L'unione dei comuni era un Bluff?
Sono passati ormai quattro anni (se non erro) dalla costituita "Unione dei Comuni Jonici". Si trattava di un progetto a dir poco ambizioso per le secolari usanze campanilistiche della nostra cara Riviera Jonica. In molti ci abbiamo creduto e ancora in tanti ci crediamo ancora. Il motto l'Unione fa la forza, fa anche al caso nostro. Grandi obiettivi comunitari, grandi progetti, integrazione dei programmi, (vedi piano strategico), non più frazionati e polverizzati da ideologie chiuse e di botteguccia, ove aggredire, (è il caso di dirlo), i fondi comunitari con maggiore numero di cittadini coinvolti, maggiore forza e compattezza. L'Unione in realtà non ha avuto grandi risultati che abbiano fatto finalmente ESPLODERE per esempio il TURISMO, chessò, la PESCA, l'integrazione delle risorse AGRICOLE agrumarie e la rispettiva vendita per grandi giri d'affari. Che io sappia, sono state realizzate solo piccole cose, sono stati invece tanti i litigi, i battibecchi, le dispute per "na rama di putrusunu o di bacilicò". Eppure il progetto UNIONE DEI COMUNI JONICI era e rimane quanto di più ambizioso e vicino alla mentalità VINCENTE del nord Italia.
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In questi giorni si parla di fuga dall'Unione. Quattro comuni: Fiumedinisi (capofila), e poi Nizza, Alì Terme ed Alì, i quali hanno già aderito ad un più misurato progetto, e cioè il Consorzio della valle del Nisi, o "Unione Nisana". Cosa sta accadendo? La prima probabilità, è cioè quella meno allarmante delle due che mi vengono in mente, è che qualcuno, rendendosi conto che "la nave Jonica" è troppo grossa per navigare nel suo specchio di mare e che una di dimensioni più piccole, sarà più adatta (ed agile) a combattere le battaglie per la conquista del tanto sospirato SVILUPPO ECONOMICO. E, questa è la tesi grossomodo sostenuta dal neo confermato sindaco Cateno De Luca. Ma, un'altra ipotesi non è da scartare, visto che in questi quattro annetti, già dalle parti della valle d'Agrò si è pensato (pensato?) di fare altrettanto. Anche lì infatti, non ha attecchito l'idea napoleonica della GRANDE UNIONE JONICA. Molti hanno creduto che la colpa dell'insuccesso sia stata ancora una volta da imputare ad un vecchio (ma fortemente radicato sul territorio), nemico: il solito campanilismo. Si saranno dette frasi tipo: "ognunu cumànna 'a sò casa", piuttosto che: "e chi 'nni mmiscamu merri iè mabbrizzi"? ecc. ecc. Io, spero vivamente di sbagliarmi, e che almeno la "barchetta" di De Luca, Satta, Di Tommaso e Grasso, possa portare tanti fondi ad una comunità che comunque un GRANDE passo lo avrebbe già fatto, e cioè unire marina e collina, se invece anche questa "barchetta" è stata costrita per obiettivi personali e... "in culo a tutti gli altri"... beh! allora dovremo prima o poi dircelo chiaro in faccia: SEMU SEMPI 'I SOLITI BABBAZZI MUCCALAPUNI e promesse dei politici di turno.
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Etichette: ARTE, Geometra, Politica Jonica, Sicilia ieri e oggi
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