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martedì 15 dicembre 2009

Pensioni di anzianità. Dal 2010 saranno più "leggere"

Penalizzati soprattutto gli autonomi. Il "sistema misto" avvantaggia i dipendenti con stipendi più elevati.

Gli importi si ridurranno da un minimo dello 0,8% a un massimo del 3,7% per l'introduzione di altri coefficienti di calcolo per i "trattamenti di vecchiaia".

Da gennaio le nuove pensioni saranno più leggere. Gli importi si ridurranno da un minimo dello 0,8% ad un massimo del 3,7% per l'introduzione dei nuovi coefficienti di calcolo dei trattamenti di vecchiaia, ora applicati con il sistema misto o con quello interamente contributivo.
Alcuni esempi. Un lavoratore dipendente, che ha 20 anni di contributi e che ha conseguito un reddito di 40.000 euro nell'ultimo anno, dal primo dicembre 2009 aveva diritto a una pensione di 16.104 euro, da gennaio dovrà invece accontentarsi di 15.531 euro (il "sistema misto" finisce comunque per avvantaggiare i dipendenti con stipendi elevati),. Un lavoratore autonomo con reddito e contributi analoghi, nel 2010 prenderà 11.204 euro: è il 3,7% in meno rispetto agli 11.585 che avrebbe preso nel 2009.
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La revisione dei coefficienti, messa in programma con la riforma Dini del 1995 doveva scattare ogni 10 anni, per stare al passo con l'andamento della vita media: il principio era che, se si vive più a lungo, diventa più ampio anche il periodo in cui si beneficerà dell'assegno. Cos', per mantenere in equilibrio il sistema previdenziale è necessario ridurre le pensioni. La scadenza del 2006 è poi saltata ed è stato stabilito di far partire i nuovi coefficienti a partire dal 2010 e di aggiornarli ogni tre anni.
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Calcolabile anche la differenza tra i coefficienti 2009 e quelli del 2010. Diminuiscono a seconda dell'età: calano del 6,38% se si hanno 57 anni, oppure dell'8,41% se si hanno 65 anni.
Dai nuovi coefficienti, sono esclusi coloro che avendo "totalizzato" 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 resteranno agganciati anche per gli anni a venire al calcolo retributivo.
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Il tema era stato affrontato all'inizio del mese da un convegno organizzato dalla Cgil, che aveva calcolato una riduzione del 3-4% per le nuove pensioni a partire dal prossimo gennaio, chiedendo anche di modificare i criteri di calcolo dei coefficienti di trasformazione e di applicarli solo sul montante contributivo dal 2010 in poi e non retroattivamente su tutti i contributi. Una soluzione che, secondo la Cgil, è senz'altro possibile proprio applicando correttamente le regole del 1995 che hanno previsto il passando dal sistema retributivo al contributivo.
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Le pensioni "cresceranno un po' meno ma cresceranno", assicura il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. E mette l'accento sul meccanismo di adeguamento al costo della vita delle pensioni legate un po' all'andamento dell'inflazione e un po' ai salari: c'è un "effetto ritardato" rispetto all'andamento dell'economia. "Il periodo precedente, il 2007-2008, è stato un biennio tutto sommato buono per la crescita del reddito e dei salari e le pensioni hanno avuto incrementi. Il 2009 è stato un anno di bassa crescita e di dinamiche più basse dei salari. Il risultatoè che l'adeguamento delle pensioni sarà più basso".
La Cisl chiede al governo di aprire un tavolo.

Fonte, Gazzetta del Sud (Lunedì 14 Dicembre 2009)
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