Pagano e Bonvegna... vedono il Sud al modo PDL
Proprio ieri ricevevo l'ennesimo "Gli approfondimenti" propostomi (come periodicamente ad una mista mailing-list) dall'on. Alessandro Pagano. Il titolo di tale meraviglioso approfondimento politico è: "LA PARTITA PER IL SUD NESSUNO AVVERTIVA L’ESIGENZA DI UN NUOVO PARTITO DEL SUD, MENTRE TUTTI SENTONO IL BISOGNO DI GIOCARE UNA VERA PARTITA PER IL SUD". C'è da dire, che spesso i "pezzi" dell'on. Pagano vengono scritti a quattro mani (in quanto riportano ambedue le firme in calce) con il teologo prof. Domenico Bonvegna che conosco e saluto.
Esaminiamo insieme il testo:
Dopo aver tenuto banco per qualche settimana, il tormentone della nascita del Partito del Sud, a fronte della vecchia questione meridionale, è stata definitivamente superata.
A buttarla nel cestino ci ha pensato lo stesso Silvio Berlusconi, il quale parafrasando l’antica patristica ha dichiarato “extra ecclesiam nulla salus”, in altre parole, chi esce fuori dal PDL, che vada pure per la sua strada, tanto nessuno lo piangerà e lo voterà.
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Noi siciliani in primis, dobbiamo sperare che il "tormentone del partito del Sud" non sia stato un altro fuoco di paglia. Anzi... e l'MPA di Lombardo non è forse esso stesso il Partito dell'Autonomia? Quanto a "buttare nel cestino l'intera questione meridionale" l'illustrissimo Berlusconi, beh... dopo oltre vent'anni di quasi ininterrotto potere... quello che ha fatto per il sud lo si è visto bene! C'è addirittura gente che lo ritiene responsabile delle stragi dei Giudici Falcone e Borsellino. E che dire della dichiarazione del premier "extra ecclesiam nulla salus"? Uscire fuori dal PDL non è certo come abbandonare il cammino di Dio... e poi, chi l'ha detto che nessuno piagerà nè voterà chi si rifiuta di appecoronarsi al potere di Silvio? Se non Berlusconi stesso?
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Da quel momento in poi, tutti coloro che avevano dichiarato di aspirare ad un ruolo politico di natura meridionalista, hanno dovuto fare una precipitosa marcia indietro anche perché, antiche e datate rivendicazioni a parte, nessuno aveva saputo spiegare all’opinione pubblica quali fossero i riferimenti culturali, le strategie da adottare e i sistemi di alleanza.
“Certamente la questione meridionale esiste, ma per aiutare il Mezzogiorno – afferma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno – non servono strumenti vecchi come il Partito del Sud, bensì nuove politiche e nuove strategie”.
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La Sicilia ha molti diritti da rivendicare. saranno pur "antiche e datate", ma sono quei diritti che una volta rubati dal Nord con l'unificazione d'Italia da parte del servo Garibaldi... mai più ci sono tornati indietro. Che sia oggi proprio il sindaco Alemanno a stigmatizzare strumenti a suo dire vecchi in favore di strategie globali che non possono tenere conto delle reali necessità di un territorio "quello del Sud e della Sicilia" del tutto differente per sviluppo economico, cultura, mafie... dal resto del continente italiano, beh Alemanno dice quello che gli dicono di dire come un pappagallo.
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Intanto il Paese si deve rendere conto che il ritardo del sud rispetto al nord, non è scritto nel DNA dei nostri popoli; la questione meridionale è nata dopo l’unificazione del 1861 quando il Piemonte utilizzò le ricchezze del sud appena conquistato per colmare i propri debiti strutturali. Fu quella una guerra militare che bloccò par quasi cento anni il Sud, il colpo di grazia lo diedero poi l’assistenzialismo e il clientelismo partitocratico degli anni 1950 - 1990. Tutto ciò ci ha condizionato culturalmente, tanto è vero che possiamo affermare che oggi al sud non mancano più le risorse finanziarie, ma le idee e i progetti.
