Il GRIDO (Il Blog su Roccalumera e... non solo)

lunedì 31 gennaio 2011

Vi invitiamo a partecipare....è un dovere per la nostra MARTORIATA MESSINA

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO (messaggio a cura del Movimento Consumatori del Sud)

Continuiamo a vedere nascere nuove Associazioni, nuovi Movimenti, tutti di gente libera, diversa e che vuole un mondo migliore. Ma cosa si intende per un mondo migliore, visto che alla fine di ogni dibattito si rinvia al prossimo dibattito la discussione degli atteggiamenti da assumere.

Ma cosa si intende per cambiamento? Quando arriverà la volontà vera di fare in modo che le cose cambino? Che senso ha continuare a creare nuo...ve associazioni quando già ne esistono a centinaia…o forse è il solito vecchio vizio di essere Presidenti di qualcosa?

Oggi Messina è allo sbando, OGGI. Oggi che ne parliamo e scriviamo!

Oggi Messina è nel baratro e sta precipitando sempre più in fondo. Oggi, adesso e subito va fatta qualcosa. Oggi, che per vendetta fra politici scopriamo le marachelle di Natale, le regalie della signora Aliberti ad associazioni fantasma e che poco avevano di sociale (a meno chè una tombolata non sia un fatto altamente sociale, come una macchina parcheggiata a Piazza Cairoli).

Oggi, adesso e subito è l’ora di chiedere conto dei nostri soldi. Di chiedere se Ligabue canta messe o va in giro con un certificato di disabilità (le uniche due motivazioni per cui poteva risparmiare di dare 360.000 euro circa alla città di Messina, che notoriamente “naviga nell’oro”).

Ora, adesso e subito bisogna chiedere che senso ha avuto spendere 80.000 euro dei nostri soldi per una partita della Juventus. Ora adesso e subito dobbiamo chiedere conto degli affitti mai pagati delle case di proprietà comunale e quindi nostre – e stiamo parlando di circa 7.000.000 di euro che mancano dalle casse del comune di Messina - .

Ora, adesso e subito dobbiamo chiedere dell’allegra gestione del suolo pubblico a Messina. Ora, adesso e subito dobbiamo chiedere conto delle 12 vite spezzate nelle strade cittadine, dei 38 morti di Giampilieri, dei 7 morti dell’autostrada, dei morti del Segesta.

Ora, adesso e subito dobbiamo chiedere conto dell’Arsenale che ha chiuso, dell’Ospedale militare che ha chiuso, della degassifica che ha chiuso, della Smeb che ha chiuso, della Marina Militare che non esiste più, dei 9 Messinesi al giorno che emigrano perché questa città evidentemente non li vuole.

Ora, adesso e subito dobbiamo capire perché RFI leva navi dallo stretto, perché vengono eliminati i treni a lunga percorrenza, perché i pendolari non sono salvaguardati.

Ora, adesso e subito dobbiamo e possiamo fare qualcosa per Messina se davvero siamo diversi e se amiamo questa città, altrimenti ….diciamo la verità: ci basta il nome in un giornale, ci basta essere stati organizzatori di un piccolo evento, ci basta conservarci quel piccolo ritaglio di giornale da mostrare, un giorno, ai nipoti…ma cortesemente finiamola di dire che siamo DIVERSI.

Quindi oggi se davvero vogliamo fare qualcosa diamoci un appuntamento subito: organizziamo una grandissima manifestazione davanti al tribunale il luogo dove dobbiamo cercare le risposte! E già che ci siamo gridiamo forte in maniera tale che ci si possano sentire anche dall’Università che è il luogo dove dovrebbero formarsi le coscienze e la cultura.

Siamo stati duri volutamente perché non è più tempo di belle parole, queste se le possono permettere solo le società ricche ed evolute, e lo siamo stati nella speranza che tutti quelli che fino adesso hanno fatto solo parole vogliano davvero cambiare e quindi subito ci organizzeremo affinchè le nostre domande abbiano finalmente risposte! E per non correre il rischio di continuare a ballare mentre il Titanic sta affondando inesorabilmente … Cordiali saluti e speriamo di essere in tanti.

