Ho intervistato il drammaturgo Tino Caspanello
"Malastrada"... è il ponte sullo stretto!
Ho avuto il piacere di ospitare (il 18 di questo mese) nel mio studio, il drammaturgo e regista di teatro Tino Caspanello, il quale, puntuale all’appuntamento fissato ho mostrato grande disponibilità a rilasciare questa intervista. Subito, mi era evidente la sua vasta conoscenza del settore, già dal dialogo introduttivo (che non leggerete), ma, grazie alle risposte ai specifici quesiti (trascritte di seguito), ci ha permesso di entrare nel Mondo del Teatro in un modo del tutto differente da quello che molti conoscono.
Tino, parliamo di teatro fra intrattenimento e comicità:
Il teatro, dà la possibilità di sondare la vita oltre la vita stessa. Il teatro non è intrattenimento, per quello c’è la TV. La risata al teatro è diversa, quella provocata dalla battuta, dalla situazione comica, esprime che dietro c’è una tragedia. Bisogna differenziarlo assolutamente dal resto dell’informazione. Come diceva Antonin Artaud (attore di teatro e teorico del ‘900), “il teatro è come lo studio di un dentista, sai che non ti ucciderà, ma sai anche che ti farà male”.
Ma, è giusto generalizzare, quando si parla di teatro?
C’è un “teatro di superficie” e un teatro che va in profondità, che aiuta le persone a vedere il mondo da un altro punto di vista, che lascia nuovi spazi aperti.
Chi sono i tuoi Mastri a cui hai fatto e fai riferimento?
Se posso fare un riferimento a due sugli altri, i miei maestri della drammaturgia sono Harold Pinter ed Edward Bond. Due punte di diamante della drammaturgia inglese ma anche internazionale. Aggiungerei anche Eugene Ionesco, (artista di adozione francese), per il “Teatro dell’Assurdo”.
Raccontaci del tuo teatro:
I miei testi, sono stati in Francia. Nel 2005 a Marsiglia, con il teatro di Vincenzo Consolo, quest’anno siamo stati a Graz (in Austria), con un testo che cercava di raccontare il mondo dei Blog e di Internet; a Ottobre è stato presentato a Marsiglia il mio testo come pure a Lione. In questo momento, stiamo lavorando all’estero. A Gennaio saremo a Tolosa ed a Febbraio a Strasburgo, ma il 29 Dicembre saremo a Mandanici (presso l’ex chiesa, restaurata e divenuta sala cultura e museo), per rappresentare “Mari”, un dialogo fra un uomo ed una donna , che ha già vinto il “Premio Riccione” nel 2003.
Ci puoi descrivere il tuo gruppo teatrale?
Il nostro gruppo è formato da: mia moglie, (che lavora con me dal 1994), la quale è stata più volte paragonata a Giulietta Masina. Lei si occupa anche di Arte contemporanea, (installazione e oggetti d’Arte); Tino Calabrò, (che abbiamo conosciuto all’Accademia di Palmi e ci è piaciuto molto); Andrea Trimarchi, che non solo è assistente alla regia e attore, ma da anni è un punto di fermo della Compagnia; Giovanni Renzo, (uno dei più bravi compositori italiani), che si occupa di ambientazione sonora, (noi non utilizziamo sigle vere e proprie, ma suoni che formino un tutt’uno con la scena stessa).
Ad esempio? Le onde del mare, (durante la rappresentazione di “Mari”), il gracidio delle cicale, il canto di un canarino in gabbia, come rumori di fondo.
Altri tuoi collaboratori:
Noemi Quarantelli, (la nostra organizzatrice Ufficio Stampa e giornalista), l’abbiamo conosciuta nel 2004 a Sant’Arcangelo di Romagna al Festival ed è rimasta con noi. Inoltre, di volta in volta, vengono inserite nuove figure, che interpretano le parti specifiche.
Teatro quale seria occupazione, dunque?
Infatti. Tutti vengono regolarmente messi in regola e vengono regolarmente retribuiti, obbligo comune a tutte le compagnie professionali.
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Ho avuto il piacere di ospitare (il 18 di questo mese) nel mio studio, il drammaturgo e regista di teatro Tino Caspanello, il quale, puntuale all’appuntamento fissato ho mostrato grande disponibilità a rilasciare questa intervista. Subito, mi era evidente la sua vasta conoscenza del settore, già dal dialogo introduttivo (che non leggerete), ma, grazie alle risposte ai specifici quesiti (trascritte di seguito), ci ha permesso di entrare nel Mondo del Teatro in un modo del tutto differente da quello che molti conoscono.
