L'unione fa la forza ed... il risultato!
Sia che si parli di politica, sia che ci si trovi in quattro ad un tavolo per una partitella a briscola, l'unione (e l'intesa) fa la forza ed il risultato. Infatti, chi scrive in questo Blog, pur conscio di attenersi a tematiche serie e costruttive, pur consapevole di non avere una conoscenza globale di nessuna di esse, si impegna seriamente e costantemente nel voler sottoporre alla riflessione di chiunque, (e dico chiunque perchè la "Rete" è uno strumento di massa), i disservizi, le menzogne, i falsi storici ed i crimini della politica.
Pessimista a tutti i costi? No! Quando si esamina un "malato", individuando la malattia, spesso si giunge alla guarigione totale. Ma, bisogna prima accorgersi di essere malati (appunto), per poi ricercare chi possa avere le competenze a curare e guariure la malattia. La Sicilia, (in questo caso parliamo della mia terra... intesa come abitanti si intende), è malata!
Qual'è il cancro della Sicilia? L'arretratezza? l'Assistenzialismo? la Politica? la Mafia? Ma di quale Sicilia stiamo parlando? della Sicilia del dopoguerra, oppure della Trinacria dei tempi di Archimede? Fin dai tempi dell'Antica Gracia, la Sicilia era colonizzata, spezzettata, per fare un banale paragone, "era come una donna bellissima eternamente in cerca di marito ma che tutti trattavano da puttana traendone solo il piacere". Così, i libri di storia raccontano di magnifici paesaggi verdeggianti non più oggi esistenti, ci tramandano i templi, testimonianza di culture che non furono "la nostra cultura". Il nostro dialetto, il dialetto siciliano che va, via via scomparendo... anche esso è retaggio di dominazioni, tanto da differenziarsi (anche marcatamente), da zona a zona. Quando ricordiamo "I VESPRI SICILIANI", è come se volessimo affermare che i nostri avi si sono anche saputi ribellare. Quando ripensiamo allo sbarco dei "Mille" a Marsala, vogliamo forse ricordare che i nostri trisnonni erano valorosi. Qundo infine i nostri vecchi ci raccontano le imprese e le sofferenze della "Resistenza" contro il regime nazista... non possiamo fare altro che inchinarci di fronte a quei valorosi siciliani che hanno dato la vita per la LIBERTA'. Anche la nostra LIBERTA'!
Poco più di sessant'anni sono passati dalla fine dell'ultimo catastrofico conflitto mondiale... l'Italia tutta ha saputo reagire nel migliore dei modi, brillando durante il suo BOOM ECONOMICO come nessun altro Paese europeo. I progressi fatti anche in Sicilia sono stati enormi. Dall'analfabetismo imperante, dal dormire con maiali buoi e galline, senz'acqua corrente e senza luce, all'avere i doppi servizi, la stanza per i bambini, un televisore ogni camera... e i figli all'università. Abbiamo toccato il cielo con un dito! I nostri genitori, però, hanno voluto sognare per noi, hanno desiderato che finalmente la nostra cara Sicilia, diventasse non solo moderna e libera, ma AUTOSUFFICIENTE. Ciò, purtroppo, non è mai stato! Ancora oggi, nel terzo millennio, spesso chi vale deve esprimere altrove le proprie potenzialità. Addirittura, sembra oggi di dover rivivere i momenti tragici dell'EMIGRAZIONE. Ci furono tempi in cui i nostri avi partivano per terre lontane ben sapendo di non rivedere mai più la Sicilia, MENTRE... la crisi odierna, ci fa gelare il sangue nelle vene, vedendo ottanta nostri coisolani, cacciati da comuni operai del nord dell'inghilterra. Trattati peggio di quegli extracomunitari che sbarcano (giorno per giorno) a Lampedusa.
Sicilia ammalata, dicevo all'inizio. Isola piena di risorse e di bellezze di ogni genere, eppure... mai stata veramente AUTONOMA. Siciliani che gridano ai mali della politica ce ne sarebbero, chi nei bar, chi (come me) sui blog e sui giornali rivieraschi, ma chi arriverà fin nella "Clinica giusta" e riuscirà ad individuare "LA CURA" per un futuro siciliano AUTONOMO, FLORIDO ed ORGOGLIOSO!
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Aiutiamo DESIRE'E
Pessimista a tutti i costi? No! Quando si esamina un "malato", individuando la malattia, spesso si giunge alla guarigione totale. Ma, bisogna prima accorgersi di essere malati (appunto), per poi ricercare chi possa avere le competenze a curare e guariure la malattia. La Sicilia, (in questo caso parliamo della mia terra... intesa come abitanti si intende), è malata!