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venerdì 21 gennaio 2011

MADE in ITALY: SEMPRE PIU' GOSSIP, SEMPRE PIU' INCERTEZZA OCCUPAZIONE!










Oggetto: MADE in ITALY ( parte 1 )
Permettetemi una riflessione sull'attuale situazione politica e sociale italiana in seguito agli ultimi eventi che in rapida successione hanno senza alcun dubbio determinato e determineranno nei successivi sviluppi nuovi scenari. Perché appurato che con il trascorrere del tempo non si intravede nessun cambiamento fondamentale e tale da rivoluzionare un sistema che scricchiola e cede dappertutto, come una nave in balia dei marosi, prima o poi tale sistema imploderà ed esploderà, come già sta avvenendo. Parto dal mondo della scuola e del lavoro, là dove due importanti novità hanno segnato il cammino già irto di problemi ed ostacoli: il decreto Gelmini e il Referendum di Mirafiori. Nel primo caso le forze politiche italiane, specie quelle della maggioranza, avevano la grande occasione di riformare in meglio l'impianto scolastico creando i presupposti giusti per rendere sia scuola che università validi e più idonei trampolini di lancio per il mondo del lavoro, snelli e moderni, salvaguardando cultura, professionalità e posti di lavoro. Si è fatto invece l'ennesimo "pasticciaccio" con l'idea tutta aziendale che un giovane debba già predisposrsi al suo futuro di precariato, dove è più importante infarcirsi di nozioni scientifiche e tecniche e proporsi con contratti "a progetto", oppure puntare a management e magari restare perfetto ignorante.
Non disquisisco sul fatto che andassero migliorate anche le parti scientifiche e tecniche, per le quali nutro assoluto rispetto, il mondo si sostiene sull'importante equilibrio tra cultura classica e scientifica e tale deve restare, ma tagliare sistematicamente quello che è cultura conduce ad un inevitabile impoverimento di tutti i valori positivi. La cultura, oltre ad essere un'occasione di riscatto dalla povertà come lo è sempre stato, oltre ad essere un'ottima chiave per permettere ai giovani di superare limiti, disagi sociali e disorientamenti, oltre ad essere un naturale arricchimento personale, è di per se stessa un bene comune e primario, come l'acqua che beviamo, come la nostra stessa vita. E la cultura, nonostante le scontate "geremiadi" sugli sprechi, sulle nuove discipline universitarie mai sentite prima, è anche lavoro, è incentivazione a impieghi in tutti i campi, è investimento, perchè gran parte delle risorse ad essa destinate vengono impegnate proprio per i compensi dei lavori ad essa collegati ( professori, ricercatori, musicisti, attori, artisti, impiegati tecnici dei suoni, scenografi, guardarobieri...ecc. fino agli addetti alle pulizie ). Si dice che 100.000 euro di cultura corrispondono a 2,5 posti di lavoro; i tagli imposti e i diversi indirizzi non faranno altro che creare nuova disoccupazione e inutile e dannoso precariato. E in ultima analisi danno non meno grave lo subirà proprio quel settore scientifico che il decreto vorrebbe tendere ad incentivare e tutelare, poiché i tagli effettuati andranno a impoverire il settore della ricerca, già duramente colpito in Italia, un fondamento basilare per la Scienza e la Medicina, e questo porterà all'inevitabile e oramai drammatica fuga dei cervelli all'estero.
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Oggetto: MADE in ITALY ( parte 2 )
Dalla scuola al lavoro il passo è immediato
