITTO: "SE SIAMO TRISTI, CERCHIAMO LA GIOIA CERCANDO GESU' CRISTO"












In prossimità di queste ultime festività pasquali, siamo stati raggiunti telefonicamente da un amico che ci ringraziava per aver ricordato padre Peditto (volato alla casa del Padre in data 25 marzo 2010), all'interno del sito Fogliodisicilia.it. La cosa ci ha stimolati nel riprendere dai suoi discorsi fatti durante i seminari, alcuni tratti salienti che riteniamo possano essere sempre attuali ed interessanti.

25 febbraio 2007 - "Essere tristi, non è che è una cosa cattiva, è un sentimento. La domanda è fatta a proposito del canto. Avete cantato che 'quando Gesù passa la tristezza se ne va', allora se uno è triste vuol dire che Gesù non è passato? o è passato lo stesso? (tutti in coro dicono: "è passato lo stesso). Gesù è passato perchè Gesù passa sempre, momento per momento, e allora vuol dire che noi non ci abbiamo badato, cioè ci siamo fatti pigliare dalla nostra tristezza.
Vedete, che col Signore c'è questo fatto, dovete sempre tenerlo presente: che Lui fa se noi facciamo.
Proprio oggi una sorella mi diceva che oggi ha avuto una 'tristezza inspiegabile', può capitare anche la tristezza inspiegabile, cioè uno si sente triste ma non ha un motivo per essere triste, no? E siccome son cose che possono capitare, noi siamo degli esseri un pochino complicati, ci rendiamo la vita più complicata di quanto dovrebbe essere. Però siamo complicati perchè siamo abbastanza ben fatti. Ora, siamo complessi ma noi ci facciamo diventare complicati, perchè quando abbiamo delle difficoltà, dobbiamo cercare di capire perchè abbiamo quelle difficoltà. Quindi, pigliamo la tristezza che può capitare per qualsiasi ragione, basta che il figlio risponda... prima ci arrabbiamo e poi diventiamo tristi; basta che il cielo sia annuvolato e anche noi ci annuvoliamo dentro, vedete, sto dicendo di cose molto ordinarie.
Ora vedete, noi dobbiamo capire che il Signore ci vuole sempre allegri, quando non siamo allegri, l'alegria è il contrario della tristezza. Perchè il Signore "passa" e la nostra tristezza se ne va, cioè noi la nostra tristezza la possiamo avere continuamente e allora dobbiamo stare attenti a quello che succede dentro di noi, perchè? se non prendiamo subito in mano il piccolo-grosso problema che abbiamo, il nostro problema va crescendo e la tristezza potrebbe anche diventare esaurimento nervoso. Guardate che non sono fantasie.
Quindi, noi siamo fatti così: più pensiamo a una cosa nel bene o nel male, e lo notate per esempio, noi veniamo al Ritiro, anche se arriviamo un pochettino frastornati, un po' alla volta, un poco alla volta, pregando, cantando, ascoltando la Parola di Dio, stando insieme coi fratelli, adagio adagio andiamo crescendo. Poi c'è la Messa e... torniamo a casa diversi.
Non sempre riusciamo subito a dire: "voglio essere allegro". Per essere allegri, dobbiamo avere delle ragioni e l'unica ragione che ci può togliere la tristezza è il Signore Gesù con il suo Amore.
Guardate, non cercate la gioia: "mi nnì facemu quattru passi". Si, fateli pure i "quattru passi"... anche otto.
Poi, come io vò detto, il Signore, quando noi ci incontriamo, stiamo uniti nel suo nome, cioè secondo la sua volontà, il Signore opera sempre.





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martedì 22 giugno 2010

UN GIORNO STORICO PER LA PICCOLA ROCCALUMERA. MUROLO HA FATTO CINQUANTA














GAETANO MUROLO. Cinquant'anni, ma di sacerdozio. Non è nè un record nè un vanto, ma un tragurdo questo si. Gaetano Murolo ha raggiunto questo traguardo, pur nelle sue debolezze di uomo comune ed ha saputo certamente offrire se stesso agli altri. Sempre con grande generosità. Nel suo discorso di ieri sera, giorno in cui si compivano i fatidici cinquant'anni dalla sua ordinazione a Sacerdote, (discorso che ha pensato bene di scriversi su dei fogli), Don Gaetano ha rivelato ai presenti anche uno dei suoi passi falsi, nel quale nella sua giovinezza incappò suo malgrado. Nello specifico ha parlato di una lite che lo portò in un'aula di tribunale, all'interno del quale il suo difensore fu l'attuale Sindaco Gianni Miasi. Fu assolto, e dirà lui stesso: "uscii da lì con l'aureaola in testa, oggi, reputo Gianni più che un paesano un vero amico". Ma di amici, Padre Murolo l'artista ne ha tanti, non solo in paese ma in giro per il mondo. Due i doni che ieri sono stati portati a Padre Murolo da due ragazze della parrocchia della "Madonna della Catena". Uno solo il fuoriprogramma: un affettuoso grido. Qualcosa come: "grande Padre Murolo", che ha testimoniato l'affetto sincero e verace portato dai suoi parrocchiani.















Chiesa gremitissima di gente. Sull'altare fra gli altri Don Santino Caminiti, (che si è esibito in un lungo discorso), Padre D'Arrigo, Padre Giuseppe La Speme, il Diacono Pippo Giannetto, Padre Giò Tavilla... e mi scuserete se ho dimenticato qualcuno. Ovviamente presenti in prima fila alcuni rappresentanti (oltre al Sindaco) dell'amministrazione comunale, ma non sono da dimenticare le presenze di numerose Suore provenienti dal vicino Orfanotrofio che porta il nome illustre di Sant'Antonio di Padova. Si, c'erano (come sempre), i ragazzi di Padre murolo, coloro che il sacerdote rispetta come figli e loro ordinatamente si occupano di ogni esigenza della chiesa, a costo di rinunciare alla partita di pallone o a qualche divertimento leggittimo alla loro età. C'eravamo anche noi del Gruppo del Canto, con la sempre attenta Suor Graziella Pulitano, e (mi dicono) che non abbiamo sfigurato nemmeno in una occasione così solenne. Anzi, qualcuno mi ha detto che siamo stati ancora più bravi del solito. Sarà!













