A dieci anni da un Mondo che fu
Permettetemi pero, di dedicare questo mio ultimo post del 2009 a mio padre, che è vivo e vegeto ma che forse ricordando ciò di cui sto per accennarvi, oggi, dentro di se avrà un momento di commozione. Il 31 Dicembre 1999, (esattamente DIECI anni fa), non accadeva un dramma e tantomeno una tragedia, semplicemente, (dopo ben tre generazioni di illustri macellai), chiudeva definitivamente i battenti la macelleria Bonarrigo. Ciò accadeva quasi in concomitanza con altre chiusure di genuine realtà di paese in crisi, forse per l'arrivo dei Supermercati, forse per il cambiamento della filosofia globale della gente, fatto sta che si chiudeva nel silenzio una realtà di artigianato e (oserei dire) arte del prodotto locale.
Definitemi pure un romantico di un passato che non ritornerà, ma comunque non sarò mai capace di apprezzare i progressi della tecnologia senza inchinarmi alla grandezza del calore umano ed al sacrificio di chi ha lavorato per permetterci di giungere fino all'oggi con dignità e una posizione sociale decente. Sono passati dieci anni da quella triste sera, in cui non ebbi il coraggio di rimanere in macelleria fino all'ora di chiusura della porta. Sapevo già, che un giorno mi sarebbero mancate quelle misere realtà, quelle minuscole storie di anziani e di massaie, quelle ormai povere giornate che venivano vissute con lo stesso impegno e con la stessa puntualità del grande passato.
Adesso, dai tasti di questo PC, in un rinnovato orgoglio, mi voglio protendere in positivo verso un 2010 dai tanti punti interrogativi. Proprio ieri sera, ad un incontro (presso l'ex Centro Sociale "Giovanni Paolo II" di Roccalumera, manco a dirlo locale che fu il mattatoio comunale dove io andavo alcuni martedì ad aiutare mio padre a macellare vitelli, maiali ed ovini), in una riunione d'auguri organizzata dal nostrano on. Cateno De Luca e partecipata da tantissima gente, ho sentito parlare di Speranza, di progetti futuri, di cambiamento di tendenza dopo decenni di apatìa e delusioni cocenti fra il popolo. Io non mi illudo, ma certamente non smetto di sperare, di rimanere attento e presente, di fare quel poco che so e che posso dal basso della mia posizione e professione e (consentitemi), dall'alto delle mie capacità.
Concludo, augurandoVi ancora che "l'anno che verrà" sia in decisa ripresa da tutte le sventure vissute e perfino dalle sciocche divisioni partitocratiche e di barricata, che ancora nel terzo millennio, in molti comuni fanno parte della stupida e deteriore mentalità di paese. Ricordando e omaggiando una volta di più il lavoro delle braccia dei miei predecessori, nel rispetto vero e senza ipocrisie, auspico un ritorno, anche parziale, verso i veri valori della famiglia, della condivisione e della fede cristiana, senza i quali (a mio parere), non ha senso esistere.
Mille, anzi, 2010 AUGURI!
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