Il Crocifisso. Da simbolo della Cristianità a pomo della discordia
Quando, un paio di anni fa, ebbi il coraggio di raccontare su questo blog la vita di San Francesco d'Assisi e poi di San Giovanni il Battista, non credetti di aver fatto "cosa grande", ma di aver evidenziato come la semplicità porti alla Fede e la Fede porti ad una vita di rettitudine e di condivisione. San Francesco d'Assisi, ottocento anni fa, proveniente da una famiglia benestante e facoltosa, fu "chiamato" da Dio a ribadire la povertà e la semplicità, là dove proprio la Chiesa di Roma era ormai incamminata verso il latifondismo, la gozzoviglia e la lussuria. Molti secoli prima, Mosè salì sul monte Sinai e lì vi rimase per quaranta giorni e quaranta notti, dopo di che ricevette le Tavole della Legge con i Dieci Comandamenti e Dio stesso gli disse: "scendi dal monte, perchè la tua gente (che era il Popolo Eletto), si è corrotta".
Oggi, - a parer mio - la globalizzazione che tanti vantaggi ha portato ma che comunque sta lasciano le popolazioni del terzo mondo a morire di fame e di sete, ci insinua idee nuove che in realtà sono solo "babele". A sollevare il problema dei Crocifissi nelle scuole è stato un musulmano, credo, ma oggi, pare essere diventato invece un problema nostro. Degli italiani tutti. Ho letto molti commenti su Facebook, alcuni vedono il Crocifisso come una imposizione, altri come un'appartenenza quasi politica, uno dei commenti, addirittura, testuali parole dice: "A me sembra (e lo so che sono molto provocatoria) che il crocifisso messo nei luoghi pubblici non sia molto diverso dalle tracce di pipì degli animali che marcano il territorio".
Che dire, anch'io sono stato un bambino che ha frequentato la scuola Elementare. Indossavo il grembiule azzurro con il colletto bianco, in classe dietro la cattedra erano appesi la foto incorniciata di Giovanni Leone Presidente della Repubblica ed un Crocifisso in legno. In prima elementare, ogni mattina, prima di iniziare le lezioni, ci alzavamo impiedi e recitavamo un'Ave Maria. Mai, mai mi sono sentito oppresso dalla presenza del Crocifisso in aula, mai ho fatto nella mia testa equazioni simili a quelle che si fanno in questi giorni. Io ed i miei compagni eravamo volenterosi o non, figli di Cristiani praticanti o non, ma quando arrivava il Santo Natale, sapevamo che quella era la Festa della fratellanza e del perdono, la Festa della nascita di Gesù. Non era l'Halloween dei teschi e della zucche, non era la festa delle renne o di Babbo Natale che pure esisteva come esistevano regali, panettoni, alberi multicolori e "ciarameddi". Saranno passati poco più di trent'anni e sembra che le liti stiano prendendo il posto della fratellanza, in conseguenza di una quanto mai mendace "libertà di culto" e/o "laicità".
La Corte suprema Europea, ha decretato la soppressione dei Crocifissi dalle aule? Silvio Berlusconi ha detto che invece rimarranno? Bene! Io dico che il libero culto rientra appieno nella legge di Dio, nella "parola" della Bibbia, ma ciò che sta accadendo è l'inizio di una decadenza dei valori che vorrà sopprimere Cristo da ogni luogo pubblico. Ricordiamolo: Se siamo Cristiani Cattolici lo siamo per noi stessi e lo testimoniamo con le azioni di ogni giorno. Se loro sono Musulmani o di altro credo, lo sono per loro stessi e lo testimoniano con le proprie azioni. A proposito, lo sapete quante quante volte al giorno si inginocchia a pregare un Musulmano durante una giornata? Cinque volte... mentre molti Cristiani, (forse), lo fanno una volta alla Domenica quando si ricordano di andare in chiesa. Io penso che (e, pur essendo praticante mi metto totalmente nel gruppo), noi Cristiani moderni siamo "tiepidi" nella Fede. Tiepidi non verso Benedetto XVI od i parroci ma verso Dio stesso. Siamo "tiepidi" e frammentati. Eppure, ancora oggi esistono i miracoli, esistono le testimonianze e con esse la "speranza".