Adesso, altri tre sono i giorni che concluderanno la Festa. (Venerdì, Sabato e Domenica). Proprio nell'ultimo, la messa delle 19:00 sarà celebrata dall'Arcivescovo di Messina (grande amico di Murolo), Mons. Calogero La Piana. Così, sempre come Murolo stesso ha detto oggi: "la mia corsa non è terminata, sento di dover dare e poter dare ancora molto". Auguri Padre Murolo, che Dio la assista e che ci benedica tutti noi.

Giovanni BonarRIGO

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giovedì 17 giugno 2010

CHI E' DON GAETANO MUROLO? ECLETTICO, ARTISTA, SPORTIVO e AMICO DEI GIOVANI



GAETANO MUROLO. (guarda il mio VIDEO). Nato a Roccalumera, in provincia di Messina, nel 1934, dove vive ed opera con lo studio in Via Umberto I, 590. Don Gaetano Murolo è sacerdote cattolico e svolge il Ministero pastorale nel paese natale. Da adolescente ha manifestato una particolare inclinazione per la pittura, per i colori accesi, soprattutto i rossi, i blu intensi, i viola. Avviato dalla famiglia agli studi classici non ha mai trascurato la grande passione per la pittura, dove emerge chiara la sua tendenza impressionistica e metafisica. Più volte insignito, da varie accademie, del titolo accademico onorario, in quasi cinquant’anni di attività ha partecipato a innumerevoli rassegne d’arte e concorsi sia nazionali che internazionali. Per un periodo ha soggiornato in Belgio dove ha studiato i grandi della pittura fiamminga la quale ha influito e reso più incisivo e determinante il suo indirizzo pittorico, pervenendo, via via, ad uno stile del tutto personale. Durante il corso della sua ormai lunga carriera artistica ha allestito sia in Italia che all’estero oltre novanta mostre personali, attraverso le quali la sua già indiscussa affermazione è andata sempre più consolidandosi. Più volte recensito dalla carta stampata e dalle telecamere di televisioni sia italiane che straniere, di lui hanno scritto le più prestigiose firme della critica italiana e non. Più volte recensito dalla "carta stampata" e dalle telecamere di televisioni sia italiane che straniere, di lui hanno scritto le più prestigiose firme della critica italiana e non. È presente nei più qualificati cataloghi ed enciclopedie d’arte. Sue opere figurano in collezioni sia pubbliche che private in quasi tutti i Paesi europei e delle Americhe.

Questo e quanto traiamo da un suo catalogo, all'interno del quale ritroviamo le foto di solo alcune delle sue innumerevoli e coloratissime opere. Potremmo trascrivere per voi lettori i commenti nello stesso riportati da Teodosio Martucci o da Franco Caresio, ma da pur semplici ammiratori della Bella Arte quale ci pregiamo di essere, non possiamo esimerci dall'offrire il nostro modesto parere osservando i colori, i temi, le nostalgie di mare e sabbia, di donne che attendono i mariti lontani in orizzonti di pescatori. E che dire della sue poesie?
Insomma, Don Gaetano Murolo è (ed è stato) più Uomo-Artista o più Strumento di Dio?
Credo sia impossibile scindere le due cose, in quanto quì trattasi di "talenti" che (come ognuno di noi riceve dal Creatore per offrirli al proprio prossimo) questo sacerdote ha messo a disposizione degli altri. Uomo brillante Murolo, pazzerellone in taluni casi, eternamente giovane amico dei giovani e appassionato dello sport, aggregatore di quartieri, sempre vicino alle bisogne dei poveri e dei più deboli. Di Padre Murolo, ammiriamo tutti la persona ostinata e forte, colta e verace. E' servo di Dio ma in un modo del tutto originale per la retorica routine a cui si è abituati in un paesello di poche anime, per questo motivo a fronte di innumerevoli testimonianze a suo favore, non gli sono mancate le critiche dei puristi o degli invidiosi.
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Dagli incontri di Presenza Biblica ai Concerti in chiesa quando per anni non c'era in paese altro locale disponibile, i giochi meravigliosi del Palio dei Quartieri e il "Tutti in bici" d'estate, le innumerevoli iniziative che il parroco di tutti ha promosso in decenni di sacerdozio.
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Lunedì 21 Giugno si festeggerà, (al culmine di numerose manifestazioni orgogliosamente organizzate dai suoi ragazzi), il 50° Anniversario del suo Sacerdozio, e proprio per questo, vogliamo augurarci, che: questo Padre Spirituale che ha "allevato" intere generazioni di giovani, che non ha dimenticato i malati, che ha benedetto nell'estremo saluto numerosi nostri compaesani, che ha gioiosamente benedetto l'unione di innumerevoli coppie di Sposi, e che ha perfino tolto dalla cattiva strada giovani e meno giovani, possa vivere ancora a lungo nella sua opera e nella sua spensierattezza alfin di uomo normale.
Giovanni BonarRIGO





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lunedì 14 giugno 2010

Roccalumera. Festeggiamenti in onore di Sant'Antonio di Padova con processione












ROCCALUMERA. Anche quest'anno la processione al Santo Patrono del paese alla fine si è svolta. Non ci risulta a tutt'oggi il motivo per il quale ogni anno (dopo quel fatidico buco di 43 senza), rimanga il dubbio sul si o sul no, ma giusto per non essere sempre polemici e per il quieto vivere, ci limitiamo ad apprezzare quanto (e molto) di buono si e fatto e con la collaborazione di tanti.