Tino, parliamo di teatro fra intrattenimento e comicità:
Il teatro, dà la possibilità di sondare la vita oltre la vita stessa. Il teatro non è intrattenimento, per quello c’è la TV. La risata al teatro è diversa, quella provocata dalla battuta, dalla situazione comica, esprime che dietro c’è una tragedia. Bisogna differenziarlo assolutamente dal resto dell’informazione. Come diceva Antonin Artaud (attore di teatro e teorico del ‘900), “il teatro è come lo studio di un dentista, sai che non ti ucciderà, ma sai anche che ti farà male”.
Ma, è giusto generalizzare, quando si parla di teatro?
C’è un “teatro di superficie” e un teatro che va in profondità, che aiuta le persone a vedere il mondo da un altro punto di vista, che lascia nuovi spazi aperti.
Chi sono i tuoi Mastri a cui hai fatto e fai riferimento?
Se posso fare un riferimento a due sugli altri, i miei maestri della drammaturgia sono Harold Pinter ed Edward Bond. Due punte di diamante della drammaturgia inglese ma anche internazionale. Aggiungerei anche Eugene Ionesco, (artista di adozione francese), per il “Teatro dell’Assurdo”.
Raccontaci del tuo teatro:
I miei testi, sono stati in Francia. Nel 2005 a Marsiglia, con il teatro di Vincenzo Consolo, quest’anno siamo stati a Graz (in Austria), con un testo che cercava di raccontare il mondo dei Blog e di Internet; a Ottobre è stato presentato a Marsiglia il mio testo come pure a Lione. In questo momento, stiamo lavorando all’estero. A Gennaio saremo a Tolosa ed a Febbraio a Strasburgo, ma il 29 Dicembre saremo a Mandanici (presso l’ex chiesa, restaurata e divenuta sala cultura e museo), per rappresentare “Mari”, un dialogo fra un uomo ed una donna , che ha già vinto il “Premio Riccione” nel 2003.
Ci puoi descrivere il tuo gruppo teatrale?
Il nostro gruppo è formato da: mia moglie, (che lavora con me dal 1994), la quale è stata più volte paragonata a Giulietta Masina. Lei si occupa anche di Arte contemporanea, (installazione e oggetti d’Arte); Tino Calabrò, (che abbiamo conosciuto all’Accademia di Palmi e ci è piaciuto molto); Andrea Trimarchi, che non solo è assistente alla regia e attore, ma da anni è un punto di fermo della Compagnia; Giovanni Renzo, (uno dei più bravi compositori italiani), che si occupa di ambientazione sonora, (noi non utilizziamo sigle vere e proprie, ma suoni che formino un tutt’uno con la scena stessa).
Ad esempio? Le onde del mare, (durante la rappresentazione di “Mari”), il gracidio delle cicale, il canto di un canarino in gabbia, come rumori di fondo.
Altri tuoi collaboratori:
Noemi Quarantelli, (la nostra organizzatrice Ufficio Stampa e giornalista), l’abbiamo conosciuta nel 2004 a Sant’Arcangelo di Romagna al Festival ed è rimasta con noi. Inoltre, di volta in volta, vengono inserite nuove figure, che interpretano le parti specifiche.
Teatro quale seria occupazione, dunque?
Infatti. Tutti vengono regolarmente messi in regola e vengono regolarmente retribuiti, obbligo comune a tutte le compagnie professionali.
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Parlaci di “Malastrada” opera che rappresenterai oggi a Messina:
E’ nato così: a Udine, c’è un teatro (il “CSS”), il quale è in rete con atri sette “Organismi di Produzione”. Sono stato chiamato fra i sette autori per presentare un testo nuovo a “Extracandoni” (che è una Rete di teatri, che contribuisce alla crescita del teatro contemporaneo), lì i Testi non vengono rappresentati, ma letti. Quindi è nata l’idea di parlare del ponte sullo stretto, costruendoci sopra una drammaturgia, inventando dei personaggi e creando un tessuto narrativo, dove anche “il Ponte” è un personaggio, ma non è l’argomento principale se non il primo livello di narrazione.
La storia? Una famiglia – padre, madre e figlio – è in viaggio verso la “strada” che collega l’isola al continente. Un pellegrinaggio attraverso percorsi ormai cancellati, al buio, senza nemmeno una lampadina. L’attraversamento, obiettivo finale del viaggio, scatena il conflitto, il crollo definitivo della comunicazione, e trascina i tre protagonisti verso… la violenza.
