Il GRIDO (Il Blog su Roccalumera e... non solo)

martedì 9 dicembre 2008

LA SOCIAL CARD, E’ UNA BUONA LEGGE ???

Cari lettori del Blog, dopo aver io stesso trattato il tema "social card" (LEGGI), ho sottoposto lo stesso al famoso blogger ADDUSO, e l''On. Alessandro Pagano, (chiaramente di parte) mi ha anch'esso voluto gentilmente dare una sua versione. Il contenuto delle loro "posizioni" esplicative, lo potete leggere di seguito. Per chi volesse aggiungere proprie opinioni, esperienze, od altro, questo blog è aperto a tutti.
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LA SOCIAL CARD, E’ UNA BUONA LEGGE ???
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Sulla social card, indirettamente, ho avuto modo di discutere la questione da un punto di vista tecnico con una persona competente della materia, in quanto da diversi anni si occupa di aspetti socio-assistenziali.

Devo premettere che non voglio fare del modaiolo buonismo a favore delle classi meno abbienti, ma se la social card è il massimo che ha saputo tirare fuori un governo il cui capo ostenta di essere un imprenditore con la I maiuscola e poi si vanta pure per questa elemosina da un euro al giorno, allora di imprenditore, lui e tutto il suo “codazzo” anche di “avvocati commercialisti” hanno solo i soldi e soprattutto l’assoggettamento della forza del vincolo politico-istituzionale che io chiamo “lamafiadellostato”.
Per iniziare:
Per ottenere la social card si deve tra l’altro indicare i - trattamenti pensionistici o assistenziali che, cumulati ai relativi redditi propri, sono di importo inferiore a 6.000 Euro all’anno o di importo inferiore a 8.000 Euro all’anno, se di età pari o superiore a 70 anni - avere un ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente), in corso di validità, inferiore a 6.000 Euro - e comunque di essere un soggetto la cui imposta netta ai fini IRPEF risulta pari a zero.

Insomma bisogna essere veramente poveri.

Poi c’è il cosiddetto codice merceologico, il - Merchant category code (un termine da cervello spocchioso) - il quale impone di utilizzare la social card solo per cibo e bevande, come se la necessità unica di un bisognoso fosse mangiare e bere (mi sembra veramente un atto umiliante, non da nazione civile), e non importa se poi a comprare da mangiare ci va con le scarpe bucate, mezzo vestito, disfatto ecc. e ciò a riprova, se mai ce ne fosse bisogno, che i nostri politici avendo notoriamente “la pancia piena”, questi aspetti non li conoscono e per carità, “lo dico a loro difesa”.

Come mi faceva notare, la persona esperta, con la quale ne ho discusso, tra le bevande potrebbero anche essere considerati gli alcolici, sicché non escludo che alla fine l’unica cosa che rimarrà al “socialcardiano” sarà quella di abbandonarsi alla disperazione dell’alcol e togliere il “disturbo” a questa sprezzante politica e soprattutto a questa società di maniacale indifferenza.

Trovo infine oltremodo disgustoso, non tanto che siano i governanti di centro destra schierati ovviamente a difendere questa loro “elemosina” di altri tempi oscuri, quanto i relativi eserciti di picciotti costituiti da gente comune che, sentendosi “servi nella testa”, non perdono occasione di enfatizzare ovunque, al bar, in piazza, in famiglia, quella che invece è l’evidente parto di una cultura di despota e capitalisti, ovverosia la peggiore “mistura” di “squali vestiti da prete” che un popolo può eleggersi, ma questo anche grazie ad un centro sinistra che, chi lo capisce da qualche tempo a questa parte, è troppo bravo.

E a proposito di centro sinistra, il Pd ancora qualcosa di sinistra sembra la conservi, nonostante alcuni dei suoi massimi esponenti si affrettino, stranamente, a smentirla, l’Idv, mi sembra tanto l’avamposto della magistratura e soprattutto la vecchia An ma senza le origini del Msi, il resto della sinistra non saprei più dove si trova, sembrano tanti pirati, non con una, ma con due bende per ogni occhio, ancora divisi ed ognuno sul proprio atollo a lanciare ancora vecchie urla di battaglia in un oceano di silenzio. E il centro destra, chiaramente, di contro “spadroneggia” senza per adesso avversari.

