Il GRIDO (Il Blog su Roccalumera e... non solo)

giovedì 1 aprile 2010

GIOVEDI' SANTO. Cena del Signore












Nella Santa Messa di questa sera, sarà celebrata l'ultima cena di Cristo con i suoi Apostoli. Mistero della Fede. Un momento di grande intensità nel quale si rinnova l'istituzione dell'Eucaristia. Ecco il mio Corpo, "ecco il mio Sangue, mangiatene e bevetene e vivrete in eterno".
Siamo ormai vicini al Santo giorno della Pasqua. Mentre nella Pasqua ebraica, si celebrava il "passaggio" del popolo d'Israele dalla schiavitù alla libertà, nella nostra Pasqua noi ricordiamo che Gesù, duemila anni orsono è morto per crocefissione non per i suoi ma per i nostri peccati, ed è risorto il terzo giorno per rivelarsi agli increduli ed ai dubbiosi, presenti anche fra i suoi stessi Apostoli.
Festeggiamo in serenità e condivisione la Santa Pasqua.
AUGURI a TUTTI!
Giovanni BonarRIGO
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sabato 27 marzo 2010

Chiesa di San Matteo. Oggi, abbiamo porto l'estremo saluto a Don Peditto















Messina, Chiesa di San Matteo di Giostra. Sabato, Ore 10:30, una partecipazione massiccia da ogni parte della Sicilia per la Messa dell'estremo saluto a Don Peditto Marino. Messa presieduta dall'Arcivescovo di Messina Mons. Calogero La Piana e concelebrata anche dal diacono aliese Pippo Giannetto. Convenuti, anche numerosi sacerdoti provenienti dai paesi della riviera jonica. Fra i numerosi gruppi che in questi anni sono nati e divenuti numerosi e fiorenti grazie al sapiente e paziente lavoro di Don Peditto, si sono potute apprezzare nutrite rappresentanze ai banchi della chiesa intitolata a San Matteo, per voce dei loro rappresentanti, costoro, in alcuni casi hanno voluto porgere il loro commosso "Grazie" al buon prete salesiano dal pulpito dell'altare.

Prima che la Santa Messa avesse inizio, uno dei preti aveva voluto leggere un sunto della laboriosa e difficile vita del Santo Parroco. Avendo io come gli altri ascoltato, posso semplicemente dire che non ci sono parole per descrivere una tale missione di Fede e sacrificio. Certamente possiamo comprendere oggi meglio che in questi anni, il senso dei ragionamenti e dei consigli di Don Peditto in decenni di incontri di preghiera. Certamente, da oggi sarà il nostro più vivido intercessore presso Gesù insieme ai tanti Santi, ma dobbiamo ricordare che le sue parole erano: "chiedete a Dio ciò che è la sua volontà e non la vostra", e questo sarà difficile anche per chi ha fede, perchè siamo in molti quelli che consideriamo il ricorso alla Fede come ad una risorsa da sfruttare ai fini dei nostri bisogni. Don Peditto è volato dal Padre Celeste, come faremo senza di lui? Ebbene, egli stesso ci direbbe se fosse vivo: "ognuno di voi può proseguire il cammino da me intrapreso".
Giovanni BonarRIGO
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domenica 22 novembre 2009