Qual è l’obiettivo del “Tuo” teatro?
Il nostro intento è quello di riuscire a costruire qui, quello che viviamo in altre parti d’Italia e d’Europa. Festival del Teatro, attività di formazione, incontri fra compagnie… possibilità.
Avremmo potuto (salvi gli impegni di ognuno), proseguire per ore. Tale è la carica culturale ed espressiva di Tino Caspanello, ma credo che anche in questo modo siamo riusciti ad esplicare non solo il “Caspanello-pansiero”, ma anche l’importanza di una risorsa da non sottovalutare soprattutto nella nostra riviera jonica… il Teatro.
E’ nato così: a Udine, c’è un teatro (il “CSS”), il quale è in rete con atri sette “Organismi di Produzione”. Sono stato chiamato fra i sette autori per presentare un testo nuovo a “Extracandoni” (che è una Rete di teatri, che contribuisce alla crescita del teatro contemporaneo), lì i Testi non vengono rappresentati, ma letti. Quindi è nata l’idea di parlare del ponte sullo stretto, costruendoci sopra una drammaturgia, inventando dei personaggi e creando un tessuto narrativo, dove anche “il Ponte” è un personaggio, ma non è l’argomento principale se non il primo livello di narrazione.
La storia? Una famiglia – padre, madre e figlio – è in viaggio verso la “strada” che collega l’isola al continente. Un pellegrinaggio attraverso percorsi ormai cancellati, al buio, senza nemmeno una lampadina. L’attraversamento, obiettivo finale del viaggio, scatena il conflitto, il crollo definitivo della comunicazione, e trascina i tre protagonisti verso… la violenza.
Qual è l’obiettivo del “Tuo” teatro?
Il nostro intento è quello di riuscire a costruire qui, quello che viviamo in altre parti d’Italia e d’Europa. Festival del Teatro, attività di formazione, incontri fra compagnie… possibilità.
Avremmo potuto (salvi gli impegni di ognuno), proseguire per ore. Tale è la carica culturale ed espressiva di Tino Caspanello, ma credo che anche in questo modo siamo riusciti ad esplicare non solo il “Caspanello-pansiero”, ma anche l’importanza di una risorsa da non sottovalutare soprattutto nella nostra riviera jonica… il Teatro.
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Riguardo al "mitico" ponte sullo stretto, su cui tantissimo si è discusso (e che, già... ci è costato tanto denaro pubblico), tema che ha scatenato gli ambientalisti, e che in politica, (qualcuno) invece definisce un importante "collegamento" per lo sviluppo della Sicilia, (?). Per me, (che lo disegnai a scuola alle elementari, tanti anni fa), oggi rappresenta l'ennesimo business per i capoccia e per la mafia, e che sarà (se si inizierà la sua costruzione), l'ennesima incompiuta.
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Etichette: ARTE, Io giornalista, Le mie interviste
1 Commenti:
Oggi solo Auguri, allo staff ed a tutti coloro che leggono il blog.
(però un piccolo “regalo” di Natale lo faccio):
Auto blu, in Italia record mondiale: 607.918 unità
Roma, 21 dic. (Apcom) - L'Italia registra un nuovo record mondiale di "auto blu", aumentate del 6% in due anni e arrivate così a 607.918 unità, secondo uno studio realizzato da Contribuenti.it - Associazione Contribuenti Italiani con "Lo Sportello del Contribuente". Un dossier compilato analizzando il parco auto esistente, sia proprie che in leasing, in noleggio operativo ed in noleggio lungo termine, presso lo Stato, Regioni, Province, Comuni, Municipalità, Asl, Comunità montane, Enti pubblici, Enti pubblici non economici e Società misto pubblico-private, Società per azioni a totale partecipazione pubblica.
Il risultato è che in Italia si è passati da 574.215 a 607.918 auto blu. Dopo la legge del 1991 che limitava l'uso esclusivo delle auto blu ai soli ministri, sottosegretari e ad alcuni Direttori generali, si sono sempre proposte regolamentazioni e tagli, mai effettuati.
La classifica dei paesi che utilizzano le "auto blu" vede oggi al comando l'Italia con 607.918 seguita dagli USA con 75.000, Francia con 64.000, Regno Unito con 55.000, Germania con 53.000, Turchia con 52.000, Spagna con 42.000, Giappone, con 31.000, Grecia con 30.000 e Portogallo con 23.000.
"In Italia gli amministratori pubblici hanno superato ogni limite ..."
Di Adduso, Alle 22 dicembre 2008 alle ore 11:57
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