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Il ritardo del sud, non è scritto nel DNA di siciliani, calabresi, abbruzzesi ecc. in quanto i cervelli ci sono stati e ci sono ancora. Come Pagano stesso afferma (ma forse non ci riflette sopra?) l'unificazione del 1861 è costata il sangue dei nostri conterranei, sia come guerra civile che come risorse che una volta succhiate via non sono mai più ritornate. E, oggi Bossi definisce noi delle sanguisughe perche viviamo di assistenzialismo e di clientelismo. Di fatto ci accontentiamo delle briciole... quando sarebbe nostro diritto sedere al tavolo dove viene sezionata la torta. Pagano afferma che "al sud non mancano le risorse ma idee e progetti?" E dove sarebbero le risorse, nelle tasche dei politici prima di Forza Italia (non facciamo i nomi nè diciamo quando e come si sono indebitamente appropriati di tali risorse), e oggi di mafia+PDL? Le idee ed i progetti? Tutto cozza contro una frase: "iè ppi mmia nenti c'è?" Ogni appalto pubblico privato, ogni programma di sviluppo, ogni sogno dei giovani... cozza violentemente contro un sistema creato non dalla mafia, ma anche dalla mafia.
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Molti di quanti sostengono le ragioni dei partiti autonomistici o di un Partito del Sud infatti continuano a proporre le solite vecchie ricette: più soldi, più rivendicazioni, più lamentele. Ma poi se andate a chiedere a molti sindaci meridionali notizie in merito ai loro parchi-progetti e alla loro qualità vi sentirete rispondere che i loro cassetti sono vuoti. Nel periodo 2000/2006, onore al merito, tutte le risorse assegnate al Sud furono spese (cosa fino a quel momento mai accaduta) ma a parte questo innegabile successo, il sistema Paese in verità aveva subito un arretramento competitivo.
In quel periodo infatti, il Mezzogiorno cresceva 3 volte meno della Spagna, 4 meno dell’Irlanda, 5 meno della Grecia. È la prova più che evidente che il problema non erano i soldi spesi ma le strategie adottate.
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E' vero che lamentarsi ad oltranza non serva poi a granchè, come non serve a nulla ottenere più soldi se poi questi in un abracatabra scompaiono per diventare ville private, macchinoni e quant'altro. Se nel periodo 2000/2006 le risorse assegnate al Sud sono state spese per la realizzazione di opere per il turismo, noi siciliani vogliamo sapere se poi non sono diventate delle cattedrali nel deserto o se mai sono state inserite in seri programmi di fruizione ed integrazione con il territorio e con le reali potenzialità della gente del luogo. E' ovvio che poi il Mezzogiorno cresca non 3 ma 10 volte meno di Spagna, Irlanda ecc.
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Berlusconi oggi si è impegnato ad essere il regista della spesa e degli investimenti del Sud, e a lui abbiamo chiesto ricette semplici quanto efficaci: risorse solo per le grandi opere infrastrutturali (ponte sullo stretto, autostrade, ferrovie, porti, aeroporti, interporti, metropolitane), affamare il cavallo assistenzialistico-clientelare-partitocratico, tolleranza zero alla criminalità organizzata specialmente con il sequestro dei patrimoni dei criminali, finanziamento alla ricerca scientifica, fiscalità di vantaggio per far competere le vere aziende private, innovazione tecnologica e piano antifuga di cervelli, modernizzazione della P.A. Tutto questo, se sarà realizzato, cambierà la mentalità corrente della gente del Sud facendola diventare propositiva e corretta piuttosto che lamentosa e speculativa come purtroppo invece lo è in moltissimi casi.