Grazie a tutti. Il saluto di Padre Sinitò

Carissimi fratelli e sorelle,
con grande commozione e con sentimenti filiali desidero, al termine del mio mandato pastorale, salutare tutti voi. Vorrei poter arrivare in questo momento a stringere la mano in modo particolare ai malati, alle famiglie e a quanti vivono momenti difficili.
Sono trascorsi 14 anni da quando, in qualità di parroco, il 1° marzo 1995 iniziai il mio servizio sacerdotale nella Parrocchia di Furci e Grotte. In questi anni abbiamo camminato insieme vivendo veri momenti di fede. Abbiamo lavorato per edificare le Comunità parrocchiali investendo tanto in menti, braccia e cuore affinchè diventassero “casa di comunione, di accoglienza e di santità”, dove i cristiani si aiutano reciprocamente a scoprire e realizzare la propria vocazione, nell’ascolto della Parola di Dio, nella preghiera, nell’assidua partecipazione ai Sacramenti e nell’attenzione concreta agli ammalati, agli anziani, ai poveri e agli ultimi. Abbiamo curato gli edifici materiali rendendoli sempre più belli e decorosi. Tante sono state le occasioni in cui abbiamo condiviso gioie, dolori, fatiche e speranze nella stupenda testimonianza dell’amore del Risorto.
Sento il dovere di ringraziare voi tutti per l’affetto, la stima, la comprensione,
la collaborazione e la corrispondenza generosa che in questi anni non mi sono mai venuti a mancare.
Da parte mia, nonostante i miei tanti limiti anche caratteriali, posso darvi testimonianza davanti al Signore di avervi amato e di avervi amato tanto.
Un grande grazie ai fedeli delle Comunità di Furci e Grotte e alle tante persone con cui ho condiviso un pezzo di strada:incontri,volti,parole,storie che si sono intrecciate con la mia storia fino a diventare la nostra storia.
Ringrazio gli amministratori della cosa pubblica nella persona dei sindaci Ventura Domenico Sebastiano Foti e Bruno Parisi che, in tante occasioni e modalità diverse, non hanno fatto mai mancare la loro disponibilità al dialogo e, a volte, la collaborazione fattiva per le necessità della collettività parrocchiale.
Ringrazio la Comunità scolastica dell’Istituto Comprensivo di Furci, alunni e docenti della Scuola Materna, Elementare, Media e Superiore per la fiducia riposta nella mia persona.
Ringrazio tutti coloro che mi sono stati vicinissimi condividendo le mie ansie, sopportando le mie arrabbiature, partecipando alle mie stanchezze con tanta pazienza e delicatezza umana.
Ringrazio tutte le persone e gli sponsors che non hanno fatto mai mancare il loro contributo economico sul quale ho potuto contare sempre per realizzare le piccole opere pastorali che hanno accompagnato il cammino ecclesiale.
Ringrazio la Comunità e Servizio nella persona del Prof. Santino Mascena con tutta la sua equipe e gli anziani dai quali ho ricevuto la catechesi della sofferenza.
Ringrazio il direttore di Tele 90 e lo staff , Radio Empire , il direttore della la gazzetta Jonica e i siti Internet sempre disponibili al dialogo e alla comunicazione.
Accanto ai ringraziamenti per tutti,(chiedo scusa se ho dimenticato qualcuno!) voglio unire una particolare richiesta di perdono per tutte quelle volte che non ho dato testimonianza di fede con il mio comportamento; chiedo perdono se ho offeso qualcuno involontariamente. In questi anni,ve lo garantisco, non ho voluto il male di nessuno. Se qualche volta ho alzato la voce, ripeto, è stato solo ed esclusivamente per il bene della Comunità.
Il Signore nella persona del nostro Arcivescovo, Mons. Calogero La Piana, mi invia a servire la Comunità di Taormina.
Riconosco in questo nuovo mandato ancora una volta quel perentorio “Seguimi” che Gesù rivolse ai suoi Apostoli. In verità, noi sacerdoti che abbiamo promesso ubbidienza e filiale rispetto ai nostri vescovi,siamo chiamati a dire sempre il nostro “Eccomi”. I disegni di Dio sono imperscrutabili, ci manda da una casa a un’altra senza concederci la possibilità di mettere le nostre radici in un determinato luogo. Egli ci chiama nella continua ricerca di itinerari di crescita nella fede, nella speranza, nella carità e noi siamo chiamati ad essere “servi per amore” per tutta la vita.
Vi auguro un cammino ricolmo di grazie, invocando su di voi la protezione di Dio e di Maria del S. Rosario, Madre nostra e fiducia nostra.
Benedicano tutti voi e il vostro nuovo Parroco: amatelo, incoraggiatelo, aiutatelo.
Un grande affettuoso abbraccio
P.Salvatore Sinitò
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IL MIO COMMENTO: Caro Padre Sinitò, Lei parla come colui che sta per partire per un lungo viaggio. Mica va in India? Stia tranquillo, sebbene siamo tutti peccatori agli occhi dell'Altissimo, se bene ha seminato raccoglierà bene, e le rimarranno vicini quanti la amano e la stimano per quello che di buono ha fatto in questi anni a Furci. E poi, Taormina è vicina... e Dio è grande!
Una curiosità: ho letto sul suo sito che dal 22 non sarà più aggioranato. Perchè? potrebbe cambiergli denominazione (dominio) in: "Parrocchia di Taormina" e così continuare ad avere una corrispondenza con chi la conosce, o cederlo in toto al nuovo parroco che prenderà il suo posto.
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martedì 16 giugno 2009

L'arroganza del ragno
















CLICCA QUI', per vedere il video della Processione di Sant'Antonio
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C'era una volta un ragno secco secco per la fame, lo attendeva ormai la morte. Aveva perso ormai ogni speranza, quando ad un tratto, alzando gli occhi al cielo vide un filo pendere dal tetto. Pensò tra se: "e se realizzassi una ragnatela?". E, partendo da quel filo pendente iniziò a tessere... il primo filo, il secondo, il terzo... fino a realizzare una tela abbastanza grande che varie mosche vi rimasero impigliate. Il ragno, iniziò a cibarsi di quelle mosche e ad ingrassare, anche la sua voce si fece più forte e convinta.
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Un giorno, guardando orgoglioso il suo regno di tela... iniziò ad esaminarlo filo per filo. "Questo l'ho tessuto io", gridò forte indicando il filo, poi passò ad un'altro e: "Questo l'ho tessuto io" gridò ancora più forte... e così per un terzo, un quarto e ancora si pavoneggiava: "Anche questo l'ho realizzato io". Autocompiaciuto e sazio della sua grandezza di ragno, ad un tratto si imbattè nel filo che pendeva dall'alto. Lo guardo un'istante e disse: "Questo non l'ho tessuto io"... e con la tenaglia lo recise di netto. In quell'istante, crollò l'intera tela e lo soffocò.
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MORALE
Certe volte, preghiamo i Santi ed il Signore che ci facciano una grazia. Siamo disperati, siamo ammalati, siamo pieni di problemi. Ecco, la Santa Provvidenza ci viene in aiuto, ci risolleva dallo sconforto, dalla malattia, dalla povertà. Adesso vediamo il Mondo che ci circonda con occhi diversi, ci sentiamo padroni della Terra e, magari proprio noi che ora siamo raggianti ed osannati dalla gente per il nostro successo... ci dimentichiamo di Dio. Ci allontaniamo da quella inutile zavorra. Ecco che, senza accorgercene, precipitiamo nel peccato, nella rovina e nella morte.
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lunedì 15 giugno 2009

Roccalumera. La Processione a Sant'Antonio ritorna



CLICCA QUI' o SULLA FOTO, per vedere il video della Processione

Tutto inizia con la "tredicina", ossia tredici messe serali precedute da altrettante preghiere del Santo Rosario. Quest'anno, presso il Santuario "Sant'Antonio" delle suore cappuccine del sacro cuore, sito nella zona a nord del paese di Roccalumera, ha detto messa un frate cappuccino di Mistretta, tale... Frate Pio. Come tutti i presenti delle sere di preghiera, non ho potuto non essere colpito positivamente dall'impeto con il quale il frate francescano profondeva nelle sue prediche.

