Roccalumera, S. Antonio in processione. La Piana ha (ri)detto si
Roccalumera - Siamo felici, S. Antonio ritorna ancora in processione, ma per dovere di cronaca, vi voglio accennare alcuni tratti salienti di una strana storia di paese. Tre anni fa, la statua di S. Antonio di Padova, proveniente dalla chiesa intitolata all'omonimo Santo, grazie anche al sollecito di una nutrita raccolta di firme, tornava ad essere portata in processione anche se solo nella via principale del paese. Una funzione sobria, (ripresa anche dalle telecamere di una emittente privata), che - dopo ben quarantatrè anni - per la gioia dei fedeli non solo roccalumeresi - arricchiva il giorno della festa di quello che, nella convinzione popolare avrebbe dovuto essere il Patrono. In realtà, proprio il sindaco Gianni Miasi, prendendo atto che una delibera che affermasse ciò non esisteva ancora, successivamente alla festa, si apprestava a farla sottoscrivere.
Tuttavia, e quì nasce l'inghippo, l'anno successivo - inspiegabilmente - la processione del Patrono S. Antonio di Padova, al contrario degli altri paesi limitrofi, al contrario anche di tutti gli altri Santi delle parrocchie di Roccalumera stessa... non veniva più svolta. Eppure, tale funzione, aveva (lo posso affermare perchè ero presente) rispettato scrupolosamente i canoni imposti dall'Arcivescovo. A differenza ad es. della processione della Madonna della Catena, il cui pellegrinaggio per vie e viuzze trascorre (ancor oggi), fra le cinque e le sei ore, quest'ultima era durata poco più di due. A differenza ad esempio della processione della Madonna del Carmelo (cheppure, nella sua versione "a terra", ultimamente è stata drasticamente ridotta in tragitto e durata), che fa tutte le fermate richieste dai fedeli, quest'ultima, aveva addirittura, udite udite, le poche fermate segnate con delle icx bianche sull'asfalto. E allora? Perchè l'anno dopo... niente. Perchè il rifiuto dell'Arcivescovo Calogero La Piana? Beh! Misteri della mente umana! Una cosa posso aggiungerla io: il parroco Murolo, aveva già avvertito i fedeli, che quella era stata una occasione eccezionale!
Paradossalmente, proprio in questi giorni, dal contenuto della lettera di delibera del medesimo e magnanimo Arcivescovo, si intravvede un sentimento ecclesiastico perlomeno di circospezione. La lettera (che lo stesso parroco don Gaetano Murolo ha letto al termine della messa di Domenica scorsa), mette sull'out out i fedeli, ed intima il rigoroso rispetto di determinati canoni e regole, che, se non dovessero essere rispettati, porterebbe irrimediabilmente il Presule alla cancellazione della funzione per gli anni a venire. Solo alcuni esempi: nulla da eccepire sul punto che impone un vestiario sobrio e non succinto per i partecipanti al corteo, nulla da eccepire anche sulla durata della processione che non dovrà superare le due ore complessive, (!) sorvoliamo anche sul divieto di installare luminarie e di esplodere botti... cosa che (tutti sanno), viene abbondantemente fatta in tutte le feste religiose, mi è balzato immediatamente all'orecchio, il divieto di raccogliere denaro durante il tragitto e (ma forse quì non ho ascoltato bene), e di effettuare fermate. Ma sulle fermate per "baciarici i peti o santu" potrei non aver sentito bene. Insomma, a voler essere un tantino maliziosi, sembra che qualcuno sia andato nottetempo dall'Arcivescovo a comunicare chissà quali intrighi a carico di tale processione o di persone in essa coinvolte, che hanno portato a tale osservazione sotto una (mai vista in precedenza) lente di ingrandimento. Mah! Intanto, godiamoci questa benedetta festa, e magari chissà, se supereremo l'esame e non verremo invece bocciati, l'anno prossimo potremmo - oltre a festeggiare come si deve il nostro Santo Patrono - potremmo anche scoprire interessanti verità, attraverso rivelazioni da perte di qualche gola profonda.
Tuttavia, e quì nasce l'inghippo, l'anno successivo - inspiegabilmente - la processione del Patrono S. Antonio di Padova, al contrario degli altri paesi limitrofi, al contrario anche di tutti gli altri Santi delle parrocchie di Roccalumera stessa... non veniva più svolta. Eppure, tale funzione, aveva (lo posso affermare perchè ero presente) rispettato scrupolosamente i canoni imposti dall'Arcivescovo. A differenza ad es. della processione della Madonna della Catena, il cui pellegrinaggio per vie e viuzze trascorre (ancor oggi), fra le cinque e le sei ore, quest'ultima era durata poco più di due. A differenza ad esempio della processione della Madonna del Carmelo (cheppure, nella sua versione "a terra", ultimamente è stata drasticamente ridotta in tragitto e durata), che fa tutte le fermate richieste dai fedeli, quest'ultima, aveva addirittura, udite udite, le poche fermate segnate con delle icx bianche sull'asfalto. E allora? Perchè l'anno dopo... niente. Perchè il rifiuto dell'Arcivescovo Calogero La Piana? Beh! Misteri della mente umana! Una cosa posso aggiungerla io: il parroco Murolo, aveva già avvertito i fedeli, che quella era stata una occasione eccezionale!
Paradossalmente, proprio in questi giorni, dal contenuto della lettera di delibera del medesimo e magnanimo Arcivescovo, si intravvede un sentimento ecclesiastico perlomeno di circospezione. La lettera (che lo stesso parroco don Gaetano Murolo ha letto al termine della messa di Domenica scorsa), mette sull'out out i fedeli, ed intima il rigoroso rispetto di determinati canoni e regole, che, se non dovessero essere rispettati, porterebbe irrimediabilmente il Presule alla cancellazione della funzione per gli anni a venire. Solo alcuni esempi: nulla da eccepire sul punto che impone un vestiario sobrio e non succinto per i partecipanti al corteo, nulla da eccepire anche sulla durata della processione che non dovrà superare le due ore complessive, (!) sorvoliamo anche sul divieto di installare luminarie e di esplodere botti... cosa che (tutti sanno), viene abbondantemente fatta in tutte le feste religiose, mi è balzato immediatamente all'orecchio, il divieto di raccogliere denaro durante il tragitto e (ma forse quì non ho ascoltato bene), e di effettuare fermate. Ma sulle fermate per "baciarici i peti o santu" potrei non aver sentito bene. Insomma, a voler essere un tantino maliziosi, sembra che qualcuno sia andato nottetempo dall'Arcivescovo a comunicare chissà quali intrighi a carico di tale processione o di persone in essa coinvolte, che hanno portato a tale osservazione sotto una (mai vista in precedenza) lente di ingrandimento. Mah! Intanto, godiamoci questa benedetta festa, e magari chissà, se supereremo l'esame e non verremo invece bocciati, l'anno prossimo potremmo - oltre a festeggiare come si deve il nostro Santo Patrono - potremmo anche scoprire interessanti verità, attraverso rivelazioni da perte di qualche gola profonda.
Etichette: Religione, Sicilia ieri e oggi, Tradizioni Religiose
1 Commenti:
leggere l'intero blog, pretty good
Di Anonimo, Alle 23 novembre 2009 alle ore 03:14
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page