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domenica 13 dicembre 2009

Collegio Geometri ME. Convegno sull'alluvione del primo ottobre 2009













Sabato 12 ottobre 2009 - Il Collegio Provinciale dei Geometri e Geometri Laureati di Messina, ha organizzato presso i locali dell'Aula Magna dell'Università degli Studi di Messina - Papardo, (Facoltà di Ingegneria), un Convegno sul tema "Alluvione del primo ottobre 2009". Ecco il sunto di alcuni importanti interventi:

Geom. CARMELO ARDITO: Ad aprire il giro dei saluti, il Geometra Ardito, (Presidente del Collegio Provinciale dei Geometri di Messina), che non ha mancato di evidenziare come al grave disastro dello scorso primo ottobre, non sia stato dato il giusto credito. Ha poi accennato che i torrenti (abbandonati a se stessi), sarebbero stati fra le cause scatenanti del disastro. Proseguendo, ha voluto evidenziare come la cosidetta "messa in sicurezza" delle colline, non sia corretto eseguirla ricorrendo a reti metalliche e tantomeno a cemento armato, ma ha dichiarato che per le soluzioni al grave problema, si rimetteva al parere degli organi competenti. Infine, ha ringraziato le squadre dei Geometri volontari, che nell'immediato del dopo disastro di Giampilieri e Scaletta, hanno prestato perentoriamente la loro opera.

Dott. PIPPO ISGRO': L'Assessore alla manutenzione in genere del Comune di Messina, porgendo innanzi tutto le scuse da parte del Sindaco Buzzanca, il quale avrebbe dovuto presenziare ai lavori assieme al Presidente Lombardo, (ambedue sarebbero stati impegnati in una differente seduta), ha riferito come i cittadini si aspettino delle risposte concrete da parte della politica. Ha poi fatto riferimento all'individuazione delle differenti zone, (Verdi, Viola, Rosse... i fabbricati ricadenti in quest'ultima saranno demoliti per liberare le linee di impluvio) a Giampilieri come ad Altolìa e Molino. ed ha aggiunto infine: "l'acqua deve essere imbrigliata".

A questo punto, l'Arch. Giuseppe AVENI ha proposto un minuto di silenzio per i caduti della tragedia di Giampilieri. Tutti noi presenti ci siamo posti in piedi ed abbiamo loro reso onore.

Prof. FRANCO ORTOLANI: (Ordinario di Geologia - Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio - Università degli Studi di Napoli "Federico II"). Il Prof. Ortolani ha su attaccato il discorso parlando di "evento serial killer", che si è innescato autoctonamente e che ha scatenato la tragedia. Ha poi fra l'altro auspicato la necessità futura di istituire aree di controllo molto limitate (come quella di Giampilieri, che ha interessato circa sette chilometri). Continuando - aiutandosi con le immagini che scorrevano sul maxi schermo - ha evidenziato come "l'acqua killer si sia suddivisa in tanti corsi senza concentrarsi. Poi, il parallelo non il disastro di Sarno e della Campania. Serve - ha detto - una rete diffusa di osservazione. Relativamente al RIMBOSCHIMENTO, si è espresso sfavorevolmente, in quanto a suo avviso, non solo sarebbe inutile, ma appesantirebbe la collina in assenza di un substrato roccioso. Ortolani ha aggiunto che, "il terreno, in questi casi, saturandosi di acqua diventa liquido e scende a valle con colate di fango tipo valanga". Poi, riferendosi ai bacini individuati sulla cartografia e sul territorio di Giampilieri Superiore, ha detto che i flussi si sono concentrati in un'unica asta per poi invadere la Via Vallone e la Via Chiesa, quindi, dopo l'individuazione del 'reticolo idrografico' bisogna riaprire le fasce (e con ciò intendeva dire che bisogna realizzare un Canale demolendo i fabbricati che a tutt'oggi lo ostruiscono).

Parlando di "flussi fangosi", Ortolani ha ha fatto riferimento al campanello d'allarme del precedente 25 ottobre 2007, ha evidenziato altresì l'impatto degli incendi sul versante e l'importanza di realizzare canali di sgronda (che sulla cartografia risultavano essere di venti metri) molto più larghi e capienti rispetto a quelli già realizzati anche a Sarno, enormente più minuti rispetto all'impronta della colata di fango e detriti. Concludendo ha perfino fatto presente la velocità del fango a monte come a valle, e nello specifico l'impatto del masso (a 90 Km/h) su un pilone dell'autostrada.