Fra Pio, ha prima di ogni cosa, voluto ribadire che il santo che da lì a pochi giorni ci accingevamo a portare in processione, non fu (come in qualche canto viene ancora ripetuto) "un fraticheddu finu", ma un colto ed illustre oratore, tanto da essere stato riconosciuto tale dallo stesso Papa Pio XII.

Sant'Antonio di Padova, vissuto al tempo di Francesco d'Assisi, visse quasi ottocento anni fa. Uomo di origini piuttosto ricche, scelse di dedicare la sua vita a Dio in povertà. Innumerevoli furono i miracoli che ottenne già in vita dal Signore per la gente umile e sofferente. Frate Antonio, che morì a soli trentasei anni, fu canonizzato Santo dopo appena undici mesi dalla morte. Il più breve periodo della storia.

Ma, voglio ritornare ai sermoni che fra Pio ci ha fatto in queste sere. Su tutte, è degna di essere riportata una sua dichiarazione: "oggi, la gente non sa più quali sono i dieci comandamenti, ma sa invece i "tre comandamenti" che sono:

1) U FANNU TUTTI,
2) E' A MODA,
3) E CHI CI FA.

Quasi con ironia, il frate ha infatti voluto evidenziare come nel sentimento materialista di tanta gente (non tutta), si tenda fortemente a banalizzare su ogni eccesso del costume o del vivere quotidiano. Con "è a moda", infatti, ha lui stesso specificato che si riferiva alla risposta che danno le ragazzine e le loro madri a proposito del famoso ombelico scoperto, esibito ormai senza pudore ovunque.

Oggi, (a mio avviso), in nome di un modernismo tutto da dimostrare, si sono quasi sotterrati quei valori (l'umiltà, la fede, il rispetto del più debole, l'unione familiare) e quelle sane abitudini di cristiani, (la recita del Santo Rosario in famiglia ogni sera, la visita ai nonni ed a parenti ammalati, l'ascolto dei loro racconti), che arricchivano enormemente la famiglia e con essa univano nella condivisione e nel rispetto la società tutta.

Raccontarvi anche solo una parte i molteplici contenuti di quanto Fra Pio ci ha trasmesso nelle prediche, sarebbe troppo lungo e forse pesante, ma una cosa la voglio aggiungere: Fra Pio ha evidenziato come molta gente si rivolga ai Santi nel momento del bisogno, dimenticandosi che essi, prima di ogni cosa ci offrono se stessi come esempio da seguire nella nostra vita.

LA PROCESSIONE
E finalmente il 13 Giugno, quest'anno abbiamo potuto portare in processione il simulacro del Santo Patrono del paese. Una processione (durata solo un'ora e trequarti, fronte di altre che si protraggono per oltre cinque ore), breve ma intensa. Una processione senza soste durante il traggitto che permettessero ai fedeli di elargire doni in denaro, una processione senza botti (i bummi), e con due soli archeggiati davanti alla chiesa di Sant'Antonio, una processione, soprattutto senza cantanti e barzellettieri magari anche piccanti. In questo breve pellegrinaggio del simulacro, que cose assai belle, mi hanno piacevolmente: le "visite a Maria" da parte del Santo. Il simulacro, infatti è entrato sia nella chiesa della "Madonna della Catena" del quartiere Ficara, (per una breve funzione), sia nella chiesa della "Madonna del Carmelo" del quartiere Botteghelle.

La grande partecipazione di fedeli, ha poi fatto sperare gli scettici come me e Fra Pio, che la Fede, quella con la "F" maiuscola, -ancora oggi- non è una esibizione di un giorno di festa, ma è la legge di Dio, che in molti portiamo nei nostri cuori tutti i giorni della nostra vita.
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venerdì 10 aprile 2009

Roccalumera, "La lavanda dei piedi"

Cari lettori, oggi vi racconto una delle tante funzioni religiose, che (come ogni anno), vengono realizzate nel mio paese in prossimità della Santa Pasqua. Ieri sera infatti, si è svolta la consueta funzione (presso la chiesa della Madonna della Catena), della "Lavanda dei piedi degli apostoli". Un Funzione, che richiama al messaggio lasciatoci da Gesù: "servitevi l'un l'altro e amatevi come io vi ho amato". Sull'altare, ieri sera, dodici uomini (sia anziani che giovani), hanno impersonato gli Apostoli così da far rivivere un momento di grande insegnamento per ognuno di noi.

Gesù, lavò i piedi a tutti i dodici Apostoli, ben sapendo che non tutti erano puri, (Giuda infatti, lo avrebbe tradito).

Oggi sono stati celebrati i funerali di 290 vittime del terremoto d'Abruzzo. Gli aiuti arrivano da ogni parte d'Italia, la partecipazione è totale, sia di beni che di diponibilità di braccia. A Roccalumera stamattina, il banditore del comune, passando per le vie del paese, ha annunciato al megafono la raccolta di beni per i terremotati, invitando tutti a dare qualcosa.