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Oggi, - a parer mio - la globalizzazione che tanti vantaggi ha portato ma che comunque sta lasciano le popolazioni del terzo mondo a morire di fame e di sete, ci insinua idee nuove che in realtà sono solo "babele". A sollevare il problema dei Crocifissi nelle scuole è stato un musulmano, credo, ma oggi, pare essere diventato invece un problema nostro. Degli italiani tutti. Ho letto molti commenti su Facebook, alcuni vedono il Crocifisso come una imposizione, altri come un'appartenenza quasi politica, uno dei commenti, addirittura, testuali parole dice: "A me sembra (e lo so che sono molto provocatoria) che il crocifisso messo nei luoghi pubblici non sia molto diverso dalle tracce di pipì degli animali che marcano il territorio".
Che dire, anch'io sono stato un bambino che ha frequentato la scuola Elementare. Indossavo il grembiule azzurro con il colletto bianco, in classe dietro la cattedra erano appesi la foto incorniciata di Giovanni Leone Presidente della Repubblica ed un Crocifisso in legno. In prima elementare, ogni mattina, prima di iniziare le lezioni, ci alzavamo impiedi e recitavamo un'Ave Maria. Mai, mai mi sono sentito oppresso dalla presenza del Crocifisso in aula, mai ho fatto nella mia testa equazioni simili a quelle che si fanno in questi giorni. Io ed i miei compagni eravamo volenterosi o non, figli di Cristiani praticanti o non, ma quando arrivava il Santo Natale, sapevamo che quella era la Festa della fratellanza e del perdono, la Festa della nascita di Gesù. Non era l'Halloween dei teschi e della zucche, non era la festa delle renne o di Babbo Natale che pure esisteva come esistevano regali, panettoni, alberi multicolori e "ciarameddi". Saranno passati poco più di trent'anni e sembra che le liti stiano prendendo il posto della fratellanza, in conseguenza di una quanto mai mendace "libertà di culto" e/o "laicità".
La Corte suprema Europea, ha decretato la soppressione dei Crocifissi dalle aule? Silvio Berlusconi ha detto che invece rimarranno? Bene! Io dico che il libero culto rientra appieno nella legge di Dio, nella "parola" della Bibbia, ma ciò che sta accadendo è l'inizio di una decadenza dei valori che vorrà sopprimere Cristo da ogni luogo pubblico. Ricordiamolo: Se siamo Cristiani Cattolici lo siamo per noi stessi e lo testimoniamo con le azioni di ogni giorno. Se loro sono Musulmani o di altro credo, lo sono per loro stessi e lo testimoniano con le proprie azioni. A proposito, lo sapete quante quante volte al giorno si inginocchia a pregare un Musulmano durante una giornata? Cinque volte... mentre molti Cristiani, (forse), lo fanno una volta alla Domenica quando si ricordano di andare in chiesa. Io penso che (e, pur essendo praticante mi metto totalmente nel gruppo), noi Cristiani moderni siamo "tiepidi" nella Fede. Tiepidi non verso Benedetto XVI od i parroci ma verso Dio stesso. Siamo "tiepidi" e frammentati. Eppure, ancora oggi esistono i miracoli, esistono le testimonianze e con esse la "speranza".
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Etichette: Religione, Riflessioni della Domenica
5 Commenti:
Ritengo che la pronuncia dei Giudici della Corte europea dei diritti dell'uomo
(che peraltro ho letto non sarebbe neanche un’istituzione dell'Unione europea, bensì un organismo preesistente, che con l’entrata a regime del Trattato di Lisbona dovrebbe venirne inglobata, ma dovrei documentarmi meglio al riguardo),
è pur sempre una pronuncia intanto appellabile, e proprio davanti alla Corte di Giustizia Europea, che poi è quella ad esempio alla quale, se non erro si ispira la Cassazione, e che fa Giurisprudenza.
Qui, però a mio modesto avviso, come ho cercato di esporre in un mio post su Jonia, si vorrebbe rimuovere un simbolo che per molti costituisce anche o addirittura, l’unico motivo di giustificazione dell’esistenza.