e mentre da una parte il mondo politico e in specie quello governativo ha fatto poco o nulla per occuparsi di un settore vitale, forse quello dove maggiormente bisognerebbe intervenire e incidere per riformare e migliorare, dall'altra l'esempio di Mirafiori è illuminante sull'attuale crisi della società e del mondo del lavoro.L'aut aut imposto da Marchionne ai lavoratori FIAT è figlio di quel sistema recentemente esploso, basato unicamente sui capitali, sulle rendite, sulle speculazioni, mettendo in grave crisi il mondo intero. Ma come spesso capita quando lo specchio va in 1000 e 1000 frantumi chi ne paga in primis i danni provocati? I cittadini, le fasce più deboli, il ceto medio, gli operai, le persone comuni insomma, quando invece, per naturale e logica conseguenza di responsabilità, l'onere più grande spetterebbe a dirigenti e manager. E invece siamo all'assurdo e cioè che sia il manager a dettare legge e imporre ricatti ( la solita "deminutio libertatis" ) e determinare spaccature ( diviso l'avversario si gestisce meglio ), ricorrendo anche alle opzioni alternative che il mercato mondiale propone, con paesi dove si può meglio investire e dove la mano d'opera ha costi più bassi, alla faccia del Made in Italy. E così, oltretutto, si facilita ciò che invece dovrebbe avvenire al contrario : le Nazioni che si trovano in posizione di progresso, anziché fare da traino agli Stati meno progrediti e migliorarne la situazione, recedono e peggiorano per allinearsi a questi Stati meno progrediti. Come se in una Classe un professore, anziché rivolgersi agli studenti meno in gamba e cercare di portarli al livello dei migliori, cerca di sminuire i migliori per portarli al gradino inferiore e allinearli agli "asinelli".
Così a Torino si è vissuto un dramma nel dramma con il Referendum ( che rappresenta comunque il metodo più democratico per esprimere una scelta ), con il quale i lavoratori si sono trovati a dover scegliere se continuare a lavorare, ma con condizioni sempre meno umane e con ulteriori perdite di diritti, e portare così a casa uno stipendio, oppure rifiutare e assistere alla perdita del lavoro, alla cassa integrazione per i più fortunati, alla chiusura della fabbrica e al suo trasferimento all'estero. Il risultato favorevole al proseguimento del lavoro a Mirafiori, per ora, ha premiato soltanto Marchionne, che potrà introitare ulteriori profitti, perché ritengo che non debba mai rappresentare un premio salvaguardare lavoro e stipendio, specie per chi con quelli sostiene una famiglia intera, ma un basilare e intoccabile diritto e poterlo fare in condizioni che non ne determinino la sua assimilazione ad una bestia. Sarà perciò auspicabile che possa ricucirsi lo strappo con la FIOM e che il sogno dell'Amm. Delegato possa avverarsi perché tutto ciò rappresenterebbe un bene non solo per la persona in quanto essere umano, ma anche per l'Italia intera.
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Da ultimo vorrei trattare brevemente gli ultimi avvenimenti che riguardano ancora una volta le vicende giudiziarie del Premier e che ci hanno offerto, se ancora ne avevamo bisogno, un ulteriore squallido e penoso spaccato della politica nazionale. Che si sapesse di questi "vizietti" del Presidente del Consiglio e oramai noto, ma che intorno ad essi ci fosse tutto quel mondo direttamente e indirettamente legato alla "Res Pubblica" questo non solo crea indignazione, ma getta ulteriore sconforto e nausea su chi guarda la vicenda dal di fuori, come normale cittadino. Se già prima non ci sentivamo rappresentati, ora crea imbarazzo e vergogna "non" sentirci rappresentati all'estero da governanti e politici che mettono la Nazione alla berlina e la rendono in tutto simile da un "impero in decadenza", dove malcostume e mancato senso di indecenza si accostano alle già eclatanti forme di bugiarda informazione, di limitazione di libertà, di discredito della giustizia ai limiti