Noi popolo italiano, noi popolo del Mondo... se ad una "prova" siamo stati chiamati da Dio, quella "prova" (secondo la mia pur modesta opinione), è di condivisione dell'altrui sofferenza. Non è dunque questa la sede in cui cercare colpevoli per la scadente qualità dei calcestruzzi o delle armature in acciaio di travi e pilastri di quelle case appena terminate, o rimpallarsi responsabilità fra istituzioni che hanno sicuramente sottovalutato le continue scosse che avvisavano gli aquilani, li avvisavano qunatomeno alla prevenzione già da oltre tre mesi. Non serve a molto cercare colpevoli, ora che l'immane tragedia abruzzese è sotto gli occhi di tutto il Mondo, ma certamente serve assolutamente non commettere gli stessi errori in futuro. Noi tutti, oggi e domani, dobbiamo aiutare è pregare per quanto possiamo. Ancora Buona Pasqua!


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Su Jonia News di Aprile: Pag. 30 Roccalumera: intervista Miasi di G. Bonarrigo

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mercoledì 8 aprile 2009

La Pasqua in Abruzzo, la solidarietà è preghiera




Cari lettori, quando, lo scorso sei aprile ho deciso di dedicare questa settimana del blog esclusivamente alla Santa Pasqua, nulla sapevo ancora di quanto era già accaduto nella notte. Mi riferisco ai terribili fatti del terremoto in Abruzzo. Se, sull'altro mio blog (IO GEOMETRA), ho poi sintetizzato e commentato i fatti della città di L'Aquila, e di Paganica, (ricadenti nell'epicentro del sisma), e gli altri paesi e piccolissimi centri abitati, quì voglio rimanere -proprio perchè profondamente commosso dai lutti e dalle tragedie della gente abruzzese- ancora più fedele al mio proposito di vicinanza alla fede cristiana.

Si è vero, ben altra Pasqua si preparavano a trascorrere gli abruzzesi, seppur forzatamente convivevano da mesi con il tremore del suolo. Si preparavano a festeggiare la Settimana Santa. Qualcuno dirà: "e Dio dovè, quando accadono queste catastrofi?". In realtà, se noi fossimo degli esseri illimitati, potremmo giudicare, ma non lo siamo, non sappiamo cosa avrebbe potuto succedere al posto di ciò che è successo. Io stesso, guardando passivo quelle scene di pianto e di soccorso nei TG, scopro oggi cosa possa veramente essere la "Preghiera".

Gesù disse: "vi riconosceranno per quello che farete al più piccolo dei vostri fratelli", e così in questi giorni, mentre l'incessante lavoro di braccia fra le macerie e la polvere, di Vigili del Fuoco, di volontari di Croce Rossa, della Misericordia, della Protezione Civile, delle tante associazioni umanitarie, di militari e perfino di un gruppo di ragazzi facenti parte della squadra di foootboll della città di L'Aquila, che hanno prestato soccorso rischiando (e rischiano ancora) la vita minuto per minuto, mentre la terra continua a tremare ed a tremare molto forte, noi riscopriamo cosa sia la vera Preghiera. La risposta alle domande degli scettici e dei dubbiosi, viene dalle azioni di coraggio e di solidarietà che non ha prezzo, data minuto per minuto dalla gente di ogni dove.

E' vero, non era questa la Pasqua che speravano gli abruzzesi, ma nel dramma di paesi rasi al suolo, fra i tanti cadaveri di tanti ragazzi, andati a L'Aquila per studiare e che, per non gravare troppo sul bilancio dei propri genitori, avevano preferito riunirsi nella più economica Casa dello Studente, di tanto in tanto accadono dei miracoli nella tragedia. Come avrebbe potuto sopravvivere una ragazza, estratta dalle macerie dopo oltre quaranta ore sottoterra? E ancora altra gente, perfino molto anziana, tratta miracolosamente in salvo dal paziente lavoro dei soccorritori. Quella vecchina, dopo due giorni da sepolta viva, interrogata su cosa stesse facendo in tutto quel tempo, ha risposto: "lavoravo all'uncinetto".

Probabilmente non festeggerò la Santa Pasqua come gli altri anni, la Pasqua laica intendo. Anzi, mi rammarico già adesso di non sentirmi capace di offrire la mia mano per essere lì con loro. La vera preghiera infatti, è la condivisione. La vera preghiera è quella di chi, non solo ride con chi ride, ma piange con chi piange. Da tutta Italia, sono partiti aiuti umanitari, perfino dal resto del mondo sono giunte offerte di aiuto concreto subito. Solidarietà, una parola che sa di conforto. A tutt'oggi, si contano più di 250 morti, più di 1000 feriti, e si scava ancora fra i calcinacci... ascoltando una voce, un sussuro, che faccia ancora sperare che ancora un'altra vita si possa salvare.
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EASTER IN ABRUZZO, SOLIDARITY AND PRAYER

Dear Readers, on the sixth of April when I decided to dedicate my blog exclusively to Easter, I was not yet aware of what had already taken place during the night. I am referring to the terrible earthquake that took place in Abruzzo. On my other blog (io geometra) I synthesized and commented on what had happened in the City of L”Aquila and Paganica which were the epicenters of the earthquake and the other small villages. I now wish to continue commenting here, as I am deeply moved by the deaths and tragedies of these people. Because of this, I now feel even closer to the Christian Faith.