Chi paga e pagherà per tutto questo, saremo come sempre e come al solito i cittadini, e la social card, mi pare, è un evidente impietoso inizio.
ADDUSO
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Camera dei Deputati
On. le Alessandro Pagano
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LA SOCIAL CARD E’ UNA BUONA LEGGE PER CHI E’ IN DIFFICOLTA’, MA LA SINISTRA SALOTTIERA E SNOB NON LO VUOL CAPIRE.

Una delle più apprezzate leggi del Governo Berlusconi è quella che ha istituito la Social Card.
Si pensava che questo specifico intervento, che permette alle famiglie più povere, quelle che sono a livello di pura sussistenza e che non arrivano nemmeno alla terza settimana, fosse apprezzato anche dall’opposizione e invece non è stato cosi!
Sembra che per una certa sinistra aiutare le famiglie povere (quelle che risultano tali dalle dichiarazioni ISEE) con 40 euro in più al mese, sia cosa disdicevole e cattiva.
Ma per una famiglia che guadagna 500 euro (questo è il tetto massimo per avere il beneficio), un dono di 40 euro al mese garantisce quasi l’8% dell’aumento del suo reddito. E invece il PD e l’Italia dei Valori hanno detto di tutto: “Tessera annonaria ”, “Beffa ”, “Misura irrisoria e paternalista ”. L’ultima perla è dell’On. Bersani, ministro ombra del Partito Democratico, che sul Sole 24 ore del 4 dicembre ha dichiarato: ”il Governo fa l’elemosina con qualche Euro al giorno in più ”. Forse questo vale per i salotti “grassi”, ma non per chi è in difficoltà. Recentemente il Ministro Tremonti è stato preso in giro dai vip comunisti anche per i nuovi termini di pagamento dell’IVA che sono stati spostati a quando l’imposta verrà incassata dall’imprenditore. La cosa forse sarà banale per chi guadagna senza fatica, ma per i piccoli imprenditori e i piccoli professionisti questa è una iniziativa di grande sollievo.
Per la Social Card, non riusciamo a capire cosa ci sia da criticare visto che questo strumento è dedicato agli ”ultimi degli ultimi”, agli anziani ultra sessantacinquenni, alle donne abbandonate con bambini, alle famiglie prive di ogni prospettiva. Insomma una misura per quei “poveri poveri” che in Italia sono un milione e mezzo.
OK! La Card è un piccolo gesto di sostegno sociale e forse anche una piccola carità.
E allora? Dove sta la vergogna? L’impressione è che questa sinistra sia talmente carica di disprezzo verso il centro destra da non vedere che 40 euro sono il consumo mensile di elettricità, sono la spesa di parecchi giorni e che per queste persone non c’è vergogna ad avere nelle mani una Carta che ne attesti le condizioni di povertà. I poveri autentici sanno di esserlo, hanno già conosciuto l’umiliazione di mettersi in fila nelle mense e, anche se con dignità, hanno già chiesto aiuto ai loro familiari e ai loro parroci. Se questi eredi della peggiore tradizione comunista che tanta povertà ha generato, conoscessero i drammi della povera gente forse non parlerebbero così.
Ecco perché a coloro che spendono 40 euro per qualche mutanda griffata o per comprare il mangime per il gatto e che pontificano contro qualsiasi cosa che giunge da destra, consigliamo qualche giorno di volontariato presso il Banco Alimentare o presso la Caritas per comprendere cosa sia la sofferenza e l’ indigenza.

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3 Commenti:

  • Se ancora fosse in vita mio nonno, uomo del 1908, sentendo della social card, intanto si sarebbe chiesto il significato e, afferratane la traduzione in italiano, avrebbe esordito dicendo “ogni figateddu di musca è sustanza”.

