IN UN MOMENTO COSI', NESSUNO E' AL SICURO
Forse, si possono ritenere al sicuro i politici di Roma,
si possono ritenere al sicuro le grandi aziende come il gruppo Fiat (o
Crysler che dir si voglia), che ha delocalizzato i propri quartieri
generali all'estero stringendo accordi per miliardi di euro, si può
sentire al sicuro “cosa nostra”, che nonostante gli arresti importanti
di questi anni ed il sequestro di beni importanti, ritrova nuova linfa
da una organizzazione capillarmente strutturata. Intanto, fra il popolo,
oltre ai singoli professionisti, i bottegai di paese, ai pensionati, i
giovani, i meno giovani, i piccoli imprenditori, anche le medie aziende
NON sono al sicuro. Eppure, dai ‘palazzi’ di Roma c’è chi parla di
“lievi segnali di crescita”, mentre la gente continua a suicidarsi per
la disperazione.
UN FULMINE A CIEL (QUASI) SERENO: La Protesta dei Commercialisti di questi ultimi giorni, “Sciopero della fame per un fisco sopportabile e chiaro”
costantemente aggiornata nei suoi sviluppi sul social network Facebook,
protesta che sta vedendo appunto i commercialisti di ogni parte
d’Italia, ed in prima linea il Ragionier Francesco Vito di Roccalumera,
darsi la staffetta in uno sciopero della fame che vuole coinvolgere il
maggior numero di personalità, smuovendo i media nazionali a fare da
cassa di risonanza fino a giungere là dove si vive su altra dimensione,
scollati dalla Vera realtà, ossia nei “palazzi” di Roma e delle
istituzioni.
Ed eccoci qui in Sicilia:
da Messina (dai cortei che gridano davanti ai municipi e nelle strade),
a tutti i Comuni passati dalla Tarsu alla TARES. Protesta per una
ingiusto e sproporzionato aggravio del carico fiscale, (triplicato se
non addirittura quadruplicato per talune categorie), mentre a peggiorare
le cose si aggiunge anche la non chiarezza del quando e del quanto
pagare, (vedi ad esempio la “mini IMU”), che fanno precipitare nel caos
la popolazione, la quale chiede spiegazioni ai propri commercialisti,
(ecco uno dei motivi per i quali i commercialisti protestano per un
fisco “chiaro” oltre che “sopportabile”).
IL MANIFESTO CHE DENUNCIA: “Noi non ci sTARES”.
Circola in questi giorni sul web come per in alcuni locali del paese:
il 17 Gennaio, fra due giorni, nella piazza Municipio di Roccalumera,
saranno bruciate le bollette della TARSU. Ad alimentare il falò, non
saranno solo i bollettini dei paesani ma una sempre nutrita (e
furibonda) folla di furcesi, nizzardi, santateresini, ecc. ecc.
Promotore della (pacifica) protesta il commerciante Santi Metauro,
leader del gruppo “Ricostruiamo Roccalumera”, nonché titolare di un bar
nello stesso paese. Ma a partecipare saranno anche i simpatizzanti del
movimento “Volto nuovo” di Walter Marisca come, (autonomamente), molti
commercianti ed artigiani.
IL SINDACO ARGIROFFI,
che appena insediato si è trovato a fronteggiare assieme alla sua
compagine una voragine di debiti ereditati dalla precedente
amministrazione, (si parla fra i 5 ed i 6 milioni di euro, ma secondo la
minoranza sarebbero 2 in meno), e che è intervenuto in tempi brevi
operando il risanamento, oggi è sul banco degli imputati. E’ vero che
Argiroffi ed i suoi, attingendo ad un un prestito hanno: pagato le ditte
(almeno in parte), che attendevano da anni e rischiavano il fallimento,
hanno operato dei tagli alle spese interne del Comune, che hanno
pagato “integralmente” i debiti pregressi con l’ATO Me4, (una società in
fallimento che male aveva svolto il proprio servizio e contro la quale
il precedente Sindaco aveva messo in atto un procedimento giudiziario
che probabilmente avrebbe fatto risparmiare una cospicua cifra alle
casse comunali e quidi ai cittadini), ma hanno anche aumentato le tasse
sempre per impedire il default. Fra queste, l’IMU e la TARES appunto.
Contestato Argiroffi, (separamente) dalla minoranza in più Consigli
comunali, come dal Gruppo “Volto Nuovo” in una trasmissione televisiva
locale, sul metodo troppo immediato e non graduale di risanamento, che
produrrebbe a consuntivo “numeri” spiacevoli per le casse comunali, come
sull’eccessivo suo buonismo nel saldare l’ATO rifiuti, quando un “buon
padre di famiglia” avrebbe, se non dimezzato il saldo, almeno contattato
al risparmio sull’importo.
Metauro ha sottolineato: "protestiamo, ma “solo” perché “La Tares è troppo cara e non la possiamo pagare”.
Vedremo, come andrà a finire questa faccenda. Se
il falò del 17 gennaio prossimo sarà un successo di partecipanti, se vi
parteciperà, magari, il Sindaco De Luca (che pur contestato ha
affermato aver rinunciato, lui si assieme alla sua giunta, al compenso
di amministratore) e, soprattutto se la protesta sortirà i risultati
sperati, ossia se otterrà da parte non solo dell’amministrazione
roccalumerese quel dialogo atto a trovare soluzioni valide e condivise
più confacenti ad un momento di grave crisi che, come detto ha portato
allo “Siopero della Fame” i commercialisti di tutta Italia.
15 Gennaio 2013
Giovanni BonarRIGO
ARTICOLO CORRELATO: ROCCALUMERA - TARES: CERCHIAMO DI CORRERE AI RIPARI, MEGLIO TARDI CHE MAI!
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