Seguitissima la "Tredicina" di Sant'Antonio, che appunto per i tredici giorni precedenti alla festa ha rapresentato un momento di preghiera e di riflessione prima, durante e dopo le Sante Messe, ma che, grazie ad eccelsi oratori quale è stato Padre Vincenzo Avvinti, ha certamente avvicinato molti di noi al vero senso della "parola" della Bibbia.
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Il giorno precedente alla festa, (A CUI SI RIFERISCONO LE FOTO), alle ore 17:30, (come di prassi), il simulacro è stato trasferito dall'Orfanotrofio all'antistante Santuario intitolato a Sant'Antonio di Padova. Dopodichè, è segiuta la recita del rosario e la Santa Messa.
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Io, pur avendo orgogliosamente presenziato (fra le voci della "Corale Madre Veronica") durante le messe delle ore 9:00 e 10:00 del mattino, sono oltremodo spiacente a me stesso, poichè, per un insieme di ragioni, non ha potuto completare il percorso dei festeggiamenti Cristiani, per la riuscita dei quali, fra l'altro ha molto lavorato anche Don Gaetano Murolo. Mi hanno riferito essere stati solenni, strapartecipati e persino commoventi.
Giovanni BonarRIGO






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lunedì 7 giugno 2010

Roccalumera. La processione del Corpus Domini della parrocchia della Madonna del Carmelo













Roccalumera. 06- 06-2010. Abbiamo partecipato alla processione del Corpus Domini. Ieri nel tardo pomeriggio, al termine della santa messa, al seguito del suo sacerdote Don Gaetano Murolo la processione del Corpus Domini si è avviata ad incontrare i fedeli nei vari quartieri. Al seguito anche i bambini (vestiti delle stesse tuniche) che avevano preso la prima comunione proprio la mattina stessa, nonchè numerosi fedeli, la benedizione del Corpo di Cristo ha onorato i vari altarini allestiti nei vari quartieri allo scopo. Una sosta molto significativa è avvenuta proprio all'interno della chiesa di Sant'Antonio di Padova (patrono del paese), per poi proseguire fino a ritornare nella propria chiesa.
Queste, alcune delle foto scattate, le quali testimoniano (senza alcun bisogno di commento) l'intensità religiosa, pur nella semplicità dell'evento cristiano.

Giovanni BonarRIGO









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giovedì 3 giugno 2010

Festività in onore della Madonna della Lettera. "Maria, salva Messina, Salva Messina!".























Madonna della Lettera: Tutta la città di Messina oggi è in festa. Attività ed uffici sono chiusi. Si tratta di una festa molto sentita dai messinesi tutti. E' chiaro che se non si vive attivamente ed interiormente, non è facile capire lo spirito e l'importanza dell'evento religioso. Ieri sera, a conclusione del convegno sulle Corali, tenutosi a poche centinaia di metri dal Duomo, ho avuto modo di partecipare (devo aggiungere orgogliosamente), ai Vespri Solenni cantati. Cattedrale gremitissima, ovviamente come nelle più grandi occasioni. A presiedere l'evento S.E. Mons. Calogero La Piana, vero faro per la cristianità del nostro territorio. E' giusto ricordarlo, l'Arcivescovo di Messina La Piana, è lo stesso uomo che ha condannato losche sette massoniche che oscurerebbero lo sviluppo della città, ed è la stessa persona che, presiedendo onorevolmente mesi orsono ai funerali di Stato di alcune delle vittime della tragedia di Scaletta e Giampilieri (dello scorso 1 Ottobre), non ha esitato, rivolgendosi alle alte cariche politiche presenti alla funzione, in primis il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a condannare certi comportamenti miopi e costituiti esclusivamente da "parole vuote" e non di fatti concreti e di reali aiuti alle famiglie superstiti colpite, nonchè deboli e spesso abbandonate a loro stesse.
Non posso che chiudere questo mio breve accenno al solenne evento mariano, augurandomi che la Madonna della Lettera interceda ancora verso suo figlio Gesù in questo giorno di preghiera, là dove le immani pene di coloro che giacciono da sempre nell'abbandono, ora per questa ora per quell'altra offesa comminata dal potere, da qualunque parte esso sovrintenda.
"Madonna della Lettera, salva Messina, salva Messina".
Giovanni BonarRIGO







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lunedì 19 aprile 2010

FURCI SICULO. La "Corale Madre Veronica" canta Cristo agli anziani dell'Oasi S. Antonio












Domenica 18 Aprile 2010 ore 17:00. Ieri, noi della "Corale Madre Veronica", (un eterogeneo ma affiatato gruppo di giovani e meno giovani in cui io canto da tenore), ci siamo ritrovati in un luogo in cui credo abbimo potuto offrire ai nostri fratelli anziani il frutto di uno dei doni che Dio ha dato a noi. Infatti, in un'ora di canti sacri presso l'Oasi Sant'Antonio di Furci, gli anziani presenti quale pubblico nell'aula convegni della "Casa di Ritrovo", (preferisco "casa di ritrovo" a "casa per anziani" o peggio ancora "ospizio", come si usava chiamarli un tempo), hanno gradito molto, applaudito e si sono anche commossi. Fra un canto e l'altro, uno di di questi cari anziani ci ha dedicato anche una "stornellata" improntata lì sul momento, come si usava fare un tempo. In totale, abbiamo intonato dieci canti di Lode al Signore. Alla fine dell'esibizione magistralmente diretta come sempre da Suor Graziella Pulitano, salutando gli anziani, sono state rivolte a me queste parole da una di loro: "fra tanti giovani che fanno danni in giro, voi avete scelto di fare qualcosa per gli altri, bravi!". Io, l'ho ringraziata quella donna, e dentro di me, pur ben sapendo di non aver fatto nulla di speciale, ma poco e sicuramente non in maniera eccellente seppur col cuore, sono tornato a casa contento.
Infatti, mi dico spesso: pur nelle debolezze umane e nelle contraddizioni che possono nascere fra persone, ciò che conta è offrire pienamente quel poco (che sempre poco è) che facciamo per gli altri fratelli più deboli, in assoluta consapevolezza che siamo noi che abbiamo bisogno di lodare Dio. Ricordando poi quanto diceva la bun'anima di Padre Marino Peditto, scomparso lo scorso 25 Marzo: "non è Dio che ha bisogno di essere lodato, perchè lui è già il bene immanso, ma siamo noi che abbiamo bisogno di lodare Lui".

Giovanni BonarRIGO


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sabato 10 aprile 2010

Gesù, non è morto inutilmente!