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Barlusconi farà realizzare finalmente il ponte sullo stretto? Se ne parla da oltre cinquant'anni. Ma è questo che ha bisogno il popolo di Sicilia? L'infrastrutturazione dovrebbe partire dalla totale assenza di strade e ferrovie efficienti e moderne... se non in particolari tratti. Parlare di opere faraoniche (tipo mega porti turistici) è, oltre che fuori luogo una pura illusione o speculazione. Servono acquedotti, gasdotti e controlli al che l'acqua ed il gas non si... perdano per strada. Nelle isole Eolie, nel ventunesimo secolo, l'acqua viene portata con le navi cisterna. In alcune zone della Sicilia l'acqua viene fornita (dalla mafia) in autobotti e/o non ci sono impianti fognari nei pesi. Vero è che senza il ponte, l'arteria che dovrenne arrivare a Trapani, si fermerebbe a Reggio Calabria, ma... a chi serve veramente il ponte? Alle grandi società del giro d'affari berlusconiano, (vedi IMPREGILO) oppure realmente alla collettività del sud? La speranza della provincia di Messina, semmai, è che almeno parte la manodopera specializzata sia presa dagli stessi paesi della provincia. Dopo il recupero serio dei beni confiscati alla mafia, serve una seria e martellante campagna di riabilitazione mentale alla cooperazione. Ancora oggi la gente laboriosissima di Sicilia non si fida neanche dei propri figli, ed ha anche ragione, in quanto, caratteristica forse insita nel nostro DNA, in molti casi non si rema all'unisono ma basta una "scaltro" per rovinare il lavoro di molti. Scaltri (vedi mafiosi) e lamentosi (vedi ruffiani), sono il cancro della società siciliana di oggi.
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Inoltre la battaglia per il Sud non va giocata contro il resto del Paese (attaccare Tremonti o Bossi questo significa) ma utilizzando bene le risorse a nostra disposizione. L’altro giorno un mio caro e stimato amico imprenditore del nord che ha investito parecchi milioni di euro in un villaggio turistico in Sicilia, mi raccontava di come avesse difficoltà a trovare camerieri per la sua struttura, perché coloro che venivano contattati gli spiegavano che facendo i precari alla forestale e incassando l’assegno di disoccupazione nel restante periodo dell’anno, di fatto guadagnavano poco meno dell’importo previsto dal contratto di lavoro. Giustamente il mio amico era deluso perché tutto ciò complicava e rendeva meno attraente il suo investimento. Non mi sono sentito di fargli torto e confermo che il nostro meraviglioso Sud oggi deve vincere soprattutto una battaglia culturale.
Di tutto ciò Silvio Berlusconi ha preso coscienza e con questa forte volontà ha finalmente preso in mano la cabina di regia del Mezzogiorno. Sarà questa la grande PARTITA che nei prossimi anni si giocheranno il Sud e il Paese.
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Accennato già di Bossi e della sua politica antimeridionalista, e ci sono testimonianze inconfutabilia su questo, di Tremonti faremo parlare gli specialisti della finanza... se ancora sussistessero delle speranze sul suo operato pro Sud. E finiamo con i precari. Il racconto dell'amico di Pagano è verosimile. A furia di affinare l'Arte di arrangiarsi a scapito di chi lavora e paga le tasse perdavvero... il siciliano cosiddetto "scaltro" ha trovato soluzioni diciamo fantasiose. Ansichè figurare fra gli occupati (e farsi strangolare dalle esosissime tasse), meglio lavoricchiare in Forestale, farsi "mettere le giornate" mancanti... per poi prendere la Disoccupazione e tirare avanti ancora un anno. Forse, se il lavoro non fosse solo stagionale estivo, se l'agrumicoltura non si dovesse scontrare con una concorrenza sleale, o se il "carico" delle tasse sui liberi professionisti senza santi in paradiso, fosse meno pesante, forse, meno gente ricorrerebbe a trucchetti e furbate.
