Il GRIDO (Il Blog su Roccalumera e... non solo)

venerdì 11 dicembre 2009

CAMICERIA CASTELLO - Perchè essere figli di un dio minore...

Riceviamo e pubblichiamo la "Lettera aperta"
Sono Aldo Clemente, ho 48 anni, faccio parte della grande famiglia "Castello" camiceria che opera in un piccolo paesino della Sicilia, a Brolo, in provincia di Messina da più di 40 anni.

Per me è stato il primo lavoro, avevo solo 23 anni quando sono entrato a far parte di questa Azienda ed in 25 anni ho vissuto, insieme ai colleghi ed alla proprietà la crescita di questa piccola grande Camiceria che con enormi sacrifici è riuscita a ritagliarsi un posto di tutto rispetto nel settore manifatturiero italiano, divenendo brend apprezzato dagli estimatori del made in Italy.

Nel corso di questi anni la Nostra è stata ed è ancora una lotta quotidiana e quando dico la nostra, intendo quella di noi lavoratori che nell'azienda ci abbiamo messo tutti noi stessi e della proprietà nella persona di Pippo Pizzino, grazie alla cui tenacia e capacità imprenditoriale dobbiamo il fatto di aver resistito fino a questo punto.

Da piccola camiceria che produceva per conto terzi, circa undici anni addietro il grande salto: aprire una catena di negozi (97 ultimamente in tutta Italia) e commercializzare direttamente il prodotto che abilmente 100 operaie confezionavano.Ma tra alti e bassi la crisi non ci ha più permesso di andare avanti da soli. Era necessario investire in un progetto industriale che ci avrebbe consentito, di salvare i posti di lavoro e di rimetterci in corsa, ma per questo avevamo bisogno di un normale e ordinario intervento creditizio, ma questa se pure attuale è già storia vecchia.

Negli ultimi periodi di lenta e snervante agonia vissuti nella "Nostra" amata azienda Castello, mi sono ritrovato a riflettere sul paradosso che ci ha travolti, inficiando i sacrifici compiuti da tutti Noi, che abbiamo realizzato insieme alla proprietà il sogno di un'azienda riconosciuta nel territorio nazionale per la qualità del proprio prodotto.

La delusione mista a rabbia e sconforto è enorme, poiché è inaccettabile dover chiudere una splendida realtà, riconosciuta e apprezzata anche oltre i confini nazionali, che a causa della più totale indifferenza del sistema creditizio, non è riuscita a concretizzare un progetto industriale, che avrebbe assicurato il futuro di 300 lavoratori, con la possibilità di nuove assunzioni.

Nella mia testa di nuovo potenziale disoccupato (dopo 25 anni di onorato e gratificato impegno), si affollano e si rincorrono un crescendo di emozioni, frustrazioni, preoccupazioni, ma anche e principalmente interrogativi.

Prendendo spunto (soltanto numerico), delle fatidiche 10 domande poste da un noto quotidiano al premier del governo, mi permetto di sottoporre i seguenti interrogativi alle istituzioni competenti quali deputati nazionali, regionali, provinciali, nonché sindaci del territorio e non ultimi i sindacati.

1) I dipendenti della Castello, sono "figli di un Dio minore"?
2) Le istituzioni politiche del territorio, (deputati nazionali e regionali, nonché i sindaci dei paesi limitrofi) che ruolo hanno rivestito in questa tragedia?
3) I segretari delle varie sigle sindacali, provinciali, regionali e nazionali, sono al corrente della chiusura di una azienda che occupa circa 300 persone nella provincia di Messina?
4) Perché nei confronti della Fiat di Termini Imerese, vi è un grande interesse da parte di tutti gli organi politici, sindacali e anche clericali?
5) Dobbiamo ritenere di aver sbagliato a non chiedere alcuna forma di assistenzialismo?
6) Dovevamo forse dar credito a coloro i quali ci proponevano di abbandonare al proprio destino le 100 lavoratrici della Castello e approvvigionarci di produzione made in Cina?
7) E' un torto, aver creduto che nella Nostra regione si possa fare impresa rispettando il contratto nazionale del lavoro?
8) Dobbiamo ritenerci ingenui per aver trasformato a tempo indeterminato le assunzioni sulla base degli articoli 9 e 10 promossi dalla regione Sicilia e per i quali non abbiamo incassato i contributi pari a circa 750.000,00 euro a distanza di 14 anni?
9) Ci potreste suggerire dove "riporre" almeno 25 anni di riconosciuta professionalità maturata nel settore tessile?
10) In occasione del Santo Natale, avete suggerimenti per non far trasparire ai Nostri figli la

Nostra disperazione per l'indifferenza manifestata da tutte le istituzioni?In attesa di risposte urgenti (come per altro gli interventi che stiamo ancora attendendo in Nostro favore), cerco di trovare una risposta alle mie domande, permettendomi impropriamente e indebitamente di scomodare un grande e ineguagliabile servitore della patria, figlio di questa regione matrigna;"Si muore generalmente perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande.Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze, perché si è privi di sostegno".

Aldo Clemente

Per chi volesse saperne di più: (LEGGI)
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