dell'incostituzionalità e anche oltre. Già, perché a tutte le trombe e i tromboni accorsi in difesa del loro osannato leader vorrei solo citare l'art.54 della Costituzione, il quale, al secondo comma, recita espressamente che : "i cittadini cui sono affidati funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge". E la domanda nasce spontanea : il premier, che è la più alta funzione pubblica, ha adempiuto ed adempie alla sua carica con disciplina ed onore, come Costituzione detta? Se la risposta, come ritengo ovvio, è negativa, non capisco perché lo si debba ancora difendere e giustificare e non si vogliano invece le sue dimissioni per inadempiuti doveri, non solo etici e morali, ma soprattutto costituzionali, quella Costituzione sulla quale ha giurato il giorno del suo insediamento.La paura di perdere poltrone, agganci, aiuti, benefits fa novanta, e in virtù di tutto ciò, nella presa d'atto che trattare dei problemi reali che interessano il paese e non avere capacità di risolverli, sembra quasi che il Premier abbia volutamente creato scandalo ( avrebbe potuto, sempre con non minore biasimo, tra le sue tante ville scegliere quella più segreta e far tutto nel totale anonimato ) per trovare l'ennesimo sistema a deviare opinione pubblica, media e politica lontano dai temi che più riguardano la situazione italiana : lavoro, giovani, sanità, ambiente, giustizia e riforme. Credo che sia non solo fondamentale, ma anche più naturale e stimolante un confronto politico ed elettorale sulla base di programmi ed è su quelli che eventualmente Berlusconi dovrebbe cadere e venire sconfitto, ma è anche vero che se tanti anni di sua guida hanno prodotto poco e nulla, determinando bocciature importanti, festini e intrallazzi dannosi, continuo fango su magistratura e costituzione, non vedo perché debba continuare un doloroso e pesante stillicidio. E qualcosa mi dice che dietro al Primo Ministro ci sia tutto il mondo dei poteri forti, della mafia e della massoneria, dei servizi deviati, a tal punto che come il suo ingresso in politica, anche la sua uscita potrebbe essere strettamente legata alle decisioni che questi poteri più o meno occulti assumeranno : continuare a servirsi di un leader come lui, carismatico e potente, per mantenere salvi i loro loschi interessi, negli annosi intrecci tra mafia, malaffare e politica, oppure nel caso fosse "cotto" e non potesse più soggiacere a ricatti, farlo fuori. E intanto, tra chiacchiere, imbarazzi, indignazioni e liti a pagare siamo noi, poiché la forbice tra oligarchia ricca e il resto della Nazione va facendosi sempre più ampia, di riforme e risoluzioni nemmeno l'ombra e il miracolo della "moralizzazione" appare lontana e diafana chimera.
La politica, insegnava il Machiavelli cinquecento anni fa, è indipendente dalla morale, ma non per questo deve diventare uno strumento di egoistica affermazione personale: l'uomo politico deve restare al servizio della comunità.
E appunto non so se sia realistico attendersi una "moralizzazione" della politica secondo ( mutatis mutandis, s'intende ) il modello proposto dal Machiavelli : lo stesso scrittore rinascimentale alternava un approccio più razionale e pessimistico ad uno più passionale de ottimistico. Di certo la mia passione non accetta di rassegnarsi al quadro degradato dipinto mirabilmente da Sciascia nel suo straordinario romanzo "Il giorno della Civetta".
"Ma signori" disse Don Gaetano al ministro e al presidente "spero non mi darete il dolore di dirmi che lo Stato c'è ancora... Alla mia età, e con tutta la fiducia che ho avuto in voi, sarebbe una rivelazione insopportabile. Stavo così tranquillo che non ci fosse più...".
Michele Fronteddu