E poi, perdonate il reiterato pessimismo, ma per quale motivo proprio Silvio Berlusconi dovrebbe "prendere in mano la Questione Meridionale" per ribaltarla, quando innumerevoli realtà ed opere della storia moderna italiana, sono lì a testimoniare che così comè... il "sistema Sicilia" è proprio quello che certa politica mafiosa e corrotta (la quasi totalità) ha bisogno per arricchirsi speculandoci sopra?!
Esaminiamo insieme il testo:
Dopo aver tenuto banco per qualche settimana, il tormentone della nascita del Partito del Sud, a fronte della vecchia questione meridionale, è stata definitivamente superata.
A buttarla nel cestino ci ha pensato lo stesso Silvio Berlusconi, il quale parafrasando l’antica patristica ha dichiarato “extra ecclesiam nulla salus”, in altre parole, chi esce fuori dal PDL, che vada pure per la sua strada, tanto nessuno lo piangerà e lo voterà.
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Noi siciliani in primis, dobbiamo sperare che il "tormentone del partito del Sud" non sia stato un altro fuoco di paglia. Anzi... e l'MPA di Lombardo non è forse esso stesso il Partito dell'Autonomia? Quanto a "buttare nel cestino l'intera questione meridionale" l'illustrissimo Berlusconi, beh... dopo oltre vent'anni di quasi ininterrotto potere... quello che ha fatto per il sud lo si è visto bene! C'è addirittura gente che lo ritiene responsabile delle stragi dei Giudici Falcone e Borsellino. E che dire della dichiarazione del premier "extra ecclesiam nulla salus"? Uscire fuori dal PDL non è certo come abbandonare il cammino di Dio... e poi, chi l'ha detto che nessuno piagerà nè voterà chi si rifiuta di appecoronarsi al potere di Silvio? Se non Berlusconi stesso?
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Da quel momento in poi, tutti coloro che avevano dichiarato di aspirare ad un ruolo politico di natura meridionalista, hanno dovuto fare una precipitosa marcia indietro anche perché, antiche e datate rivendicazioni a parte, nessuno aveva saputo spiegare all’opinione pubblica quali fossero i riferimenti culturali, le strategie da adottare e i sistemi di alleanza.
“Certamente la questione meridionale esiste, ma per aiutare il Mezzogiorno – afferma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno – non servono strumenti vecchi come il Partito del Sud, bensì nuove politiche e nuove strategie”.
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La Sicilia ha molti diritti da rivendicare. saranno pur "antiche e datate", ma sono quei diritti che una volta rubati dal Nord con l'unificazione d'Italia da parte del servo Garibaldi... mai più ci sono tornati indietro. Che sia oggi proprio il sindaco Alemanno a stigmatizzare strumenti a suo dire vecchi in favore di strategie globali che non possono tenere conto delle reali necessità di un territorio "quello del Sud e della Sicilia" del tutto differente per sviluppo economico, cultura, mafie... dal resto del continente italiano, beh Alemanno dice quello che gli dicono di dire come un pappagallo.
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Intanto il Paese si deve rendere conto che il ritardo del sud rispetto al nord, non è scritto nel DNA dei nostri popoli; la questione meridionale è nata dopo l’unificazione del 1861 quando il Piemonte utilizzò le ricchezze del sud appena conquistato per colmare i propri debiti strutturali. Fu quella una guerra militare che bloccò par quasi cento anni il Sud, il colpo di grazia lo diedero poi l’assistenzialismo e il clientelismo partitocratico degli anni 1950 - 1990. Tutto ciò ci ha condizionato culturalmente, tanto è vero che possiamo affermare che oggi al sud non mancano più le risorse finanziarie, ma le idee e i progetti.