    Ora, questo “piccolo gesto di sostegno sociale e forse anche una piccola carità”, volendo metterci tutta la buona volontà, una sorta di ritorno al passato ce l’ha, una volta si chiamava tessera del pane, oggi che viviamo nella globalizzazione, la si chiama social card, ma sempre tessera per i “poveri poveri” rimane!

    Tra l’altro, proprio perché anche i nuovi poveri devono sentirsi al passo coi tempi, vuoi che non gli si assegni un codice personale segreto PIN? Vuoi che non siano informati sul fatto che l’utilizzo della Carta è possibile tramite i circuiti Postamat e Mastercard e solo quando tali circuiti ed i relativi terminali POS/ATM/Internet sono attivi?

    Certo, qualcuno non perfettamente al passo coi tempi rimpiangerà la facilità con cui un tempo, soldi permettendo, si comprava un chilo di pasta o di pane, ma il progresso avanza e bisogna imparare.

    D’altronde, se un povero ha dovuto imparare a sbarcare il lunario da sempre, perché non dovrebbe imparare ad usare con estrema facilità le tecnologie moderne e maggiormente quelle che gli permetteranno di fronteggiare – sempre a testa alta e con “orgoglio” – i fabbisogni quotidiani? E poi, cosa non trascurabile, se si è riusciti a gestire il proprio “tesoretto” in banca o alle poste, certi meccanismi si devono conoscere necessariamente (ironizzando ovviamente)!

    Inoltre, sempre mio nonno avrebbe detto “a caval donato non si guarda in bocca” e un “dono” di ben quaranta (non lo scrivo a numero così sembra più lungo e consistente di quello sterile 40 numerico) in più al mese sommate, si badi bene, al già bottino di cinquecento euro al mese, fa rischiare l’infarto per la felicità!

    Scusate il mio sgomento, ma per me che mi occupo di sociale e vivo la miseria della gente quotidianamente (sia quella che risulta dalla dichiarazione ISEE che quella che non ha attestazioni di povertà ma povero lo è lo stesso perché non “guadagna” cinquecento euro al mese ma cinquecentodieci), leggere di alcune affermazioni e appellativi a dir poco agghiaccianti, riportati in uno scritto quasi come una sorta di inno alla “pura sussistenza”, ma esortati alla fierezza di essere ”ultimi degli ultimi”, “famiglie prive di ogni prospettiva”, “poveri poveri”, con attestazioni di povertà su Card e un bagaglio di umiliazioni e di file nelle mense di tutto rispetto, mi fa quasi venire voglia di seguire un consiglio: “qualche giorno di volontariato presso il Banco Alimentare o presso la Caritas per comprendere cosa sia la sofferenza e l’ indigenza”, ma non prima di essere passata, con la social card da un supermercato e aver fatto la spesa per “parecchi giorni”, così da dividerla con altri sventurati e meno fortunati perché loro, non avendone i requisiti, della social card … non potranno beneficiare!

    Spererei, ovviamente, di potermi imbattere in tante di quelle persone che a parole di volontariato ne fanno a iosa, tanto da consigliarlo a chi reputano … sterile di iniziative e di contenuti (gli altri naturalmente).

    Che qualcuno si sia messo in testa che “i poveri autentici” possano anche moltiplicare i pani e i pesci? Solo Dio lo sa!

    F.to Con Grande Indignazione Laconizzata

    Di Anonymous Anonimo, Alle 9 dicembre 2008 alle ore 20:45  

  • Si, Aninimo, anch'io ho sentito anziani recitare il vecchio adagio: “ogni figateddu di musca è sustanza”.

    Per fortuna o purtroppo, il popolo italiano, (il sud e la Sicilia in particolare) è famoso per una caratteristica: "l'arte di arrangiarsi con poco". Ne ho già parlato nel post: http://ilgrido.blogspot.com/2008/12/italia-crisi-gravissima-misure-del.html

    Auguro un sincero Buon Natale ai poveri e soli di tutto il mondo.

    Di Blogger BonarRIGO, Alle 10 dicembre 2008 alle ore 18:28  

  • Hi - I am really glad to discover this. cool job!

    Di Anonymous Anonimo, Alle 24 maggio 2011 alle ore 11:00  

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