Qual'è il cancro della Sicilia? L'arretratezza? l'Assistenzialismo? la Politica? la Mafia? Ma di quale Sicilia stiamo parlando? della Sicilia del dopoguerra, oppure della Trinacria dei tempi di Archimede? Fin dai tempi dell'Antica Gracia, la Sicilia era colonizzata, spezzettata, per fare un banale paragone, "era come una donna bellissima eternamente in cerca di marito ma che tutti trattavano da puttana traendone solo il piacere". Così, i libri di storia raccontano di magnifici paesaggi verdeggianti non più oggi esistenti, ci tramandano i templi, testimonianza di culture che non furono "la nostra cultura". Il nostro dialetto, il dialetto siciliano che va, via via scomparendo... anche esso è retaggio di dominazioni, tanto da differenziarsi (anche marcatamente), da zona a zona. Quando ricordiamo "I VESPRI SICILIANI", è come se volessimo affermare che i nostri avi si sono anche saputi ribellare. Quando ripensiamo allo sbarco dei "Mille" a Marsala, vogliamo forse ricordare che i nostri trisnonni erano valorosi. Qundo infine i nostri vecchi ci raccontano le imprese e le sofferenze della "Resistenza" contro il regime nazista... non possiamo fare altro che inchinarci di fronte a quei valorosi siciliani che hanno dato la vita per la LIBERTA'. Anche la nostra LIBERTA'!
Poco più di sessant'anni sono passati dalla fine dell'ultimo catastrofico conflitto mondiale... l'Italia tutta ha saputo reagire nel migliore dei modi, brillando durante il suo BOOM ECONOMICO come nessun altro Paese europeo. I progressi fatti anche in Sicilia sono stati enormi. Dall'analfabetismo imperante, dal dormire con maiali buoi e galline, senz'acqua corrente e senza luce, all'avere i doppi servizi, la stanza per i bambini, un televisore ogni camera... e i figli all'università. Abbiamo toccato il cielo con un dito! I nostri genitori, però, hanno voluto sognare per noi, hanno desiderato che finalmente la nostra cara Sicilia, diventasse non solo moderna e libera, ma AUTOSUFFICIENTE. Ciò, purtroppo, non è mai stato! Ancora oggi, nel terzo millennio, spesso chi vale deve esprimere altrove le proprie potenzialità. Addirittura, sembra oggi di dover rivivere i momenti tragici dell'EMIGRAZIONE. Ci furono tempi in cui i nostri avi partivano per terre lontane ben sapendo di non rivedere mai più la Sicilia, MENTRE... la crisi odierna, ci fa gelare il sangue nelle vene, vedendo ottanta nostri coisolani, cacciati da comuni operai del nord dell'inghilterra. Trattati peggio di quegli extracomunitari che sbarcano (giorno per giorno) a Lampedusa.
Sicilia ammalata, dicevo all'inizio. Isola piena di risorse e di bellezze di ogni genere, eppure... mai stata veramente AUTONOMA. Siciliani che gridano ai mali della politica ce ne sarebbero, chi nei bar, chi (come me) sui blog e sui giornali rivieraschi, ma chi arriverà fin nella "Clinica giusta" e riuscirà ad individuare "LA CURA" per un futuro siciliano AUTONOMO, FLORIDO ed ORGOGLIOSO!
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Etichette: POLITICA italiana, Sicilia ieri e oggi, Solidarietà
7 Commenti:
ATTENZIONE!
Tratto dal Blog di Beppe grillo:
Il Senato ha approvato il filtraggio dei siti con l'emendamento D'Alia, senatore UDC e compagno di banco di Cuffaro. Se, in futuro, un blogger dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo. Di leggi ingiuste ne sfornano una al giorno. C'è solo l'imbarazzo della scelta. La prima è stata il Lodo Alfano e l'ultima la denuncia da parte dei medici dei clandestini che si fanno curare. La legge D'Alia può obbligare i provider a oscurare un sito ovunque questo si trovi, anche se all'estero. In pratica schierano i server alle frontiere invece che gli eserciti.
Di fronte a queste leggi l'unica risposta è la disobbedienza civile.
Loro non molleranno mai (ma gli conviene?).Noi neppure.
LEGGI LA PAGINA:
http://punto-informatico.it/servizi/ps.asp?i=2543670
Di BonarRIGO, Alle 6 febbraio 2009 alle ore 22:08
Intanto bello questo tuo post.