Dott. PEPPE CARIDI: (Presidente Meteoweb ONLUS). Il giovanissimo rappresentante dell'Associazione di rilevatori meteo, ha parlato di "fenomeni collegati all'orografia del territorio". Nella zona jonica, (che è la più colpita) infatti, si verificano pochi eventi ma molto violenti, più che nella zonatirrenica. Caridi, ha evidenziato come la zona jonica sia completamente sprovvista di Stazioni Meteo.
Cosa dovremmo fare secondo Caridi? Conoscere il territorio, le infrastrutture presenti e le aree urbanizzate presenti... e installare le stazioni meteo naturalmente.

Prof. ENRICO COSTA: (Direttore del Dipartimento Urbanistica - Università degli Studi di Reggio Calabria). "Reggio e Messina, due destini incrociati". Secondo Costa, bisognerebbe istituire un'Area Metropolitana Reggio-Messina. La "metropoli dello Stretto", potrà rappresentare elementi risolutivi per il territorio. ABUSIVISMO - Riguardo a questo tema scottante, il Prof. ha avuto parole di fuoco. Secondo lui, infatti, esso non solo è un segnale di disattenzione verso il territorio, ma la mentalità stessa dell'abuso coesiste con la legalità formale e non con quella sostanziale. Ci ha accennato una sua esperienza personale: "da ormai un anno, lotto contro contro la 'Casa dello Studente' di Reggio Calabria, costruita nell'alveo di un torrente e per di più sotto un viadotto autostradale". Ed ha concluso dicendo: "ci si abitua a morti ammazzati dalla mafia, ci si abitua ai morti di Giampilieri, fra qualche mese non se ne parlerà più tanto".

Dott. MARIO MATTIA: (Responsabile della rete Sicil@net - INGV Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania). Il Dott. Mattìa ci ha parlato di vulcani ed aree sismiche attive, evidenziando che l'INGV di Catania si occupa di Monitoraggio Ggeotecnico, il che significa la misura della forma della Terra (oggi effettuata con sofisticati sistemi GPS). Riferendosi ale Reti GPS ha indicato sul maxischermo quelle esistenti in Sicilia. Sull'etna esistono 36 Stazioni. Chiaramente ne promuoveva l'utilità anche in eventi calamitosi non esclusivamente collegati a scosse telluriche.

FRA GLI ALTRI INTERVENUTI:

Prof. GAETANO BOSURGI: Associato di Strade, Ferrovie ed Aeroporti - Dipartimento di Ingegneria Civile - Università degli Studi di Messina). Il tema trattato: "Riflessione sulle criticità della viabilità di accessi ai luoghi colpiti dall'alluvione del 1° ottobre 2009".

Ing. GATANO SCIACCA: (Ingegnere Capo dell'Ufficio del Genio Civile di Messina). Il tema trattato: "Problematiche ambientali ed idrogeologiche del messinese".

Ing. MANLIO MARINO: (Segretario Ordine degli Ingegneri della Provincia di Messina). Tema: "Le agibilità strutturali nel censimento post alluvione".

Prof. Ing. ANGELO SPIZUCO: (Centro Studi Strutture Geologia S. Vitaliano (NA)). Tema: "Alluvione di Messina del 1° ottobre 2009; il caso Giampilieri. Rischio idrogeologico e scenari di messa in sicurezza - Studi ed ipotesi progettuali".

Dott. SAVERIO TIGNINO: (Agronomo). Tema: "Proposte di un Piano di recupero delle colline di Messina".

IL MIO COMMENTO
In cima alla piramide dovrebbero sempre permanere il popolo ed i propri bisogni. Tecnici, ingegneri, professori universitari, geologi, geometri e quant'altro, non dovrebbero essere altro che STRUMENTI al servizio della collettività. Ma questi "strumenti" per funzionare hanno bisogno si di programmazione, cheppure in Sicilia è pressochè inesistente, ma necessitano ancora di più di una linfa vitale chiamata DENARO. Ecco che in cima alla piramide non c'è più il cittadino che vota ma la politica di Roma e di Palermo. Così, diventeranno secondari i morti di Giampilieri e Scaletta, come diventeranno secondari e trascurabili convegni pregni di cervelli come quello di ieri dal quale ho estapolato quanto scrivo. Come se non bastasse, ad una politica quantomeno "disattenta" ai reali bisogni del cittadino, si unisce una profonda e radicata criminalità organizzata (leggi mafia), degli appalti truccati e del pizzo.
Si, certamente qualcosa si farà per diminuire i rischi nelle zone colpite dall'alluvione dello scorso primo ottobre, (e magari si restituiranno perfino alcune case ai disgraziati), ma lo si farà male, lentamente e disperdendo tanto denaro pubblico. La gente normale, questo lo sa. Purtroppo sta in silenzio, purtroppo è rassegnata, perfino... alla morte da fango.
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