Ricordando Maria D'Arrigo di Savoca
Oggi niente politica paesana nè tantomeno italiana, niente piagnistei per una Sicilia che avrebbe potuto essere e invece non è. Dedico questo post a Maria di Savoca, la famosissima Maria dell'altrettanto strafamoso nel Mondo Bar "Vitelli", bar dove furono girate alcune scene del film "Il Padrino parte I" di Francis Ford Coppola.
Maria D'Arrigo, detta anche "a signurina Maria", la conobbi di persona solo alcuni anni fa. Ero a Savoca, perchè stavo facendo da cicerone a degli amici di Milano. Amici, anche loro come me facenti parte di una BdT. Quale prima tappa del nostro personale giro turistico storico monumentale avevo scelto proprio la città di Savoca. Quella mattina io e gli amici, eravamo già stati al Museo Etno Antropologico, (i cui oggetti antichi esposti al suo interno ebbi cura di descriverli ai miei villeggianti con minuzia di dettagli, così come tradussi diverse frasi scritte in siciliano ad essi allegati), andammo nelle catacombe del convento dei Frati Cappuccini a visitare i resti delle mummie... e poi, passammo a gustare la tipica granita al limone alla quale immancabilmente Maria non associava la classica briosche ma una tipica dolcissima e gustosissima "zuccarata". Mi disse con fare fra lo scherzoso e l'incuriosito: "a stu figgiolu iò 'llaia canusciri", poi aggiunse: "ma tu non si u figghiu di Ninetta?" Si, le risposi dopo un veloce ricostruzione del'intero albero genealogico. "Iò sugnu tò cucina!" Ebbi modo di apprezzare la grande disinteressata generosità di Maria, che ci offrì la granita che consumammo (come Michael Corleone) ad uno dei tavoli davanti al bar. Conoscerla fu un'emozione che in me evocava epoche di cui avevo sentito solo raccontare. Quel giorno fu come se l'orologio del tempo non solo si fosse fermato, ma ansi fosse tornato indietro nella storia più bella.
Tornai tante volte a visitare mia cugina Maria, che, nonostante gli oltre ottant'anni mostrava una vitalità incredibile. Si dedicava (oltre al bar) anche alla campagna e all'orto, era una donna forte. "Chi ti pigghi?", mi diceva ogni volta che la venivo a trovare. Sublime, la sua granita con l'aggiunta di Zibibbo, ma non volevo che pensasse che volessi approfittarmi della sua bontà. Era contenta Maria, perchè, nonostante lei stessa dichiarasse "iò sugnu ranni", sperava di vivere ancora da godersi la crescita della sua Savoca. La cittadina collinare di Savoca che (soprattutto in estate) vede arrivare tantissimi autobus di turisti tedeschi, inglesi, francesi ecc. che venivano a visitare il paese e il suo storico bar. Maria fu intervistata da diverse TV, alle quali raccontò la sua orgogliosa storia. Addirittura, Maria sognava un futuro ancora migliore per Savoca ed i savocesi e, stimava il sindaco e quanti si stavano prodigando per dare lavoro ai paesani. Mia cugina Maria, era una donna meravigliosa.
In varie occasioni i suoi concittadini festeggiarono pubblicamente il suo compleanno. Numerosi regali le pervenirono negli anni anche dallo stesso regista Ford Coppola, (il quale, dopo averle offerto a suo tempo la parte della madre di Apollonia -la sposa di Michael Corleone- parte che Maria rifiutò seccamente perchè poco tempo prima aveva perso il fratello), e da attori come Al Pacino. Maria, che ospitò con tutti gli onori l'intera troupe del film "Il Padrino", e che mise a loro disposizione i già menzionati locali del bar (che fu chiamato proprio in quella occasione "Vitelli" e tale rimase il nome), di fronte ad un assegno in bianco offertole dal regista rispose: "non voglio nulla, è stato un piacere che voi abbiate scelto il mio paese per omaggiare la mia Sicilia". Maria era una donna umile.