We are sure that the people of Abruzzo where preparing to spend a different kind of Easter, even if for months they had lived with underground tremors. They were preparing for Holy Week. Some may say: “And where is God when these catastrophes happen?”
If we were limited beings, we would give judgment to what happened. But we are not limited, therefore do not know what could have happened in place of this. I, myself while looking passively at those scenes of despair and aid on the TV News, found what strength prayer has.

Jesus said: “They will know you for that which you do to the least of our brothers” and so whilst the Fire Brigade, the volunteers of the Red Cross, the Misericordia, the Civil Service and the many other humanitarian associations are working incessantly amongst the rubble even the young boys from the local football team are helping and risking there lives at every moment while the earth continues to shake and tremble, we find the real prayer. The answer to the unbelievers and the doubtful comes from the actions, the moment by moment show of courage and solidarity by people that come from all over the place. This has no price.

It is true that this is not the kind of Easter that the people of Abruzzo where expecting to have, but amongst all the drama of villages being razed to the ground, amongst the many dead bodies of young students, who had gone to finish their studies in L”Aquila and to save on boarding fees had decided to live together in the “Casa Dello Studente”, some miracles happened: How could a young girl who was pulled out of the rubble after more than fourty eight hours, have survived? And the many others even an elderly woman who was miraculously saved by the patient digging of the relief workers:
This woman after two days of being buried alive, when asked what she was doing during that time replied: “Crocheting”.

I will probably not spend This Easter like other years, I mean the Easter of the lay-man. I am sorry that I cannot be there to give a hand to the people that need help. Real prayer is laughing together and crying together. From the whole of Italy humanitarian help has been forthcoming and even from the rest of the world there has been offers of help. Solidarity is a word that gives a sense of comfort. To date there are more than 250 dead and more than 1000 injured, they are still digging amongst the debris…listening to a voice, a whisper something that still gives hope that another life can still be saved.
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lunedì 6 aprile 2009

La settimana della Santa Pasqua

Cari lettori, eccoci entrati nella settimana della Santa Pasqua. Non essendo il sottoscritto arrivato in tempo a dedicare un post alla "Domenica delle Palme", ho pensato di dedicare interamente questa settimana alla Pasqua Cristiana, quale momento di Fede e di riflessione profonda offerta ad ogni essere umano. Colgo l'occasione, per ribadire che il mio sito è nato per divulgare un messaggio di giustizia e di fratellanza, ma nello stesso tempo, esso si propone di non rinnegare mai l'appartenenza Cattolica che muove ogni pensiero del sottoscritto.

Ho anche pensato di realizzare un blog specificatamente per il messaggio Cristiano "GESU', IO CONFIDO IN TE", (e non è detto che non lo faccia in futuro), ma, considerando l'uomo un essere libero e nello stesso tempo partecipe di mille e mille realtà, mi sono permesso, (non unico, per la verità), di offrire già su questo blog, spazi a tematiche sia religiose che laiche, sia scientifiche che culturali, sia storiche che politiche. Ho parlato di San Francesco d'Assisi, (in tanti lo avete letto), di San Pio da Pietrelcina, San Giovanni Battista, ho ospitato racconti di vita e vi ho parlato anche di mala-politica e di... mafia. La vita di un uomo è tutto questo e tanto ancora. Avere la Fede, è un dono che paragonerei ad un "grande faro" che illumina il cammino di una creatura di Dio.

Pasqua, dicevo, è un momento di riflessione per tutti. Lo può essere anche per i laici, e certamente lo può essere per le infinite religioni sparse nel pianeta, e nelle tante ramificazioni, che si sono create perfino all'interno del Cattolicesimo. Non voglio entrare nel merito delle scelte religiose di popoli e gruppi, certo è che, se a muovere l'Uomo è il bene, le sue opere gli sopravviveranno nell'eternità. Se a muovere l'uomo è invece il male... saranno le sue malefatte ed i suoi crimini a sopravvivergli nei millenni. Gesù, insegnò ad "amare il nostro prossimo come noi stessi", ad "amare chi ci odia ed a quasti fare il bene". Massaggi forti e difficili da concretizzare, soprattutto se siamo orgogliosi, invidiosi, prevaricatori sui deboli, se siamo furbi e bugiardi, insomma, se siamo lontani da Dio stesso.

Forse sarà inutile ripetere ancora, che Pasqua non è la festa dell'uovo di cioccolata con la sorpresa dentro, come molti pensano. Si certo, un bel regalo fatto il giorno di Pasqua, spalanca il sorriso ed il cuore di chi lo riceve, e riempie di gioia anche chi lo offre. Ma, guai a presentarsi ad una Festa solo "per fare come gli altri", noi siciliani diremmo "pi facci lavata", e guai ad invitare gente che non stimiamo, solo per far vedere agli altri che il nostro seguito è numeroso. Meglio una Pasqua intima ma sincera, modesta ma Vera, meglio un regalino vero che un regalone falso. Andremo in chiesa, ci confesseremo al parroco, prenderemo l'Eucaristia, baceremo i nostri amici e parenti, ma sarà Pasqua, solo quando avremo saputo offrire noi stessi ai più deboli ed indifesi.