L'altro giorno, leggevo un accorato articolo su un sito di un'amica di paese. Mi colpiva scorrere con lo sguardo fra quelle righe di scritto nelle quali la donna nonchè madre, raccontava il proprio lunedì di pasquetta trascorso in semplicità assieme alla propria famiglia, occasione per apprezzare ogni piccolo gesto e ogni frutto della terra raccolto in quella mezza giornata di pace in campagna. In quella riflessione, la scrivente ricordava i sacrifici degli ormai anziani genitori e della madre in particolare, madre con i calli alle mani, il volto rugoso ma sempre speranzosa che tanto amore da lei donato alla famiglia, fosse tramandato un giorno alla memoria di chi succedendo, l'avrebbe testimoniato e magari tramandato.

Nell'articolo però, in un sussulto di quasi rabbia, la stessa si rivolgeva a quanti (a suo dire) "si battono il petto andando in chiesa ogni domenica, mentre tanta gente muore di fame", quì facendo riferimento alla gente che ha perso tutto nella recente alluvione dell1 Ottobre scorso, oppure a persone ammalate che non possono nemmeno lavorare per guadagnarsi da vivere ed avrebbero bisogno di un aiuto pratico e concreto. Così aggiungeva: "quella gente che si batte il petto in chiesa, non partecipa a quella merda di colletta alimentare che abbiamo organizzato per i poveri".
Ebbene, basso della mia modesta esperienza personale, quasi tralasciando il fatto che io stesso faccio parte di coloro che in chiesa ci vanno ogni domenica, voglio ragionare su quanto leggittimamente dichiara questa mia amica.

E' vero, non basta frequentare la chiesa per essere dei buoni Cristiani e tantomeno ci si può ritenere migliori per aver fatto ciò, anzi, ritengo siano più vicini a Dio coloro che (praticanti o non) nel silenzio e lontano dai clamori dell'ostentazione di se, operano il bene e non lo pubblicizzano, agendo in silanzio.

Tuttavia, noi Cristiani cattolici, siamo liberi di frequentare la santa Messa ogni domenica o di non farlo affatto, sebbene a mio modesto parere, come è sbagliato "battersi il petto" professandosi giusti con le mani giunte e poi uscendo da quell'ora di Messa solenne ignorarsi appena superato lo scalino della chiesa (se non anche all'interno della stessa "Casa di Cristo"), è altrettanto errato giudicare da fuori coloro che frequentano la chiesa e ascoltano la "parola di Dio" magari solo perchè coscienti di non volerlo fare a propria volta.

E' anche vero che, le stesse astuzie della vita, le stesse prevaricazioni, lo stesso distinguo pratico fra classi sociali, (cose che probabilmente l'amica mia conosce anche meglio di me), spesso si possono ritrovare anche fra i banchi di una chiesa o nell'assegnazione di certi seggi o compiti in occasione di Feste Comandate e perfino di riunioni di preghiera nei "Gruppi di Presenza biblica". E' vero, noi peccatori, spesso, ansichè portare fuori dalla chiesa l'insegnamento della "Parola di Gesù", portiamo dentro le sue mura le nostre miserie, i nostri delicati equilibri sociali, le nostre furbizie, se non addirittura ire e frustrazioni. Ma, ciò non significa per forza che dobbiamo "buttare a mare tanto grano raccolto, solo perchè insieme ad esso coesiste la zizzania". Ricordiamolo ancora: fra i Fedeli della Chiesa, (quì da noi come ovunque nel mondo), c'è anche tanta brava gente che Crede e mette tutta se stessa in ciò che fa anche fuori dell'orario della Messa, questa gente non lo va certo a raccontarlo in giro ed è così che bisogna fare per essere buoni cristiani.

Giovanni BonarRIGO
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lunedì 5 aprile 2010

Pasqua di Resurrezione. Consacrata ieri, si rinnova oggi e ogni giorno!

Cari lettori del blog, vi rinnovo i miei auguri per la Santa Pasqua del Signore Gesù. La Pasqua è una grande festa, è momento di unione e riflessione nella Fede cristiana ma anche nella fratellanza universale. Gesù, il figlio di Dio fattosi uomo, morì sulla croce non per i suoi ma per i nostri peccati. Gesù, che aprì gli occhi ai ciechi, che guarì gli storpi e ridonò la vita a Lazzaro, messo di fronte alla platea perchè fosse deciso fra lui e Barabba chi dei due dovesse essere liberato, ebbene, gli fu preferito un brigante, un assassino. Perchè così era scritto e, consentitemi, così sapeva scegliere e sceglie l'uomo.

Oggi, è lunedì dell'Angelo, giornata della letizia, perchè quel Cristo inchiodato sulla croce il terzo giorno dalla morte è risorto e si è rivelato alle genti prima di ascendere al cielo. Oggi, la gente festeggia, una volta si usava andare in campagna, si mangiava a sacco sull'erba. Oggi, forse ci si riunisce prevalentemente in più comodi ristoranti. Ma non è questo il punto. La Pasqua di Resurrezione è di ieri e di oggi, ma è di ogni giorno della nostra vita, se noi, pur nella nostra umana debolezza, sappiamo seguire la via che Cristo ci ha insegnato. Ma qual'è questa via non sarò certo io a dovervelo dire, ma il profondo della vostra e nostra anima. Santa Pasqua a tutti.
Giovanni BonarRIGO
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giovedì 1 aprile 2010

GIOVEDI' SANTO. Cena del Signore












Nella Santa Messa di questa sera, sarà celebrata l'ultima cena di Cristo con i suoi Apostoli. Mistero della Fede. Un momento di grande intensità nel quale si rinnova l'istituzione dell'Eucaristia. Ecco il mio Corpo, "ecco il mio Sangue, mangiatene e bevetene e vivrete in eterno".
Siamo ormai vicini al Santo giorno della Pasqua. Mentre nella Pasqua ebraica, si celebrava il "passaggio" del popolo d'Israele dalla schiavitù alla libertà, nella nostra Pasqua noi ricordiamo che Gesù, duemila anni orsono è morto per crocefissione non per i suoi ma per i nostri peccati, ed è risorto il terzo giorno per rivelarsi agli increduli ed ai dubbiosi, presenti anche fra i suoi stessi Apostoli.
Festeggiamo in serenità e condivisione la Santa Pasqua.
AUGURI a TUTTI!
Giovanni BonarRIGO
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venerdì 26 marzo 2010

