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lunedì 15 giugno 2009

Roccalumera. La Processione a Sant'Antonio ritorna



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Tutto inizia con la "tredicina", ossia tredici messe serali precedute da altrettante preghiere del Santo Rosario. Quest'anno, presso il Santuario "Sant'Antonio" delle suore cappuccine del sacro cuore, sito nella zona a nord del paese di Roccalumera, ha detto messa un frate cappuccino di Mistretta, tale... Frate Pio. Come tutti i presenti delle sere di preghiera, non ho potuto non essere colpito positivamente dall'impeto con il quale il frate francescano profondeva nelle sue prediche.

Fra Pio, ha prima di ogni cosa, voluto ribadire che il santo che da lì a pochi giorni ci accingevamo a portare in processione, non fu (come in qualche canto viene ancora ripetuto) "un fraticheddu finu", ma un colto ed illustre oratore, tanto da essere stato riconosciuto tale dallo stesso Papa Pio XII.

Sant'Antonio di Padova, vissuto al tempo di Francesco d'Assisi, visse quasi ottocento anni fa. Uomo di origini piuttosto ricche, scelse di dedicare la sua vita a Dio in povertà. Innumerevoli furono i miracoli che ottenne già in vita dal Signore per la gente umile e sofferente. Frate Antonio, che morì a soli trentasei anni, fu canonizzato Santo dopo appena undici mesi dalla morte. Il più breve periodo della storia.

Ma, voglio ritornare ai sermoni che fra Pio ci ha fatto in queste sere. Su tutte, è degna di essere riportata una sua dichiarazione: "oggi, la gente non sa più quali sono i dieci comandamenti, ma sa invece i "tre comandamenti" che sono:

1) U FANNU TUTTI,
2) E' A MODA,
3) E CHI CI FA.

Quasi con ironia, il frate ha infatti voluto evidenziare come nel sentimento materialista di tanta gente (non tutta), si tenda fortemente a banalizzare su ogni eccesso del costume o del vivere quotidiano. Con "è a moda", infatti, ha lui stesso specificato che si riferiva alla risposta che danno le ragazzine e le loro madri a proposito del famoso ombelico scoperto, esibito ormai senza pudore ovunque.

Oggi, (a mio avviso), in nome di un modernismo tutto da dimostrare, si sono quasi sotterrati quei valori (l'umiltà, la fede, il rispetto del più debole, l'unione familiare) e quelle sane abitudini di cristiani, (la recita del Santo Rosario in famiglia ogni sera, la visita ai nonni ed a parenti ammalati, l'ascolto dei loro racconti), che arricchivano enormemente la famiglia e con essa univano nella condivisione e nel rispetto la società tutta.

Raccontarvi anche solo una parte i molteplici contenuti di quanto Fra Pio ci ha trasmesso nelle prediche, sarebbe troppo lungo e forse pesante, ma una cosa la voglio aggiungere: Fra Pio ha evidenziato come molta gente si rivolga ai Santi nel momento del bisogno, dimenticandosi che essi, prima di ogni cosa ci offrono se stessi come esempio da seguire nella nostra vita.

LA PROCESSIONE
E finalmente il 13 Giugno, quest'anno abbiamo potuto portare in processione il simulacro del Santo Patrono del paese. Una processione (durata solo un'ora e trequarti, fronte di altre che si protraggono per oltre cinque ore), breve ma intensa. Una processione senza soste durante il traggitto che permettessero ai fedeli di elargire doni in denaro, una processione senza botti (i bummi), e con due soli archeggiati davanti alla chiesa di Sant'Antonio, una processione, soprattutto senza cantanti e barzellettieri magari anche piccanti. In questo breve pellegrinaggio del simulacro, que cose assai belle, mi hanno piacevolmente: le "visite a Maria" da parte del Santo. Il simulacro, infatti è entrato sia nella chiesa della "Madonna della Catena" del quartiere Ficara, (per una breve funzione), sia nella chiesa della "Madonna del Carmelo" del quartiere Botteghelle.

La grande partecipazione di fedeli, ha poi fatto sperare gli scettici come me e Fra Pio, che la Fede, quella con la "F" maiuscola, -ancora oggi- non è una esibizione di un giorno di festa, ma è la legge di Dio, che in molti portiamo nei nostri cuori tutti i giorni della nostra vita.
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