Ho tanti argomenti in scaletta da proporVi, non vi preoccupate che più avanti li pubblicherò tutti. Di seguito leggete gli auguri inviatimi dalla scrittrice Lina Pino, ai quali ovviamente io mi associo, (naturalmente, quì, ciascuno di voi può inviare i propri a chi desidera).

AUGURI PER UNA SANTA E FELICE PASQUA DA TUTTI GLI AMICI DEL BLOG DI GIOVANNI DAGLI AMICI DEL SUD AFRICA E JOHANNESBURG IN PARTICOLARE. CHE GESU RISORTO VI DIA UNA NUOVA VITA E FELICITA’

WISHING ALL THE READERS OF GIOVANNI’S BLOG A HAPPY AND HOLY EASTER FROM THE SOUTH AFRICAN FRIENDS AND PARTICULARLY THE JOHANNESBURG ONES.
MAY THE LORD, WITH HIS RISING GIVE YOU ALL NEW LIFE AND HAPPYNESS
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venerdì 13 marzo 2009

Io, guardavo a nord




(Clicca sulla foto per vedere il mio VIDEO)
Cari amici del blog, è ancora fresco nella mente di molti, il dramma del 25 Ottobre 2007, che ha messo in ginocchio tanti paesi della riviera Jonica messinese. Ve ne ho parlato più volte. Ma, voglio andare più indietro nel passato... ad una tragedia che mi ha colpito personalmente e che ho sentito in modo forte. Quella che state per leggere, è solo una pagina del mio libro che un giorno pubblicherò.

Quella mattina, in quella tarda mattinata d'inverno, ci trovavamo all'interno della cinta muraria del macello comunale. Eravami lì perchè ognuno aveva già fatto il proprio lavoro. Molti di noi guardavano al di la del cancello in tubolare di ferro, oltre quel lungomare in costruzione, a saliscendi, oltre il bastione interrotto da una larga interruzione che ne permetteva il passaggio di uomini e barche fino alla spiaggia ed al mare antistante. Io ero lì, ma guardavo a nord, verso la vicina Nizza di Sicilia... quasi ad attendere l'arrivo di qualcosa, quasi, inconsciamente colto da un terribile presagio. Ed ecco, ad un tratto apparire davanti ai miei occhi una scena che non dimenticherò mai. Quella alta onda di fango e detriti e tronchi d'albero e cose di ogni genere, avanzare verso di noi. Improvvisa, crescente e minacciosa. Bum! investiva ogni cosa incontrasse sul suo cammino, era già sotto i nostri piedi, e saliva, saliva ancora, mentre quella lunga fila di autovetture là fuori si sollevava da terra per seguirla... verso lo squarcio nel bastione... verso il mare. Nel nostro recinto, dilagò la paura, lo sconforto si impossessò in un'attimo dei macellai. Gridarono: "Chi sta succidennuu ddà 'ffòra! U ciumi, u ciumi, si sta puttànnu i nostri machini a mmàri!" Erano saliti tutti sul muro, mantre l'acqua saliva ancora allagando le case e i quartieri. Io, salii su una struttura in ferro e, come loro, nulla potevo contro la furia delle acque che avrebbero tirato a mare anche i macellai se fossero usciti in strada. Udii bestemmiare molti di loro, li udii imprecare contro la Madonna, contro Dio stesso, contro ogni santo del Paradiso. Là fuori c'era anche la rossa Panda di mio padre, in fila con le altre, ma mio padre non bestemmiò, anzi, si mise a pregare. Alzò le mani al cielo e, mentre pergava, qualcuno disse: "iddu preca, nui bestemmiamu e iddu preca!" La Panda si sollevo da terra come tutte le altre che già erano in mare, ma, inspiegabilmente cambiò direzione, venne fin quasi vicino al cancello e lì si fermò, si inchiodò. Poi, la furia del torrente si calmò, si era creata attorno alla nostra vetturetta una vera e propria isola di sterpaglie e detriti. Uscimmo sul lungomare, mio padre con una corda, legò l'auto da una sospensione anteriore al cancello, ma ormai era superfluo, il peggio era passato. Io credo che avevamo assistito ad un miracolo!

Tornamo a casa, con un passaggio, seppimo presto che i danni al paese di Roccalumera, in quel 29 Ottobre 1985, erano stati ingenti, avevano straripato il torrente Sciglio ed il torrente Allume, gran parte della Via Umberto I, (nel lato nord), la via principale del paese, era un campo di battaglia. I negozi, le case, la chiesa della Madonna del Carmelo, erano allagati. Le falegnamerie, le officine ai lati dei torrenti erano distrutte come i loro macchinari e manufatti. Vidi poi una grossa motobetoniera coricata su un fianco in mezzo al torrente. Il giorno dopo, mentre mio padre portava la Panda al lavaggio e poi dall'elettrauto a riparare, tornai fra i miei operai del cantiere scuola, dove ricoprivo da un mese il mio primo compito di Istruttore. Avevamo una strada da cementare, ma fummo chiamati tutti per dare la nostra mano in quella terribile emergenza. In alcune case, c'erano anche due metri di terra e fango. Presi la mia pala e, (come gli altri), cominciai a caricare cariole di terra. Dopo un po', mi ricordo, ci raggiunse la buonanima del Collocatore Angelo Romeo, ci vide lì e mi disse: "Giuvanni, chi stai facennu? ...tu, a iddi a fari travagghiari!". Venivo chiamato continuamente, ora da questa ora da quell'altra persona in cerca di soccorso per la propria casa. Come dimenticare quella vecchietta che, rivolgendosi a me giovanissimo mi disse: "Beddu figghiolu, mi mannàti ddu operai mi mmi pulizziunu a cantina? 'llaiu china di fangu" Tentai di scendere in cantina, ma sprofondai fino al ginocchio, e gli altri due che avevo chiamato, mi guardarono dicendo: "a unni nni stai puttannu?" Ma, poi, anche incoraggiati dalla stessa vecchietta con la promessa che ci sarebbe stato per loro del bun vino a lavoro terminato, si misero a spalare.