E' spirato Padre Marino Peditto, per anni punto di riferimento spirituale per l'intero comprensorio jonico

E’ morto ieri a Pedara, nella casa salesiana, don Marino Peditto. Il sacerdote era stato a lungo ad Alì Terme, Taormina e, di recente, presso la parrocchia S. Matteo di Giostra, a Messina, dove saranno celebrati i funerali, domani alle ore 10:30.
Don Peditto, parroco Salesiano, che per lunghi anni fin dalla gioventù fu missionario in India, era molto noto nella riviera jonica, tra l’altro per aver ricoperto il ruolo di padre spirituale dell’associazione Progetto speranza. Era un punto di riferimento per tutto il territorio, in particolare per i gruppi del Rinnovamento nello spirito. Vogliamo ricordarlo con somma commozione, per essere stato nostra Guida spirituale nel Gruppo di Rinnovamento dello Spirito di Alì Terme, di Furci (negli incontri della chiesetta di Grotte e presso Centro Polivalente, in occasione del Ritiro una domenica al mese), di Santa Teresa di Riva, presso la chiesa della Madonna del Carmelo (Gruppo Gesù Re). Ovunque lo si chiamasse per dare conforto in Cristo, Don Peditto non si tirava indietro, nonostante le sue precarie condizioni di salute e l’anziana età. Umile Servo di Dio, uomo di cultura e di saggezza, nei suoi discorsi biblici e di sue esperienze missionarie (rivolti in modo elementare per essere capiti da ognuno) a noi fedeli, ripeteva instancabilmente che: “Tutti gli uomini sono chiamati ad essere Santi”, ciò per ribadire, qualora ce ne fosse di bisogno, che la Fede è un bene rivolto a tutta l’umanità e nella quale ognuno è chiamato, anche se pochi sono coloro che rispondono “Si”. Un “Si” pieno e totale, come quello che quest’uomo di Dio ha dimostrato di aver testimoniato, attraverso le opere di una vita. Diceva: “Toglietevi almeno un difetto all’anno”. Don Peditto, aveva ricevuto da Dio dei doni dello Spirito che io stesso sento a ricordare per quanti fossero, uno di questi fu la “Conoscenza”. Don Peditto ti leggeva dentro, ti conosceva meglio di te stesso e, sapeva orientare il tuo cambiamento qualora tu lo volessi veramente. Si, quando pensiamo a coloro che anno conosciuto in vita, Santi come Pio da Pietralcina, allora dovremmo pensare di aver avuto anche noi questa fortuna e fare tesoro di quanto ci è stato piantato dentro il cuore. Il cammino del prete uomo peccatore come tutti noi è terminato ieri, ma è già iniziato il viaggio del Santo in quel Paradiso da lui sempre annunciatoci. Nelle pene di ogni famiglia, nelle sofferenze di quanti credono, hanno creduto e crederanno, Don Peditto, da oggi diventa figura immortale, viva per sempre.
Giovanni BonarRIGO

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venerdì 19 marzo 2010

Oggi si festeggia San Giuseppe, padre putativo di Gesù















Tanti auguri a tutti i Giuseppe, i Giuseppina, i Pippo, i Peppino ecc. Dalle mie parti si usa fare dei dolcetti fatti in casa, chiamati "crispeddi". C'è ne sono di diverso tipo, (io ne conosco due tipi), "cà passula" (uva passa), praticamente (per chi leggesse da territori differenti dal nostro), sono delle frittelle di farina, e "cà ricotta": dei veri e propri panzerotti ripieni di ricotta. Queste "crispeddi", fanno parte della nostra tradizione e... anche dei miei ricordi di ragazzino.

Se anche nel calendario non viene segnata come Festa nazionale ("non signa russu", si diceva un tempo), la giornata dedicata a San Giuseppe, padre putativo di Gesù e sposo di Maria Santissima, (giornata che è anche festa dei papà). Questa giornata, ha per me una valenza di profonda religiosità e tradizione, rafforzata nel percorso cristiano quaresimale, che ci porta alla Santa Pasqua. Se è festa di San Giuseppe - patrono dei lavoratori - quindi, è festa della famiglia tutta, è festa dell'unione fra le genti e perchè no, dell'amicizia, della condivisione terrena e spirituale.
La nostra giornata, sia dedicata alla preghiera rivolta a San Giuseppe. Il nostro pensiero sia rivolto agli anziani soli, ai più deboli, agli emarginati. La nostra preghiera sia per gli altri, non per noi stessi. I nostri gesti, siano d'augurio. Un augurio che venga dal profondo del cuore.
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domenica 7 marzo 2010