L’unione fa la forza. Sembra una visione solo degli umani. Invece è proprio una caratteristica di molte specie viventi, tanto più i mammiferi. Poi noi uomini l’abbiamo saputa ancora più elaborare. Da un orda di barbari che eravamo ci siamo messi insieme fondando le città stato, circa cinquemila anni addietro (al momento mi pare siamo fermi a questa datazione), per raggiungere fini ed interessi comuni (all’epoca ovviamente la cultura e la sensibilità in relazione a questi termini era molto diversa). Questo infatti dovrebbe essere il vero motivo fondante dell’esistenza dello Stato moderno. Invece, come sempre è accaduto nella storia umana, ad un certo punto, negli individui che sono stati demandati o nominati per amministrarlo e gestirlo, scattano dei meccanismi interiori e collettivi, comunemente definiti ancestrali (ma è più complicato) che li fanno sentire sempre più degli dei in terra a discapito di tutto e chiunque altro.
Sul cancro della Sicilia, ho alcune mie modeste opinioni. Intanto come ho scritto in altri commenti, è chiaro che l’episodio immediatamente successivo allo sbarco in Sicilia degli alleati che ha permesso sostanzialmente alla mafia dell’epoca di essere in pratica istituzionalizzata consentendo ai suoi uomini di entrare in ruoli politici e di governo, chiaramente è stato il peggiore virus che si potesse inoculare in una società, perché poi notoriamente i modelli che esprimono potenza, forza, tenacia, ecc. sono (inconsciamente) abbinati alla virilità, alla riproduzione, e non è facile e neanche tanto semplice che possano essere cambiati neanche nell’arco di qualche secolo a meno di sconvolgimenti talmente scioccanti che quegli stessi modelli diventano inutili, inapplicabili e non più proponibili. Oppure intervenendo sulle nuove generazioni sin dall’asilo con programmi seri, convinti e convincenti, educativi e formativi, con continuazione e ripetizione costante. Ecco forse se si fosse cominciato ad esempio negli anni 90 oggi già ci sarebbero generazioni sicuramente migliori, quanto meno con un senso civico più consolidato.
Invece, relativamente alla nostra cultura, vorrei aggiungere un dubbio che mi sono sempre posto sul come mai in Sicilia facciamo sempre riferimento alla sola civiltà greca. Infatti, seppure va detto che è vero che le testimonianze non ci mancano di tale notevole presenza sulla nostra isola, quando poi si esamina temporalmente le successive dominazioni, si vede che dopo i greci vennero i romani e poi dall’800 d. c. circa, gli arabi, che solo per un breve periodo subito dopo l’anno mille furono cacciati sulle montagne dai normanni, tanto è vero che addirittura si vuole fare risalire la parola mafia a quel periodo storico, perché in arabo vuole dire “rifugio”, appunto di quei clan arabi dominatori precedenti, che però all’epoca dei normanni dovettero rifugiarsi nell’interno impervio della Sicilia. Ma poi, dopo meno di un secolo, finito il dominio normanno, quella cultura araba ritornò e per secoli, direi fino ai borboni, che certamente non migliorarono le condizioni della gente comune. I governanti, gli istituzionali, i proprietari, continuarono ad essere tali e la rimanente stragrande maggioranza dei cittadini continuarono a fare i poveri. Ora, quando vedo i filmati sul mondo arabo, non posso fare a meno di rivedere a volte alcuni aspetti della Sicilia, quanto meno di quando ero bambino, come tutte quelle donne con il velo che si giravano da un’altra parte per non farsi guardare, in particolare nei paesi interni, e forse ancora oggi da qualche parte nell’entroterra seppure ritengo ormai in minima misura. Oppure ricordo il classico assemblamento di quegli anziani tutti schierati nella piazzetta del paese a dare consigli, e pure ordini e disposizioni. Ma anche la cultura del clan, dei cosiddetti potenti territoriali, ognuno a gestire una propria comunità (d’altra parte un po’ come è ancora la politica locale), ecc. Forse se analizzassimo meglio il mondo arabo, forse potremmo comprendere perché noi siciliani abbiamo questa singolare cultura, tanto affascinante nei suoi colori, odori, musiche, ma allo stesso tempo così oscurantista, ingannevole e molto spesso pure prevaricatrice. Mi chiedevo pure quale sarebbe l’effetto culturale sulla nostra società in presenza di un’eventuale crisi economica molto grave. Saremmo greci o arabi ?
Infine, sulle scelte di questo governo e relativi tirapiedi. Penso che loro si stanno organizzando in previsione di una profonda crisi. Serrano le file, chiudono i recinti, rafforzano la polizia, tappano il disaccordo, insomma se non sono diventati o si stanno rivelando improvvisamente e visibilmente despota, potrebbe pure essere che si stanno pure preparando a vere e proprie possibili rivolte popolari causate dalla “fame”. Certo queste leggi sono manifestatamente intolleranti e, guarda caso, restrittive dei diritti di ognuno.
