Il GRIDO (Il Blog su Roccalumera e... non solo)

mercoledì 15 gennaio 2014

IN UN MOMENTO COSI', NESSUNO E' AL SICURO

Forse, si possono ritenere al sicuro i politici di Roma, si possono ritenere al sicuro le grandi aziende come il gruppo Fiat (o Crysler che dir si voglia), che ha delocalizzato i propri quartieri generali all'estero stringendo accordi per miliardi di euro, si può sentire al sicuro “cosa nostra”, che nonostante gli arresti importanti di questi anni ed il sequestro di beni importanti, ritrova nuova linfa da una organizzazione capillarmente strutturata. Intanto, fra il popolo, oltre ai singoli professionisti, i bottegai di paese, ai pensionati, i giovani, i meno giovani, i piccoli imprenditori, anche le medie aziende NON sono al sicuro. Eppure, dai ‘palazzi’ di Roma c’è chi parla di “lievi segnali di crescita”, mentre la gente continua a suicidarsi per la disperazione.
UN FULMINE A CIEL (QUASI) SERENO: La Protesta dei Commercialisti di questi ultimi giorni, “Sciopero della fame per un fisco sopportabile e chiaro” costantemente aggiornata nei suoi sviluppi sul social network Facebook, protesta che sta vedendo appunto i commercialisti di ogni parte d’Italia, ed in prima linea il Ragionier Francesco Vito di Roccalumera, darsi la staffetta in uno sciopero della fame che vuole coinvolgere il maggior numero di personalità, smuovendo i media nazionali a fare da cassa di risonanza fino a giungere là dove si vive su altra dimensione, scollati dalla Vera realtà, ossia nei “palazzi” di Roma e delle istituzioni.
Ed eccoci qui in Sicilia: da Messina (dai cortei che gridano davanti ai municipi e nelle strade), a tutti i Comuni passati dalla Tarsu alla TARES. Protesta per una ingiusto e sproporzionato aggravio del carico fiscale, (triplicato se non addirittura quadruplicato per talune categorie), mentre a peggiorare le cose si aggiunge anche la non chiarezza del quando e del quanto pagare, (vedi ad esempio la “mini IMU”), che fanno precipitare nel caos la popolazione, la quale chiede spiegazioni ai propri commercialisti, (ecco uno dei motivi per i quali i commercialisti protestano per un fisco “chiaro” oltre che “sopportabile”).
IL MANIFESTO CHE DENUNCIA: “Noi non ci sTARES”. Circola in questi giorni sul web come per in alcuni locali del paese: il 17 Gennaio, fra due giorni, nella piazza Municipio di Roccalumera, saranno bruciate le bollette della TARSU. Ad alimentare il falò, non saranno solo i bollettini dei paesani ma una sempre nutrita (e furibonda) folla di furcesi, nizzardi, santateresini, ecc. ecc. Promotore della (pacifica) protesta il commerciante Santi Metauro, leader del gruppo “Ricostruiamo Roccalumera”, nonché titolare di un bar nello stesso paese. Ma a partecipare saranno anche i simpatizzanti del movimento “Volto nuovo” di Walter Marisca come, (autonomamente), molti commercianti ed artigiani.
IL SINDACO ARGIROFFI, che appena insediato si è trovato a fronteggiare assieme alla sua compagine una voragine di debiti ereditati dalla precedente amministrazione, (si parla fra i 5 ed i 6 milioni di euro, ma secondo la minoranza sarebbero 2 in meno), e che è intervenuto in tempi brevi operando il risanamento, oggi è sul banco degli imputati. E’ vero che Argiroffi ed i suoi, attingendo ad un un prestito hanno: pagato le ditte (almeno in parte), che attendevano da anni e rischiavano il fallimento, hanno operato dei tagli alle spese interne del Comune, che hanno pagato “integralmente” i debiti pregressi con l’ATO Me4, (una società in fallimento che male aveva svolto il proprio servizio e contro la quale il precedente Sindaco aveva messo in atto un procedimento giudiziario che probabilmente avrebbe fatto risparmiare una cospicua cifra alle casse comunali e quidi ai cittadini), ma hanno anche aumentato le tasse sempre per impedire il default. Fra queste, l’IMU e la TARES appunto. Contestato Argiroffi, (separamente) dalla minoranza in più Consigli comunali, come dal Gruppo “Volto Nuovo” in una trasmissione televisiva locale, sul metodo troppo immediato e non graduale di risanamento, che produrrebbe a consuntivo “numeri” spiacevoli per le casse comunali, come sull’eccessivo suo buonismo nel saldare l’ATO rifiuti, quando un “buon padre di famiglia” avrebbe, se non dimezzato il saldo, almeno contattato al risparmio sull’importo.
Metauro ha sottolineato: "protestiamo, ma “solo” perché “La Tares è troppo cara e non la possiamo pagare”.
Vedremo, come andrà a finire questa faccenda. Se il falò del 17 gennaio prossimo sarà un successo di partecipanti, se vi parteciperà, magari, il Sindaco De Luca (che pur contestato ha affermato aver rinunciato, lui si assieme alla sua giunta, al compenso di amministratore) e, soprattutto se la protesta sortirà i risultati sperati, ossia se otterrà da parte non solo dell’amministrazione roccalumerese quel dialogo atto a trovare soluzioni valide e condivise più confacenti ad un momento di grave crisi che, come detto ha portato allo “Siopero della Fame” i commercialisti di tutta Italia.
15 Gennaio 2013
Giovanni BonarRIGO

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