VECCHI DURI, VECCHI IMPENITENTI, VECCHI... ABBANDONATI


RIFLESSIONE PER LA SETTIMANA

Una volta, quando da fanciullo siedevo accanto "a bracera" nelle serate d'inverno, e insieme ai miei nonni paterni guardavo la TV, tante cose erano differenti da adesso. Si, quanto scorre lenta eppur veloce questa nostra vita. Vita fatta di sogni di bambini, di compiti di scuola, di voti sulla pagella, di sorrisi d'estate e di ginocchia sbucciate, di regali scartati sotto l'albero, di lunedì di pasquetta trascorsi in campagna e, poi tutto d'un tratto di ricordi, di rimpianti amari per un caro perduto.
Una volta, come nelle belle favole raccontate dai nonni, certi valori avevano il loro peso. Gli anziani stessi erano una risorsa di cui non poter mai fare a meno anche se piccini. Mi nutrivo dei loro ricordi, dei loro ripetuti racconti e, anche se a volte mi annoiava il doverli riascoltare ancora e ancora, mai mi alzavo mentre il nonno recitava la sua storia, la sua poesia di vita.
Ma quanto tempo è passato, se oggi, siamo noi stessi degli uomini e donne maturi (o sposati) e quei vecchi non sono più fra noi? Adesso sarebbero i nostri padri e madri a voler raccontare la loro storia ai nostri nipoti, ai nostri figli. Ma dove sono i ragazzi? Non c'è più il vecchio braciere accanto al quale rannicchiarsi, ma più ancora manca quel rispetto e quel senso di appartenenza alla vecchia famiglia. Noi corriamo ogni giorno, inseguiti da noi stessi, dalle nostre cose, e guardiamo avanti. Ma non siamo migliori.
Oggi, i vecchi sono un peso di cui scaricarsi, e forse di loro ci interessa tutto tranne la loro esperienza. Domani, un lontano domani... saremo noi stessi vecchi, e allora? Che ne sarà di noi?
Mi rammarico di constatare che la sofferenza di certe famiglie non sfocia nella reciproca condivisione e reciproco aiuto. Forse, basterebbe allungare una mano. Condivisione fatta anche di piccole cose, forse anche di un pezzo di pane mangiato al tavolo di cena con quegli anziani caduti di moda e rifiutati. Quegli anziani a volte duri, retrogradi se vogliano, e per noi impenitenti.
No, non vuole essere mera retorica la mia, essa invece, vuole rappresentare una riflessione su quella grande "pianta" che è la famiglia, la famiglia patriarcale di cui i vecchi erano orgogliose e graditissime radici. Tante paure anche nei tempi passati hanno minato l'unione dei questi nuclei d'amore e di povertà, ma c'era un'arma data loro da Dio, il reciproco perdono. A volte certe fratture ideologiche sembrano insanabili. A tutto si può porre rimedio finchè la vita ci dona il suo alito di speranza. Io credo ancora in quei valori, forse sarò un retrogrado anch'io, certamente un peccatore impenitente anch'io, ma non "vedo" una Santa Pasqua senza vera condivisione in famiglia e con la famiglia. No, non quella che in siciliano su suole definire "facci lavata", la condivisione. La condivisione è solo quella che scaturisce dal cuore. Un regalo vale se fatto con il cuore, un'azione, una visita ad un anziano solo, vale se fatta con spirito di condivisione e senza scopo di lucro. Fanciullo nipote mio, ben tornato, siedi accanto "a bracera", sono tuo nonno che ti vuole bene!
Giovanni BonarRIGO
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lunedì 22 febbraio 2010

Dal Vangelo di Luca, le tentazioni di Gesù insegnano ad ognuno di noi

RIFLESSIONI PER LA SETTIMANA

Vangelo di Luca (4, 1-13)
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane". Gesù gli rispose: "Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l'uomo".
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Illustri teologi avranno esaminato milioni e milioni di volte questi concetti, queste parole di Gesù, e ne avranno tratto biblioteche intere di carta. "Non di solo pane vivrà l'uomo", infatti, più che ai piaceri della gola, in cui ogni uomo cade, si compiace e ne può diventare succube e vittima, a mio avviso, dovrebbe far pensare a tutto ciò che è terreno e non spirituale. A tutto ciò che nutre ma non lo stomaco ma lo spirito.

Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: "Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perchè a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo">. Gesù gli rispose: "Sta scritto: "Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto".
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Cos'è il potere terreno che il diavolo può dare? Cosè la gloria dei Grandi della Terra? Ma anche la gloria dei leader di immense città e dei caporali di paese, cos'è? Cosa rappresenta? Pensa, la gente che si genuflette al tuo cospetto, perchè sa che tu hai il potere di decidere, per il si o per il no. La gente... trema, perchè sa che hai la legge dalla tua parte, hai le amicizie giuste, sei (come si dice) un pezzo grosso. E ridi, sghignazzi, vedendo genuflettersi quei miserabili quei pezzenti. Pensi, magari fra di loro ci sono tanti ruffiani, caporali a loro volta, aguzzini, cravattari a loro volta. Chi di noi, (me compreso, ovviamente) dirà se messo alla prova, di fronte alla tentazione del potere: "Il Signore solo adorerò, a Lui solo renderò culto?". Chi di noi, sceglierà di seminare bene raccogliendo ingiurie e tradimenti in cambio di beni terreni in un aldilà che non vediamo e del quale non esistono prove scientifiche?

Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: "Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù da quì; sta scritto infatti: "Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinchè essi ti custodiscano"; e anche:"Essi ti porteranno sulle loro mani perchè il tuo piede non inciampi in una pietra".
Gesù gli rispose: "E' stato detto: "Non metterai alla prova il Signore Dio tuo". Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
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Tentazioni, tentazioni che non finiscono mai. Quando sfidiamo la sorte ed il pericolo senza avere alcun bisogno di farlo, "tanto c'è il Signore che ci protegge", noi tentiamo Dio. Quando desideriamo una vita dissoluta e spericolata perchè è meglio vivere intensamente e godersi la vita... non è certo il volere di Dio che facciamo ma il nostro. Magari, poi, una volta "caduti" ci rivolgiamo a Lui... e se non ci esaudisce subito... ci rivolgiamo a maghi, fattucchiere, ed a chiunque ci prometta risultati tangibili ed immediati. Ma era Dio che volevamo, oppure...?

E, quando abusando, usiamo anche i mezzi tecnologici di internet (fra cui Facebook) per augurare la morte a qualcuno, per inneggiare al tiro al bersaglio su innocenti meno fortunati di noi, noi insultiamo Dio. Nessuna scusa possono accampare persino gli atei, perchè il senso del bene e del male, del giusto e del non giusto è dentro ognuno di noi. Dentro ogni uomo. Basta ascoltarlo. Capita così, che tanti atei operano per il bene senza farsi domande, mentre finti religiosi Cristiani o di altro culto... usano (od hanno usato nei millenni) il Crocifisso e la "parola", come arma impropria per raggiungere furbescamente sanguinari scopi di potere e di distruzione dell'avversario. "Non tenterai il Signore Dio tuo".
Giovanni BonarRIGO
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giovedì 11 febbraio 2010

Per quella visita della Madre Generale. Corale Madre Veronica














ROCCALUMERA - Istituto Suore Cappuccine del Sacro Cuore - (9 Febbraio 2010) - Ore 21:00; come anticipatoci, è venuta a visitarci la Madre Generale. Noi della "Corale Madre Veronica" (gruppo costituito da ragazzi e ragazze, giovani e meno giovani, "schetti e maritati"), abbiamo pensato bene, in accordo con la nostra direttrice Suor Graziella, di organizzare un mini concerto apposta per Lei. Così, dopo un breve discorso di Rita, che ci ha introdotto ai canti sacri e la presentazione degli stessi avvenuta per voce di Giovanni, ci siamo esibiti in numerosi brani, fra cui: "Dio è Amore", "Rimani con noi", "Gesù verrà" e per concludere, un doveroso e sentito "Grazie Madre Veronica". A seguire, il discorso della Madre Generale, ha elogiato i nostri canti, dai quali, ha dichiarato lei stessa: "Si sentiva non solo l'impegno ma il sentimento, il cuore che noi profondevamo in essi". Di ciò, non possiamo che esserne gioiosi.