Ecco, quando c’è qualcuno, cristiano, musulmano, ecc. o laico, oppure politico o magistrato, o ancora comunissimo cittadino affetto dalla sindrome del tifoso a qualsiasi costo, o peggio certi misantropi, insomma chiunque ritenga di potere interferire se non persino decidere delle scelte altrui (ovviamente parliamo di scelte legali), allora comincio a vedere in queste persone solo delle patologie di inquietante delirio.
Di Adduso, Alle 7 novembre 2009 alle ore 16:01
Adduso, a me, basterebbe affermare: "io Credo comunque, e Credo in Dio", ma a voler pensare male... quì qualcuno vuol far passare il padrone di casa (che siamo noi italiani) per arrogante per poi accaparrarsene il posto a più riprese.
Essendo stato ospite nei pressi di Londra, ho avuto modo di constatare come il territorio lì si stia settorializzando per insediamenti etnici e religiosi. Da noi si vuole arrivare oltre, forse l'Oriente rimembra che questa fu sua terra di conquista.
Gli italiani cosidetti "atei" cadranno nel tranello delle religioni orientali, poichè attratti da una fantomatica laicità dello Stato dove tutto è permesso e lecito?
Di BonarRIGO, Alle 7 novembre 2009 alle ore 17:33
PERCHE’ BISOGNA RIBELLARSI ALL’EUROPA CRISTOFOBICA
Ormai è diventata una specie di fobia: essere cristiani, avere un credo, esporre un crocefisso è diventata la nuova sindrome dell’Europa laicista e materialista.
Qualche giorno fa il limite è stato superato perché la Corte Europea dei diritti dell’uomo ha sentenziato che il crocefisso non possa più essere esposto nelle classi perché “perturba emozionalmente” gli alunni e non consente alla scuola pubblica di “inculcare agli allievi un pensiero critico”.
La sentenza appartiene ad una sottospecie del “diritto con la D maiuscola” e fa a pugni con un’altra sentenza, quella del Consiglio di Stato del 2006 che ha evidenziato che il crocefisso in un’aula giudiziaria o in una scuola ha si una origine religiosa, ma di fatto esprime la piena laicità dello Stato perché rappresenta il nostro ordine costituzionale e la nostra società. Il crocefisso infatti rimanda ai Valori della tolleranza, della solidarietà, della libertà, dell’abnegazione e dell’integrità morale.
Si può infatti anche non credere che quel vero Uomo, che fu crocefisso oltre 2000 anni fa, fosse anche vero Dio ma nessuno può negare che quel sacrificio cambiò il corso della storia.
Da quel momento le donne non furono più schiave dell’uomo. Anzi meglio! Da quel momento la persona umana più alta in dignità fu proprio una donna, Maria.
Da quel momento i bambini furono elevati in considerazione, gli ammalati non furono emarginati, la schiavitù di fatto fu abrogata e la vita assunse una rilevanza assoluta, a cominciare da quella del nascituro.
Da quando quel Cristo evangelizzò il mondo e per questo fu crocefisso, uguali divennero il ricco e il povero, il locale e lo straniero, il giovane e il vecchio, il disabile e l’abile.
Tutto questo ha avuto, ed ha, come significato quella Croce con quel Cristo. E tutto ha un nome e cognome: si chiama Civiltà Occidentale che taluni vorrebbero eliminare ma che non si può cancellare come si fa con la lavagna perché tutto in Europa, e in Italia in particolare, ruota attorno a questo simbolo.
Pensiamo, per esempio, all’ambito dell’urbanistica e a quello architettonico in particolare. Le nostre radici spirituali ci hanno insegnato che le chiese sono patrimonio di tutti. Se oggi una parte significativa delle guide turistiche delle nostre città trattano di chiese, è perché le nostre radici fanno riferimento a quel Cristo. Così come anche il tema dell’educazione è profondamente connesso a quel crocefisso. Ogni attività educativa infatti si basa su di una presa di posizione esplicita sul senso e il valore della Persona umana. Non c’è educazione senza Valori, né educazione senza Modelli. E qui arriva la censura rispetto alle nostre radici culturali. Si tratta di posizioni che suggeriscono di non presentare o proporre alcun modello, lasciando le scelte al singolo individuo.