Di Adduso, Alle 6 febbraio 2009 alle ore 22:49
Con un pizzico di orgoglio e perfino di presunzione, voglio affermare che: questo Blog, fin da quando è nato, ha sempre ATTACCATO in modo intelliggente e deciso le tematiche più SCOTTANTI.
Crazie anche al contributo di "adduso", di qualche amico e perfo di qualche emigrante al nord Italia e all'estero, posso vantare i complimenti di molti lettori. Molti, udite udite... americani.
Infatti, scriverò presto un post in inglese.
Rispondo adesso al commento di ADDUSO:
Condivido le tue affermazioni, giungendo io stesso alla conclusione che, "per prevedere e costrire in nostro futuro, prima dobbiamo conoscere il nostro passato".
Di BonarRIGO, Alle 7 febbraio 2009 alle ore 12:28
Ti segnalo quanto ho letto in questo sito:
http://www.enricodigiacomo.org/2009/02/da-i-disonorevoli-di-benny-calasanzio-le-amicizie-pericolose-di-peppino-buzzanca-e-i-suoi-recenti-guai-giudiziari/
E te ne riporto una parte eloquente di quando affermo (spesso per diretta esperienza in trincea) che ci sono veri è propri “sistemi” politici-professionali che agiscono sul territorio con il “diritto-fumante”, i quali possono a mio parere influenzare interi distretti e quindi anche la relativa società. E comincio pensare che non ci si può quasi neanche opporre, in quanto sono troppo potenti, poichè notoriamente questa è pure la “terra” degli “amici”, “compari”, parenti”, ecc.
“… Di Buzzanca bisogna anche ricordare l’efficienza conseguita con i soldi degli altri: ha dotato il Comune di un collegio difensivo degno del Presidente degli Stati Uniti: “Siamo stati costretti a incrementare il numero dei legali del Comune in seguito all’accumularsi di cause pregresse e al progressivo aumento del contenzioso”. Stiamo parlando di trentadue togati che vanno ad affiancarsi agli otto del collegio di difesa e agli altri quattro dell’ avvocatura interna. Tutti esclusivamente a spese della collettività. Ma non preoccupatevi. Il Sindaco ha fatto sapere che «l’ elenco è suscettibile di ulteriori arricchimenti”.
Di Adduso, Alle 7 febbraio 2009 alle ore 20:07
Gradirei che qualcuno dei miei amici lettori mi informasse solo su una cosa:Peppino Buzzanca appartiene a qualche loggia massonica?
Scusate l'ignoranza, ma avrei un altro quesito da porVi:
Cos'è la procedura del project financing?
Di BonarRIGO, Alle 8 febbraio 2009 alle ore 00:13
project financing
da quanto ho capito è una sorta di meccanismo finanziario in cui partecipano privati e società o enti pubblici che valutato un progetto per un investimento pubblico. Mettono loro i capitali per poi avere restituite le somme impiegate più gli interessi. Al riguardo mi pare che è stata fatta una legge, e dovrebbero essere previste delle strutture pubbliche che se ne dovrebbero occupare in ogni realtà territoriale che ricorre a questo strumento.
La mia modesta opinione:
Hanno trovato l’ennesimo mezzo sicuro, infarcito della nota moralità da parata, per garantirsi un introito certo ed esigibile, come fossero degli investimenti obbligazionari sicuri, ma con la differenza che saranno garantiti dalla locale collettività, la quale come un “gregge” dovrà assicurare la “lana” (la sorte capitale, gli interessi che maturano, i conflitti e le spese legali e processuali, e qualsiasi imprevisto, insomma pagare fino alla morte).
Certo che come ci hanno capito i nostri politic-anti che siamo ormai un popolo di ita-lioti, neanche i migliori psichiatri avrebbero potuto comprendere con tale sicurezza quanto siamo "fessi".
Di Adduso, Alle 8 febbraio 2009 alle ore 07:38
Grazie ADDUSO!
Adesso, dovremmo sapere quali precedenti applicazioni ha avuto nel recente passato questa pratica di finanziamento (project financing). Dalle grandi opere, es. l'alta velocità alle picole, es. opere comunali.
Chissà, che non sarà una delle tecniche astute per reciclare denaro "sporco" nel PONTE SULLO STRETTO... se mai si inizierà!
Di BonarRIGO, Alle 8 febbraio 2009 alle ore 11:21
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