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Il ritardo del sud, non è scritto nel DNA di siciliani, calabresi, abbruzzesi ecc. in quanto i cervelli ci sono stati e ci sono ancora. Come Pagano stesso afferma (ma forse non ci riflette sopra?) l'unificazione del 1861 è costata il sangue dei nostri conterranei, sia come guerra civile che come risorse che una volta succhiate via non sono mai più ritornate. E, oggi Bossi definisce noi delle sanguisughe perche viviamo di assistenzialismo e di clientelismo. Di fatto ci accontentiamo delle briciole... quando sarebbe nostro diritto sedere al tavolo dove viene sezionata la torta. Pagano afferma che "al sud non mancano le risorse ma idee e progetti?" E dove sarebbero le risorse, nelle tasche dei politici prima di Forza Italia (non facciamo i nomi nè diciamo quando e come si sono indebitamente appropriati di tali risorse), e oggi di mafia+PDL? Le idee ed i progetti? Tutto cozza contro una frase: "iè ppi mmia nenti c'è?" Ogni appalto pubblico privato, ogni programma di sviluppo, ogni sogno dei giovani... cozza violentemente contro un sistema creato non dalla mafia, ma anche dalla mafia.
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Molti di quanti sostengono le ragioni dei partiti autonomistici o di un Partito del Sud infatti continuano a proporre le solite vecchie ricette: più soldi, più rivendicazioni, più lamentele. Ma poi se andate a chiedere a molti sindaci meridionali notizie in merito ai loro parchi-progetti e alla loro qualità vi sentirete rispondere che i loro cassetti sono vuoti. Nel periodo 2000/2006, onore al merito, tutte le risorse assegnate al Sud furono spese (cosa fino a quel momento mai accaduta) ma a parte questo innegabile successo, il sistema Paese in verità aveva subito un arretramento competitivo.
In quel periodo infatti, il Mezzogiorno cresceva 3 volte meno della Spagna, 4 meno dell’Irlanda, 5 meno della Grecia. È la prova più che evidente che il problema non erano i soldi spesi ma le strategie adottate.
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E' vero che lamentarsi ad oltranza non serva poi a granchè, come non serve a nulla ottenere più soldi se poi questi in un abracatabra scompaiono per diventare ville private, macchinoni e quant'altro. Se nel periodo 2000/2006 le risorse assegnate al Sud sono state spese per la realizzazione di opere per il turismo, noi siciliani vogliamo sapere se poi non sono diventate delle cattedrali nel deserto o se mai sono state inserite in seri programmi di fruizione ed integrazione con il territorio e con le reali potenzialità della gente del luogo. E' ovvio che poi il Mezzogiorno cresca non 3 ma 10 volte meno di Spagna, Irlanda ecc.
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Berlusconi oggi si è impegnato ad essere il regista della spesa e degli investimenti del Sud, e a lui abbiamo chiesto ricette semplici quanto efficaci: risorse solo per le grandi opere infrastrutturali (ponte sullo stretto, autostrade, ferrovie, porti, aeroporti, interporti, metropolitane), affamare il cavallo assistenzialistico-clientelare-partitocratico, tolleranza zero alla criminalità organizzata specialmente con il sequestro dei patrimoni dei criminali, finanziamento alla ricerca scientifica, fiscalità di vantaggio per far competere le vere aziende private, innovazione tecnologica e piano antifuga di cervelli, modernizzazione della P.A. Tutto questo, se sarà realizzato, cambierà la mentalità corrente della gente del Sud facendola diventare propositiva e corretta piuttosto che lamentosa e speculativa come purtroppo invece lo è in moltissimi casi.