Continua...
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I LOOKED TOWARDS THE NORTH

That morning, it was a late winter morning; we were inside the peripheral wall of the municipal slaughterhouse. We were there because everyone had already finished their work for the day. Many of us were looking through the wrought iron gate. There, towards the seafront where buildings were being constructed up and down, trough the bastion that had been interrupted. There was a wide gap in the bastion so that men and boats could pass through towards the beach and the sea shore.
I was there…but was looking towards north, towards the next village of Nizza di Sicilia.
It was as if I was expecting something, as if I was waiting for something. It was as if subconsciously, I had a terrible premonition. Suddenly, a terrible scene materialized before my eyes….Something that I will never be able to forget. A mountain of mud, tree- trunks and every kind of debris was moving towards us. It was sudden and growing menacingly. It bumped into and covered everything it encountered. It was already under out feet and kept on growing and growing while it lifted the long row of motorcars outside the slaughterhouse and carried on towards the opening of the bastion, towards the sea. In the enclosure terror reigned. The butchers were now in a panic: They shouted: “What is happening out there! The river! The river is taking our cars to the sea!” They had all climbed onto the peripheral wall of the slaughterhouse, whilst the water was rising and infiltrating houses and residences. I climbed onto a steel structure and like them, was impotent to do anything against the furry of the waters that could have easily pulled all the butchers towards the sea. I heard swearing against The Madonna against God himself and all the saints. Out there, my father’s red Panda was lined up like the other cars, but my father didn’t swear. In fact, he started praying. He lifted his hands to heaven and while he was praying, someone said, “He is praying, while we are swearing”! The red Panda was lifted off the ground like all the other cars that were on their way towards the sea, but mysteriously changed direction and started moving towards the gate of the slaughterhouse. It stopped there as if nailed to the spot. At that point the furry of the torrent subsided and around our little motor car was an isle of debris and brushwood. As we came out of the slaughterhouse, my father tied a rope to the car and then to a front bar of the gate, but it was by now not necessary, as the worst was over. We had seen a miracle.

We returned home. We got a lift home and there were told the news of the damages that had occurred to the village of Roccalumera.. There was devastation everywhere. The torrents off Sciglio and Allume had broken their banks. The greater part of Via Umberto I (the northern part), which was the main road in the village, looked like a battle field. The shops, houses and the church of the “Maddonna del Carmelo” were flooded. The joiners shops and workshops that were on the banks of the torrents had been washed away together with all their machinery. I saw a large concrete mixer, lying on its side in the middle of the torrent. The next day, my father took our little Panda to be washed and checked and I returned to my student - workers. (A month previously, I had been given the job of instructing some of our young lads to do construct a road). We were all called to give a hand in this catastrophic emergency. In some of the house there were up to two meters of mud. Like the others, I picked up a shovel and started filling wheelbarrows of soil. After a time, I remember seeing the (now dead) employment agent Angelo Romeo, He said to me “Giovanni what are you doing? You must let the others work, this is not for you!” I was being called from one side to the other by this person and that, by people wanting to know what would happen to their homes. I remember an old woman who asked me if I could send someone to clean her cellar which was full of mud. I went to that cellar but got sucked in by mud up to my knees. The other two men I had called to help me, looked at me and said: “What place have you brought us to?” But then, encouraged by the old woman who promised that there would be some good wine at the end of the job, they started shoveling the mud.

To be continued...
(Traduzione in inglese ad opera di Lina Cucinatta)
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martedì 25 novembre 2008

Caso Eluana, fra Fede, Giustizia ed EUTANASIA!

Tema scottante, quello propostomi da un amico, a sua volta amico dell'On. Alessandro Pagano. Chi non ricorda il caso Welby, o molti altri similari, che hanno spaccato in due l'Italia e non solo? La Chiesa di Roma, condanna ogni forma di eutanasia, in quanto contraria al rispetto della cristianità e della vita umana. Eluana Inglaro, un caso differente e pure ugualmente triste e toccante nella sua tragicità. Mai, abbiamo visto Eluana com'è adesso, (e forse è meglio cosi), ma abbiamo visto le immagini di Welby. Sebbene, di Eluana, abbiamo invece ammirato le foto di quando la vita le rideva e il suo volto prizzava gioia da ogni poro, abbiamo poi visto, e poi ascoltato le ragioni del padre di lei. Quelle ragioni, non possono non averci commosso tutti quanti.
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Eluana è viva. Adesso, la legge permette che si sospenda l'alimentazione e l'idratazione artificiale a lei e di conseguenza a tutti i casi simili. Male, molto male, ma... mettiamoci nei panni della sua famiglia. E' vero, sospendere l'alimentazione, non produrrà una morte immediata e tantomeno sarà una DOLCE MORTE. Questo tipo di fine di Eluana, me lo mmagino come quello di una mosca in un bicchiere capovolto, poggiato su un tavolo... morte per lenta asfissìa. No, non sarà una DOLCE MORTE, ed anzi, la sentenza dei giudici, aprirà la strada a nuove interpretazioni future su casi anche molto differenti da questo. Si potrebbe perfino aprire la strada a futuri omicidi premeditati. Ma torniamo ad Eluana. Io sono talmente contrario a queso modo di porre fine alle sofferenze di un essere umano, che preferirei (non mi fraintendete), le iniettassero una iniezione letale piuttosto. Almeno, le si provocherebbe una morte immediata.