Personalmente, io, nuovo all'interno di questo bel gruppo, (la mia prima esibizione pubblica avveniva proprio pochi giorni fa all'interno della Santa Messa), la cerimonia si realizzava in occasione del sessantesimo anniversario della nascita al cielo di Madre Veronica Briguglio, avvenuta proprio nella chiesa di Sant'Antonio di Padova), che riunisce elementi più bravi e più preparati di me da diversi paesi della riviera jonica. Quella sera, ho notato la mia emozione unita a quella di un po' tutti i presenti. Quei canti erano preghiere, quei canti erano lode a Dio, Signore delle nostre vite, quei canti erano rivolti a Gesù che cammina con noi e con noi rimane. Io credo che nulla avvenga per caso, si percorrono determinate vie perchè Lui ci ha "chiamati". A volte abbiamo risposto si, altre volte abbiamo rivolto la nostra attenzione da un'altra parte. Così, se Dio vorrà, canteremo ancora, canterò ancora... e tornando a casa, ogni volta porterò con me qualcosa di importante, qualcosa di grande. Una rinnovata Fede, una rinnovata forza.

Fu in occasione del centenario della fondazione dell'"Istituto Suore Cappuccine del Sacro Cuore", che fui chiamato dall'allora Assessore al Turismo a realizzare il bozzetto per quello che rimarrà come il primo annullo postale speciale figurato della storia di questo mio paese. Roccalumera. 15 Marzo 1997. Le cartoline che raffiguravano l'Istituto, venivano annullate sul francobollo dal funzionario dell'Ente Poste con quel timbro "l'Annullo Postale appunto", che ne faceva oggetti anche di valore filatelico che crescerà nel tempo. In quella occasione (non percepii una lira per quanto avevo realizzato), fui però ben lieto di offrire i miei talenti non già per l'evento in se, ma per ciò da cui era scaturito e benedetto.

Giovanni BonarRIGO


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domenica 31 gennaio 2010

DAL VANGELO SECONDO LUCA (4, 21-30)

RIFLESSIONE DELLA DOMENICA
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato". Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: "Non è costui il figlio di Giuseppe?". Ma egli rispose loro: "Certamente voi mi citerete questo proverbio: "Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche quì, nella tua patria!".
Poi aggiunse: "In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova in Zarèpta di Sidòne.
C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro". All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costrita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Parola del Signore.
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sabato 9 gennaio 2010

Casalvecchio Siculo. Lo ricorderò per sempre così!



Le parole, i commenti, le riflessioni - dopo aver visionato il video - mettetecele voi!

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domenica 15 novembre 2009

Furci. Padre Sinitò trasferito a Taormina, lettera di Maria Rita Prestipino

Furci Siculo - E' proprio di ieri pomeriggio l'annuncio (che ci rattrista molto), a voce del parroco stesso, del trasferimento del Sacerdote di Furci, Calcare e Grotte, il quale verrà trasferito a Taormina per sostituire Don Cafeo. Alcune voci, indicano come sostituto di Sinitò, Padre Massimo Briguglio (attualmente in forza a Santa Teresa di Riva). Padre Salvatore (leggi lettera in basso), nei suoi 14 anni di sacerdozio presso la comunità furcese, ha svolto un lavoro umile e intenso che lo ha portato (pur fra contraddizioni e fraintendimenti), ad avvicinare numerosi fedeli alla Fede attiva ed alla professione della Carità cristiana. Oggi, è tale l'attaccamento di catechisti, fedeli e laici, che si vocifera gia che sarà organizzata una manifestazione di pacifica protesta, affinchè il Sinitò rimanga a Furci.


RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
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IL CAMMINO DI CRESCITA DELLA CATECHESI CON PADRE SALVATORE
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“L’ uomo è la prima strada che la Chiesa deve percorrere nel compimento della sua missione: egli è la prima e fondamentale via della Chiesa, via tracciata da Cristo stesso”.
Ho ritenuto necessario e doveroso introdurre l’articolo che sto per scrivere con queste affermazioni, perché esse confermano e avvalorano l’attività svolta del nostro parroco Don Salvatore Sinitò in questi 14 anni nei quali ha guidato la nostra parrocchia. Il suo operato continuo e incessante durante il quale non si è mai risparmiato anche svolgendo i lavori più umili, ci è stato di grande esempio facendoci comprendere quale fosse la logica che doveva guidare il nostro cammino, una sola quella del servizio incarnata da Cristo stesso “Chi vuole essere il più grande tra voi sia il servo di tutti”, logica incrollabile che lo ha fatto perseverare nel suo apostolato malgrado le incomprensioni, le offese e le sofferenze. Al suo arrivo dopo una delicata fase di transizione, ha chiesto l’ aiuto di tutti accogliendo qualunque persona di buona volontà che fosse stata disposta ad aiutarlo per la realizzazione della sua attività pastorale. Sono stata tra le prime persone chiamate a collaborare e assieme a tanti altri catechisti e genitori abbiamo intrapreso un cammino di formazione guidati dalla sua presenza vigile e costante. Anche le Ancelle Riparatrici allora presenti a Furci lo hanno validamente sostenuto collaborando con lui in modo costante. La sua prima preoccupazione è stata la preparazione e la formazione degli operatori pastorali ed in particolare dei catechisti. Per questo motivo subito il nostro gruppo assieme al suo parroco ha iniziato a frequentare il progetto TABOR, corso biennale di formazione dell’ Ufficio Catechistico Diocesano; così coinvolgendo anche le famiglie abbiamo iniziato l’ attività catechistica all’ insegna del rinnovamento e con grande entusiasmo, riuscendo a portare in chiesa anche persone che ormai da anni se ne erano allontanate.
Non sempre la nostra attività è stata facile e spesso per la nostra intraprendenza e per il nostro andare contro corrente, siamo stati fraintesi e anche strumentalizzati, per colpire ad arte l’ operato del nostro parroco, al quale non abbiamo però mai fatto mancare il nostro sostegno e la nostra valida collaborazione. Del resto Gesù stesso disse che così sarebbe stato per tutti coloro i quali avessero deciso di lasciare tutto per seguirlo. “Beati voi quando vi insulteranno vi perseguiteranno e, mentendo diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”. (Mt 5,11) Questa dunque è la forza della speranza che viene da Cristo Gesù, che vivifica e benedice gli sforzi e le sofferenze di chi lo segue fino in fondo rinnegando se stesso per spendersi interamente a servizio e per il bene della comunità che gli è stata affidata.
Ovunque il Signore vorrà che il nostro parroco padre Salvatore svolga il suo ministero, la nostra preghiera costante ed il nostro affetto gli saranno vicini; per tutti noi è stato una guida spirituale, un padre, un amico sincero, una persona su cui potere sempre contare, che malgrado tutto ha sempre dimostrato serenità nascondendo la sua sofferenza. Grati ringraziamo il Signore per il dono del suo sacerdozio, sicuri che sempre lo assisterà dandogli forza e coraggio. Lo stesso sentimento di gratitudine, rivolgiamo inoltre a Mons. Cannavò, Marra e La Piana, i quali ci hanno dato la possibilità di crescere sotto la guida del pastore cui hanno affidato la nostra comunità durante questi 14 anni.
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La responsabile dei catechisti
Maria Rita Prestipino
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venerdì 6 novembre 2009

Il Crocifisso. Da simbolo della Cristianità a pomo della discordia

























Quando, un paio di anni fa, ebbi il coraggio di raccontare su questo blog la vita di San Francesco d'Assisi e poi di San Giovanni il Battista, non credetti di aver fatto "cosa grande", ma di aver evidenziato come la semplicità porti alla Fede e la Fede porti ad una vita di rettitudine e di condivisione. San Francesco d'Assisi, ottocento anni fa, proveniente da una famiglia benestante e facoltosa, fu "chiamato" da Dio a ribadire la povertà e la semplicità, là dove proprio la Chiesa di Roma era ormai incamminata verso il latifondismo, la gozzoviglia e la lussuria. Molti secoli prima, Mosè salì sul monte Sinai e lì vi rimase per quaranta giorni e quaranta notti, dopo di che ricevette le Tavole della Legge con i Dieci Comandamenti e Dio stesso gli disse: "scendi dal monte, perchè la tua gente (che era il Popolo Eletto), si è corrotta".

Oggi, - a parer mio - la globalizzazione che tanti vantaggi ha portato ma che comunque sta lasciano le popolazioni del terzo mondo a morire di fame e di sete, ci insinua idee nuove che in realtà sono solo "babele". A sollevare il problema dei Crocifissi nelle scuole è stato un musulmano, credo, ma oggi, pare essere diventato invece un problema nostro. Degli italiani tutti. Ho letto molti commenti su Facebook, alcuni vedono il Crocifisso come una imposizione, altri come un'appartenenza quasi politica, uno dei commenti, addirittura, testuali parole dice: "A me sembra (e lo so che sono molto provocatoria) che il crocifisso messo nei luoghi pubblici non sia molto diverso dalle tracce di pipì degli animali che marcano il territorio".

Che dire, anch'io sono stato un bambino che ha frequentato la scuola Elementare. Indossavo il grembiule azzurro con il colletto bianco, in classe dietro la cattedra erano appesi la foto incorniciata di Giovanni Leone Presidente della Repubblica ed un Crocifisso in legno. In prima elementare, ogni mattina, prima di iniziare le lezioni, ci alzavamo impiedi e recitavamo un'Ave Maria. Mai, mai mi sono sentito oppresso dalla presenza del Crocifisso in aula, mai ho fatto nella mia testa equazioni simili a quelle che si fanno in questi giorni. Io ed i miei compagni eravamo volenterosi o non, figli di Cristiani praticanti o non, ma quando arrivava il Santo Natale, sapevamo che quella era la Festa della fratellanza e del perdono, la Festa della nascita di Gesù. Non era l'Halloween dei teschi e della zucche, non era la festa delle renne o di Babbo Natale che pure esisteva come esistevano regali, panettoni, alberi multicolori e "ciarameddi". Saranno passati poco più di trent'anni e sembra che le liti stiano prendendo il posto della fratellanza, in conseguenza di una quanto mai mendace "libertà di culto" e/o "laicità".

La Corte suprema Europea, ha decretato la soppressione dei Crocifissi dalle aule? Silvio Berlusconi ha detto che invece rimarranno? Bene! Io dico che il libero culto rientra appieno nella legge di Dio, nella "parola" della Bibbia, ma ciò che sta accadendo è l'inizio di una decadenza dei valori che vorrà sopprimere Cristo da ogni luogo pubblico. Ricordiamolo: Se siamo Cristiani Cattolici lo siamo per noi stessi e lo testimoniamo con le azioni di ogni giorno. Se loro sono Musulmani o di altro credo, lo sono per loro stessi e lo testimoniano con le proprie azioni. A proposito, lo sapete quante quante volte al giorno si inginocchia a pregare un Musulmano durante una giornata? Cinque volte... mentre molti Cristiani, (forse), lo fanno una volta alla Domenica quando si ricordano di andare in chiesa. Io penso che (e, pur essendo praticante mi metto totalmente nel gruppo), noi Cristiani moderni siamo "tiepidi" nella Fede. Tiepidi non verso Benedetto XVI od i parroci ma verso Dio stesso. Siamo "tiepidi" e frammentati. Eppure, ancora oggi esistono i miracoli, esistono le testimonianze e con esse la "speranza".
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