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domenica 2 gennaio 2011

ITALIA. Nel discorso di GIORGIO NAPOLITANO, un sentore di allarme sul futuro dei giovani

Il mio primo giorno di scuola, lo ricordo ancora, c'era affissa (dietro la cattedra della maestra), la foto incorniciata di Giovanni Leone. Da allora i Presidenti della Repubblica italiana se ne sono succeduti diversi: dall'ex prigioniero partigiano e amico dei giovani Sandro Pertini (eletto con la più alta maggioranza di voti, 832 su 995), a Francesco Cossiga (il picconatore), a Oscar Luigi Scalfaro, colui che affermava "io non ci stò" a Carlo Azeglio Ciampi il saggio, fino all'attuale Giorgio Napolitano.
L'altra sera, come molti spero, (ma pare che proprio i giovani non lo abbiano ascoltato), ho seguito con attenzione il discorso di fine d'anno del Capo dello Stato. Pare che, questo discorso, oltre a sorprendere me, abbia fatto saltare sulla sedia più di un politico. Tranne poi minimizzare o ammorbidire il dramma paventato da Napolitano tramite mass media. Ebbene, come il buon Sandro Pertini, ma forse con maggiore preoccupazione, il Presidente della Repubblica ha parlato di giovani, di investimenti assolutamente necessari per lo sviluppo del nostro Paese, passando dalla ricerca alla Università fino alla occupazione vero dramma di una generazione che, senza prospettive porterà la nazione al disastro. Ha usato toni forti Napolitano, parole che si possono ricollegare, lo ricordiamo, a fatti forse inascoltati o mortificati o colpevolizzati ad arte, (prendiamo le diastanze da taluni balordi), verificatisi negli ultimi due anni a più riprese in quasi tutte le città d'Italia. Sto parlando delle cosidette "rivolte universitarie" contro la riforma (oggi definitivamente Legge dello Stato italiano) Gelmini. Una riforma che, checchè se ne dica, ha praticato tagli importanti al futuro dei giovani, addolcendo -se così può dirsi- la pillola, con mini regole pro meritocrazia.
Dicevo prima, proprio i giovani, destinatari del discorso del Capo dello Stato, hanno preferito godersi il Natale. Forse sfiduciati da tante chiacchere della politica, forse, semplicemente impegnati a faccende più giornaliere.

Ebbene? Questo 2010 appena trascorso, per cosa sarà ricordato? Certamente per la scomparsa di due grandi artisti della televisione, quali Raimondo Vianello, venuto a mancare il 15 aprile e la moglie Sandra Mondaini, indivisibile compagna di vita, che lo ha raggiunto (speriamo in paradiso), lo scorso 23 settembre. Tornando a parlare di Presidenti della Repubblica ricordiamo la scomparsa del "picconatore" sardo, nonchè Senatore a vita Francesco Cossiga. Per gli amanti del grande calcio, questo 2010 non sarà facile da dimenticare, vista la magra figura rimediata dalla Nazionale di Lippi nel Mondiale del Sudafrica. Una squadra che metteva in palio un titolo di Campione in carica (conquistato con lo stesso Lippi quattro anni fa), e che invece ha fatto i bagagli molto presto.
Nel gossip, quest'anno ha dato pane a molti giornalisti: il caso "Ruby" è solo la punta dell'icesberg di una lunga serie, ma certamente evidentissimo su molti altri, dato il coinvolgimento diretto del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. La marocchina "Ruby", pare che sia stata adocchiata dal Premier proprio in Sicilia, in uno spettacolo di paese dove il cavaliere era spettatore assieme al fido Emilio Fede.
Il 21 dicembre è scomparso un personaggio storico del calcio, tale Enzo Bearzot, figura spesso associata al grande amico Pertini, non fosse altro che per quel mondiale vinto nell'ormai lontano 1992, dove il primo dirigeva la squadra ed il secondo, allora Capo dello Stato, esultava dagli spalti nella finale.
In un anno di crisi, nella quale vogliamo ricordare i cassintegrati di Termini imerese, in un 2010 di allarme frane soprattutto al sud e allagamenti per straripamento di fiumi al nord, a fare la parte del leone è stata la solidarietà -ancora una volta- della gente cosiddetta comune. Dispiace semmai, che casi come quello di Avetrana, dove, (come il mondo intero ha potuto apprendere, un giovanissima ragazza, Sara, è stata brutalmente uccisa e poi buttata in un pozzo), sia stato non solo enormemente strumentalizzato da TG, stampa e internet, ma che da taluni balordi, sia stato attenzionato come meta di gita turistica, per giungere -udite udite- al "tocco del cancello".

Ma, concludendo, voglio tornare al discorso iniziale di Giorgio Napolitano. Io dico: è un vero crimine, che non il Presidente del Consiglio, ma il Capo dello Stato, abbia così pochi poteri, da doversi limitare a "indicare i problemi" o rinviare una legge alle camere la sola prima volta. E' un crimine, che la politica attacchi e sia riattaccata per pur meri fini di potere e non per l'unico fine nobile che è, ed è sempre stato il buon governo della cosa pubblica nel rispetto vero delle fasce più deboli e, mi ripeto, dei giovani e del loro futuro. Futuro che è indissolubilmente legato a quello della Nazione.





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