Nessuono ha il diritto di porre fine alla vita di un'altro. Tuttavia, suo padre e la sua famiglia, non mi sembrano persone che si vogliano tirar via un peso insopportabile... uccidendola. Ci siamo chiesto, cosa faremmo noi al suo posto? giorno dopo giorno dopo giorno, dopo anni? Ci siamo chiesti, quanto si soffra a vedere soffrire chi si ama? No, non me la sento di condannare il padre, che poi ha chiamato in causa i giudici... che poi sono giunti a codesta sentenza. Qualunque cosa faranno gli uomini a questa sorella sfortunata, immaginiamo che Dio le porterà l'anima in paradiso, e non dobbiamo dubitare che, nella Sua infinita misericordia, avrà già pensato a coloro che verranno dopo.
Giovanni BonarRIGO
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Camera dei Deputati

On. le Alessandro Pagano

“Gli Approfondimenti”

E’ UFFICIALE: L’ITALIA NON E’ PIU’ UN PAESE DI DIRITTO MA DI “DELITTO”

Da giovedì 13 novembre guai ad avere un incidente o un ictus, rischieremmo di aver soppressa la nostra vita. Per la prima volta nella Repubblica Italiana si può morire per una sentenza della Magistratura. Con una sentenza della Corte Suprema infatti è stato autorizzato lo stop all’alimentazione e all’idratazione ad Eluana Englaro, la ragazza in coma da 16 anni.
I giudici hanno così deciso perchè lei, molti anni prima (SIC!), avrebbe confidato ad un’amica che non avrebbe accettato di vivere in coma. In pratica i giudici con una sentenza basata su una presunta volontà tutta da dimostrare (fra l’altro non prevista da nessuna legge votata in Parlamento) hanno “imposto” contro la volontà degli italiani, un istituto terribile come l’eutanasia.
Così adesso si può provocare la morte di una persona senza incorrere nelle sanzioni previste dal diritto vigente, vale a dire l’accusa di omicidio.
E per favore non chiamiamolo “Testamento Biologico” perché questa sentenza autorizza il consenso anticipato all’eutanasia, tutto ciò senza chiamarla con il vero nome.
Mario Melazzini, presidente della Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica (AISLA), gravemente malato di Sla sin dal 2002 e che fra l’altro è anche medico, intervistato da “Il Sussidiario”, dice: “l’alimentazione e l’idratazione non sono strumenti terapeutici ma nutrimento e come tali non sono mai identificabili come atto di accanimento terapeutico. Eluana non è una persona malata: Eluana è solo disabile”.
E quando intervengono i cristiani sulla questione, i soliti laicisti sfegatati dicono sempre le stesse cose: i cattolici si occupino solo dei cattolici, ma non pretendano d’ingerirsi negli affari dello Stato!
Ma per dire che il malato ha bisogno di cibo e di acqua non c’è bisogno di scomodare il Vangelo, si tratta di semplice buon senso. La ragione e il buon senso, sono regole su cui si regge qualsiasi società e che obbligano tutti al rispetto, siano essi cristiani o buddhisti, agnostici o religiosi, credenti o non credenti.
Del resto basta chiamare le cose con il loro nome e tutto diventa chiaro. La legge giustamente persegue i casi di omicidio per omissione. Per esempio, se una madre smette di dar da mangiare o da bere a un neonato, che ovviamente non è in grado di procurarsi il cibo da solo, lo stesso muore e la madre è perseguita. Guai poi a non essere diligenti nella cura degli indifesi. Nei giorni scorsi una mamma di Cinisi (PA) è stata accusata dal Pubblico Ministero di omicidio perché è stata a chiacchierare a telefono per parecchio tempo e il bebè lasciato solo a fare il bagnetto nel frattempo era morto annegato.
Eppure quello che è reato per i casi che ho appena citato non lo è per certa magistratura che attraverso il dramma umano di Eluana vuole imporre agli italiani l’eutanasia. Tanto chi viene ucciso è un essere che, da certi progressisti, è considerato un peso, visto che non è autosufficiente. Volete mettere a paragone Eluana con i randagi o con i colombi? Questi ultimi guai a chi li tocca!!
Dicono che Eluana morirà dolcemente, ma dicono menzogne. Eluana smetterà di vivere dopo una lunga agonia. E’ scientificamente dimostrato che la morte per sete è la più terribile delle morti ed Eluana soffrirà bestialmente perché LEI E’ VIVA!
Nessuna spina artificiale la sta tenendo in vita, lei apre gli occhi la mattina e li chiude la sera per dormire, respira da sola e percepisce i dolori e le sensazioni.
Se viene meno questa "grammatica della vita sociale" - scrive Massimo Introvigne - viene meno la società, e il diritto della ragione è sostituito dalla violenza del più forte. Che il più forte, qualche volta, sia vestito da giudice non cambia la sostanza delle cose.
Preparatevi: l’uomo delle caverne è dietro la porta!

Alessandro Pagano
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