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lunedì 20 aprile 2009

I lunghi "tentacoli" di "Cosa Nostra"


Mafia, un termine che assieme a ndrangheta a camorra ed altre "correnti di assassinio", viene associato a "malavita organizzata". In realtà, quella che in sicilia chiamiamo "mafia" ha un solo nome che è "Cosa Nostra". Nel libro di Giovanni Falcone "Cose di Cosa Nostra", che tutti voi avrete letto -e del quale in questo stesso mio Blog, riporto (nel precedente post), alcune parti e considerazioni- si descrive fin nella psiche, il mafioso. Una struttura piramidale, quella di "Cosa Nostra", non a caso ispirata per grandezza e convinzione a quella ecclesiale. Struttura che si ramifica come una Piovra "termine famoso", in ogni genere di traffico e di affare. Nazionale ed internazionale.

Il Generale Dalla Chiesa, che ebbe a sconfiggere le Brigate Rosse, pur essendo persona assai accorta e scaltra, sottovalutò egli stesso l'impero mafioso nella sua vastità, al confronto del quale le suddette BR, erano solo un gruppo di scalmanati sognatori.

Mafia siciliana, (e nel mondo ne esistono di vario tipo e genere), significa politica, coinvolgendo la chiesa, ma in un modo che non facile comprendere o spiegare. Cosa Nostra è passato e presente, è... omertà, è... un PENSIERO radicato nella testa della gente.

Voglio però, percisare che: Quando io scrivendo difendo la Chiesa (e lo faccio spesso), io intendo difendere la Fede Cristiana. Troppo spesso infatti, la gente in balìa della confusione più totale, osservando sdegnata le tante vergogne che in questi ultimi tempi (ma non solo), sono state perpetrate da piccoli parroci di paese, siano esse dovute a figli illeggittimi, gozzoviglie, sesso, ricchezze o perfino pedofilia... infine confonde la chiesa di paese, la Chiesa di Roma e... l'unico Dio che essa dovrebbe rappresentare nei suoi preti, nei suoi vescovi, arcivescovi, cardinali e su fino al papa.

La nostra cara Sicilia, che ogni giorno sui giornali viene raccontata più da sconcertanti fatti di cronaca nera che da progresso, da opere di carità o di umanità e benessere, si avvia ad una nuova sfida che è l'Europa del dopo crisi. Ingessata dall'immobilismo, strangolata dal poco lavoro, forse è il caso che la nostra terra si interroghi se le parole che deve esternare lì dove serve, siano proprio quelle che ha sempre e per troppo tempo tenuto serrate in gola.

La mafia, ancora oggi, incute rispetto!
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Questo articolo
(con il titolo "Le lunghe "mani" di Cosa Nostra")
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Su Jonia News di Aprile: Pag. 30 Roccalumera:
intervista a Miasi di G. BonarRIGO

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