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Barlusconi farà realizzare finalmente il ponte sullo stretto? Se ne parla da oltre cinquant'anni. Ma è questo che ha bisogno il popolo di Sicilia? L'infrastrutturazione dovrebbe partire dalla totale assenza di strade e ferrovie efficienti e moderne... se non in particolari tratti. Parlare di opere faraoniche (tipo mega porti turistici) è, oltre che fuori luogo una pura illusione o speculazione. Servono acquedotti, gasdotti e controlli al che l'acqua ed il gas non si... perdano per strada. Nelle isole Eolie, nel ventunesimo secolo, l'acqua viene portata con le navi cisterna. In alcune zone della Sicilia l'acqua viene fornita (dalla mafia) in autobotti e/o non ci sono impianti fognari nei pesi. Vero è che senza il ponte, l'arteria che dovrenne arrivare a Trapani, si fermerebbe a Reggio Calabria, ma... a chi serve veramente il ponte? Alle grandi società del giro d'affari berlusconiano, (vedi IMPREGILO) oppure realmente alla collettività del sud? La speranza della provincia di Messina, semmai, è che almeno parte la manodopera specializzata sia presa dagli stessi paesi della provincia. Dopo il recupero serio dei beni confiscati alla mafia, serve una seria e martellante campagna di riabilitazione mentale alla cooperazione. Ancora oggi la gente laboriosissima di Sicilia non si fida neanche dei propri figli, ed ha anche ragione, in quanto, caratteristica forse insita nel nostro DNA, in molti casi non si rema all'unisono ma basta una "scaltro" per rovinare il lavoro di molti. Scaltri (vedi mafiosi) e lamentosi (vedi ruffiani), sono il cancro della società siciliana di oggi.
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Inoltre la battaglia per il Sud non va giocata contro il resto del Paese (attaccare Tremonti o Bossi questo significa) ma utilizzando bene le risorse a nostra disposizione. L’altro giorno un mio caro e stimato amico imprenditore del nord che ha investito parecchi milioni di euro in un villaggio turistico in Sicilia, mi raccontava di come avesse difficoltà a trovare camerieri per la sua struttura, perché coloro che venivano contattati gli spiegavano che facendo i precari alla forestale e incassando l’assegno di disoccupazione nel restante periodo dell’anno, di fatto guadagnavano poco meno dell’importo previsto dal contratto di lavoro. Giustamente il mio amico era deluso perché tutto ciò complicava e rendeva meno attraente il suo investimento. Non mi sono sentito di fargli torto e confermo che il nostro meraviglioso Sud oggi deve vincere soprattutto una battaglia culturale.
Di tutto ciò Silvio Berlusconi ha preso coscienza e con questa forte volontà ha finalmente preso in mano la cabina di regia del Mezzogiorno. Sarà questa la grande PARTITA che nei prossimi anni si giocheranno il Sud e il Paese.
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Accennato già di Bossi e della sua politica antimeridionalista, e ci sono testimonianze inconfutabilia su questo, di Tremonti faremo parlare gli specialisti della finanza... se ancora sussistessero delle speranze sul suo operato pro Sud. E finiamo con i precari. Il racconto dell'amico di Pagano è verosimile. A furia di affinare l'Arte di arrangiarsi a scapito di chi lavora e paga le tasse perdavvero... il siciliano cosiddetto "scaltro" ha trovato soluzioni diciamo fantasiose. Ansichè figurare fra gli occupati (e farsi strangolare dalle esosissime tasse), meglio lavoricchiare in Forestale, farsi "mettere le giornate" mancanti... per poi prendere la Disoccupazione e tirare avanti ancora un anno. Forse, se il lavoro non fosse solo stagionale estivo, se l'agrumicoltura non si dovesse scontrare con una concorrenza sleale, o se il "carico" delle tasse sui liberi professionisti senza santi in paradiso, fosse meno pesante, forse, meno gente ricorrerebbe a trucchetti e furbate.
E poi, perdonate il reiterato pessimismo, ma per quale motivo proprio Silvio Berlusconi dovrebbe "prendere in mano la Questione Meridionale" per ribaltarla, quando innumerevoli realtà ed opere della storia moderna italiana, sono lì a testimoniare che così comè... il "sistema Sicilia" è proprio quello che certa politica mafiosa e corrotta (la quasi totalità) ha bisogno per arricchirsi speculandoci sopra?!
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