Il GRIDO (Il Blog su Roccalumera e... non solo)

sabato 20 febbraio 2010

Sicilia e Calabria zone a rischio frane e alluvioni. Certe Istituzioni se ne infischiano!

Innanzitutto, la mia solidarietà va ai cittadini dei paesi di San Fratello e Maierato, ai quali mi auguro che Bertolaso e lo Stato daranno concrete risposte.

SICILIA. Nebrodi. Non sono quì per riferire una notizia che avrà certamente già fatto il giro del Mondo. San Fratello, paese collinare balzato all'attenzione dei midia per un disastro. Almeno in questa occasione pare non ci siano stati morti come già a Giampilieri e Scaletta, ma certamente gran parte dell'abitato del paese dei Nebrodi, sprofondato dalla frana che ha lacerato ed in molti casi demolito le abitazioni, ha gettato nello sconforto la sua popolazione costretta in migliaia a scappare e cercare ricovero altrove. Provincia di Caltanissetta: smottamenti del suolo hanno provocato danni all'acquedotto.

CALABRIA. Provincia di Vibo Valentia. Scene apocalittiche e di terrore nel comune di Maierato. Anche quì, il Mondo ha visto cosa significa una frana che strappa via milioni di metri cubi di terra, di alberi, di tralicci in acciaio... e chissà cos'altro. Si è sfiorata la catastrofe e non è certo finita quì. Geologi in azione, monitorano costantemente quelli che dovrebbero essere gli ultimi movimenti della frana in fase di assestamento. Guido Bertolaso sarà sui luoghi già domani. Il gran capo della Protezione Civile Nazionale darà fiducia già incontrando la gente in lacrime, come a L'Aquila nel dopo terremoto. Cosa potrà fare, cosa sarà in grado di fare?

INSOMMA, COSA STA SUCCEDENDO?
Sta succedendo che tutto ciò era già accaduto nei secoli scorsi
, accade oggi ed accadrà in futuro. Così, scopriamo che addirittura l'88% del territorio nazionale è a grave rischio frane, per non parlare di terremoto. Scopriamo che non sempre la gente ha rispettato la natura ed i suoi inequivocaboli segnali. Che dire poi dei nomi che i nostri stessi antenati hanno dato a determinate zone del territorio per avvertire i loro pronipoti sul pericolo che in esse persiste. Lo sapete come si chiama la zona calabra (ricadente nel paese di Maierato), dove una montagna è precipita a valle? "Pantano" o qualcosa del genere.

SIAMO TUTTI A RISCHIO!
Proprio in questi giorni, (dopo le pioggie delle settimane scorse), trovandomi a percorrere i paesi collinari di Savoca e Casalvecchio, non ho potuto non notare ruscelli d'acqua sgorgare in più punti dai muri dei terreni a bordo strada ed invadere l'intero nastro d'asfalto. La cosa è proseguita nei giorni nonostante il tempo continuasse ad essere sereno ed addirittura primaverile. Pensate se tutta quest'acqua risiedesse nel suolo e spingesse la terra circostante. Potremmo avere anche nella fascia jonica immense tragedie che farebbero sembrare quella di Scaletta e Giampilieri una passeggiata? Noi certamente ci affidiamo più che a Bertolaso piuttosto alla Santa mano di Dio, ma dobbiamo anche intervenire con la prevenzione ed impedire ad esempio la speculazione edilizia. In molti casi si arriva a edificare là dove mai si dovrebbe, non esclusi i greti dei torrenti.

Per concludere, una breve considerazione su quanto ascoltato dalle dichiarazioni del sindaco di Roccalumera Gianni Miasi nella trasmissione di ieri sera "Agorà" dell'emittente locale "Tele 90": "Conscio della situazione gravissima riscontratasi a Sant'Alessio dove il mare ha ormai eroso la costa fino a minacciare l'abitato, ho fatto la proposta alle istituzioni competenti in accordo con il Sindaco Giovanni Foti (primo cittadino di Sant'Alessio), di operare un duplice e risolutivo intervento: svuotare il greto dei torrenti ricadenti nel mio comune e trasferire la terra nel vicino litorale sant'alessese. Perentoria è stata la risposta dei riceventi: "appena prenderete una sola palata di terra dai torrenti vi arresteremo tutti e due voi sindaci".
Ecco come le istituzioni danno il loro apporto ai problemi di noi popolo. Talora adducendo controlli ed esami del territorio (fra l'altro costosissimi ed il cui importo i Comuni non sono in grado di accollarsi), talora infischiandosene altamente dei reali problemi e deridendo il rischio di noi tutti.

Giovanni BonarRIGO
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