È chiaro! La scelta etica fondamentale spetta alla libertà e alla coscienza di ciascuno di noi, ma la presentazione è la proposta di una cultura e di un modello, non è di certo un ostacolo; semmai è la condizione stessa per una scelta consapevole e responsabile. Non permettere di parlare delle nostre radici, non presentare la nostra tradizione culturale e religiosa è, essa stessa, una scelta culturale. SBAGLIATA !!
Implica che le persone crescono meglio se non si pongono seriamente, drammaticamente e generosamente la domanda sul senso ultimo, suggeriscono che sia meglio che i genitori parlino ai figli di sport e di vacanze, ma non di Dio e del senso della vita.
E che essa non sia un simbolo religioso ma civile è più che evidente anche ai profani, tant’è che nessuno in classe o in tribunale si fa il segno della croce passando, mentre in chiesa si ! Ecco perché bisogna resistere ai nuovi barbari, poco importa se sono ammantati di ermellino o se frequentino salotti snob.
E bene fa il Governo a dichiarare che resisterà alla sentenza di un organismo che fra l’altro non gode di particolare prestigio.
Alessandro Pagano
Di Anonimo, Alle 7 novembre 2009 alle ore 17:36
Correggo quanto detto in una nota dal signor A.Pagano:
Se siamo Cristiani, e non solo politico-cristiani, dobbiamo soprattutto Credere che: quell'Uomo vissuto 2000 anni fa non solo "con il suo sacrificio cambiò il corso della storia" ma esso stesso era l'unigenito figlio di Dio e non uno dei tanti profeti!
Di BonarRIGO, Alle 7 novembre 2009 alle ore 17:45
Domenico Mangraviti ha inviato un messaggio ai membri di SI AL CROCIFISSO NELLE AULE SCOLASTICHE E NEI TRIBUNALI ITALIANI.
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Oggetto: Si al Crocifisso
Sì al Crocifisso!
La recente sentenza della Corte di Giustizia Europea non ci ha sorpresi dato che l’europa (l’ho scritta volutamente in minuscolo), contrassegnata dalla stella a cinque punte o pentalfa massonico, da tempo ha abiurato alle sue radici cristiane in virtù delle quali possiamo ancora dare (fino a quando?) a “Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”, diversamente dagli stati un cui vige la shaaria dove l’islam viene imposto e certi giudici non potrebbero minimamente sognarsi di sentenziare contro la religione di Maometto! Giustamente molti cristiani (tra la tiepidezza degli esponenti della Chiesa Cattolica che ha abiurato alla predicazione per adorare il dialogo ad ogni costo) si sono scagliati contro tale sentenza che ci impone la domanda se sia opportuno restare in un’Europa che, “grazie” all’Euro, ha raddoppiato i prezzi mantenendo quasi fermi gli stipendi. Un’Europa in cui dei burocrati super pagati dettano legge in ogni dove e cercano di cancellare le nostre tradizioni. Chi attacca il Crocifisso o non ha capito cosa rappresenti il valore del medesimo o non ne vuole sapere a prescindere da qualsiasi argomentazione in quanto avverso al Crocifisso, dimenticando che, nel momento della morte (credente o meno), risponderà del suo operato proprio a quel Gesù rifiutato per tutta la vita il Quale, a malincuore ma rispettoso del libero arbitrio, lo manderà a far compagnia al diavolo.
Ciò premesso la sentenza della Corte di Giustizia Europea cade come la ciliegina della torta dell’avversione generalizzata al cristianesimo. Non dobbiamo infatti dimenticare:
a) tutti gli attacchi che, anche in Italia, vengono costantemente lanciati verso i simboli della nostra religione;
b) le frequenti critiche che somigliano a degli anatemi o gli insulti che il fronte laicista (anche italiano) rivolge alle opinioni espresse dal Papa (e qui non va dimenticato che il Papa non impone nulla, ma esprime il suo autorevole parere in tema di morale e riguardo agli aspetti salienti della nostra società);
c) le azioni offensive nei riguardi del cristianesimo;
d) la tiepidezza e/o il silenzio degli esponenti della Chiesa e di molti cosiddetti cristiani nei confronti di tutto ciò.
Grazie a tutti x il vostro impegno...siamo già più di 300 iscritti...
Vi invito a pubblicare anche le vostre opinioni in bacheca... questo gruppo è di tutti noi!
Saluti
Di Anonimo, Alle 10 novembre 2009 alle ore 17:37
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