Maria D'Arrigo, detta anche "a signurina Maria", la conobbi di persona solo alcuni anni fa. Ero a Savoca, perchè stavo facendo da cicerone a degli amici di Milano. Amici, anche loro come me facenti parte di una BdT. Quale prima tappa del nostro personale giro turistico storico monumentale avevo scelto proprio la città di Savoca. Quella mattina io e gli amici, eravamo già stati al Museo Etno Antropologico, (i cui oggetti antichi esposti al suo interno ebbi cura di descriverli ai miei villeggianti con minuzia di dettagli, così come tradussi diverse frasi scritte in siciliano ad essi allegati), andammo nelle catacombe del convento dei Frati Cappuccini a visitare i resti delle mummie... e poi, passammo a gustare la tipica granita al limone alla quale immancabilmente Maria non associava la classica briosche ma una tipica dolcissima e gustosissima "zuccarata". Mi disse con fare fra lo scherzoso e l'incuriosito: "a stu figgiolu iò 'llaia canusciri", poi aggiunse: "ma tu non si u figghiu di Ninetta?" Si, le risposi dopo un veloce ricostruzione del'intero albero genealogico. "Iò sugnu tò cucina!" Ebbi modo di apprezzare la grande disinteressata generosità di Maria, che ci offrì la granita che consumammo (come Michael Corleone) ad uno dei tavoli davanti al bar. Conoscerla fu un'emozione che in me evocava epoche di cui avevo sentito solo raccontare. Quel giorno fu come se l'orologio del tempo non solo si fosse fermato, ma ansi fosse tornato indietro nella storia più bella.
Tornai tante volte a visitare mia cugina Maria, che, nonostante gli oltre ottant'anni mostrava una vitalità incredibile. Si dedicava (oltre al bar) anche alla campagna e all'orto, era una donna forte. "Chi ti pigghi?", mi diceva ogni volta che la venivo a trovare. Sublime, la sua granita con l'aggiunta di Zibibbo, ma non volevo che pensasse che volessi approfittarmi della sua bontà. Era contenta Maria, perchè, nonostante lei stessa dichiarasse "iò sugnu ranni", sperava di vivere ancora da godersi la crescita della sua Savoca. La cittadina collinare di Savoca che (soprattutto in estate) vede arrivare tantissimi autobus di turisti tedeschi, inglesi, francesi ecc. che venivano a visitare il paese e il suo storico bar. Maria fu intervistata da diverse TV, alle quali raccontò la sua orgogliosa storia. Addirittura, Maria sognava un futuro ancora migliore per Savoca ed i savocesi e, stimava il sindaco e quanti si stavano prodigando per dare lavoro ai paesani. Mia cugina Maria, era una donna meravigliosa.
In varie occasioni i suoi concittadini festeggiarono pubblicamente il suo compleanno. Numerosi regali le pervenirono negli anni anche dallo stesso regista Ford Coppola, (il quale, dopo averle offerto a suo tempo la parte della madre di Apollonia -la sposa di Michael Corleone- parte che Maria rifiutò seccamente perchè poco tempo prima aveva perso il fratello), e da attori come Al Pacino. Maria, che ospitò con tutti gli onori l'intera troupe del film "Il Padrino", e che mise a loro disposizione i già menzionati locali del bar (che fu chiamato proprio in quella occasione "Vitelli" e tale rimase il nome), di fronte ad un assegno in bianco offertole dal regista rispose: "non voglio nulla, è stato un piacere che voi abbiate scelto il mio paese per omaggiare la mia Sicilia". Maria era una donna umile.
Ebbene, tre giorni fa, dopo un lungo periodo di malattia, che la aveva più volte costretta a letto, malattia alla quale aveva reagito sempre con coraggio tornando a lavoro dietro al suo banco del bar, Maria (all'età di 86 anni) ci ha lasciati. Avant'ieri -3 Agosto 2009- il funerale. Non ho mancare. Il saluto e la benedizione del parroco è avvenuto nella chiesa Matrice, fra tanti amici e parenti presenti dentro e fuori dalla chiesa. La banda musicale ha accompagnato la salma portata a spalla. La bara, giunta di fronte alla sua casa è stata rivolta verso l'ingresso per essere poi portata dentro il cortile del suo bar, per continuare infine il viaggio verso la sepoltura. Avevo con me la macchina fotografica, la videocamera integrata... ma non ce l'ho fatta ad usarla, (quella che vedete sopra l'ho rubata da internet e l'altra del bar l'avevo scattata quest'inverno, per realizzare un filmato su You Tube, che celebrasse Savoca città eterna), fotografare quei momenti, sarebbe stato come strumentalizzare un sentimento di profondo rispetto verso una donna vera. Una donna di fede. Addio cugina Maria!
Etichette: Racconti, Sicilia ieri e oggi
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