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martedì 18 novembre 2008

A Natale, facciamo pace coi nostri nemici









Quanto manca a Natale? Uuu! Avògghia! Eppure io vi dico che è già alle porte! Cominciamo a chiederci già adesso, cosa faremo di bello e di diverso in questo Santo Natale 2008! Di bello, a costo di apparire banale, proporrei di costruire un magnifico e tradizionale presepio. Anche l’albero va bene, ma il Presepe è (secondo me) il vero simbolo del Natale. Ma è innanzitutto la salute che auguro ad ognuno di noi, (sembra la solita frase fatta, ma senza di essa tutto il resto passa in second’ordine). Poi, non trascuriamo l’unione familiare, ieri come oggi come domani è sempre alla base di ogni rapporto costruttivo, di ogni condivisione di valori e di saperi, da essa, già dai cosiddetti “vecchi tempi”, è scaturito quanto di buono oggi si possa raccontare. Non so, se nelle scuole elementari ancora oggi viene detta quella frase che qualche maestro di appena una generazione fa, usava dire ai suoi alunni: -A Natale fate pace con i vostri nemici! Io, la ricordo bene quella frase, fu pronunciata anche nella mia classe. Allora, mi posi il quesito, e rovistai nella mia mente alla ricerca di chi potesse essere “un nemico da (re)incontrare” e con il quale (ri)allacciare i rapporti da tempo interrotti. La considerai una cosa estremamente seria, proprio perché da compiere a Natale, nella festa della Pace. Capitasse oggi, di pormi un arduo compito come questo, forse tenterei di passare alla cosiddetta “domanda di riserva”. Ma no, se a Natale non riuscirai a far pace almeno con una persona che ti ha fatto del male, avrai vissuto una festa senza alcun senso. Lo so, a questo punto, qualcuno di voi conoscendomi per avermi letto varie volte, starà già pensando: Adesso comincia a parlare di panettoni e di “panza”. Invece, vi parlerò della pubblicità natalizia. Almeno a pranzo e a cena la TV ci aggredirà ancora. Se non hai SKY, un film dura il doppio con la pubblicità al suo interno. A Natale, poi… profumi di marca, prodotti di bellezza, liquori, orologi, ma soprattutto telefonini. Sui telefonini è bombardamento mediatico anche quando non c’è alcuna festa, figuriamoci a Natale. Ci sono ben quattro compagnie e ognuna: propone, martella, e alla fine convince… non, che bisogna comprare il cellulare, (bisogna cambiarlo!) si, perché il telefonino ormai ce l’ha anche la cagnetta in casa, metti che è rimasta chiusa fuori… che fa abbaia, no telefona! Natale = regali. Quando a Gennaio incontrerai qualche amico o conoscente, senza dubbio il discorso prima o poi cadrà su: -Chi ti rregalaru a Natali? E tu, se di regali ne avrai ricevuti tanti e di tuo gradimento, bene, altrimenti… dirai: -Làssimi stari… chi Nartali tintu chi passài! A parte gli scherzi, la notte di Natale è anche la notte del cenone, ma vogliamo togliere la messa di mezzanotte? Beh! Forse fra qualche anno con la morìa di preti e con la carenza di vocazioni che c’è, per poter assistere ad una Messa di Natale, bisognerà percorrere chilometri fino a raggiungere l’unica chiesa “viva” rimasta.
Parliamo del pranzo del 25 Dicembre! Fra tradizione e grosso pensiero da togliersi. Avevamo all’inizio parlato, di recuperare un amico e di unione familiare… e a questo dovrebbe servire il pranzo del giorno di Natale. Altrimenti, fra “manciàti compàri e bivìti cummàri”, fra obesi che siamo, ci toccherà scontare gli eccessi delle feste o con una bella dieta o (nel peggiore dei casi) con un bel ricovero. Infondo, sono queste le contraddizioni del Natale, più o meno. Infatti, quando qualcuno ci vuol convincere che ci siamo evoluti, perchè le cose di una volta sono ormai “acqua passata”, in realtà crediamo soltanto di esserci adeguati ai tempi. Non siamo infatti più moderni di allora quando in classe i bambini vengono rimproverati se disegnano Gesù Bambino e vengono invitati a stampare renne. Non siamo più moderni di una volta, quando… ci compriamo il televisore al plasma o le casse Dolby Surround. Non siamo più moderni, neanche quando (nel giorno di festa), i nostri ragazzi non sono seduti a tavola con noi e non sappiamo neanche dove sono… “tanto sono ragazzi di oggi”. No, se rientriamo in queste ultime casistiche, non siamo moderni, ma ci siamo solo adeguati al peggio della società in cui viviamo. Tuttavia, il Natale anche per noi Cristiani, non è per tutti lo stesso. E, tolti coloro che proprio non hanno più che un tozzo di pane, o quattro cosucce da mangiare comprate o all’Hard Discount, o sono malati in un letto di ospedale proprio in quel giorno santo, tutti gli altri… potremmo fare di più per chi ha di meno!

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2 Commenti:

  • A Natale ... come a Pasqua, ma come in altre ricorrenze ... ed ora anche nelle (ostentate alla Fascista) parate di Stato e circostanze ufficiali, per non parlare di quando la gente comune va in televisione, TUTTI, o quasi, di giorno e pubblicamente siamo alla ricerca della “perduta” verginità morale, battendoci il petto ... mentre di notte, lontano da "occhi indiscreti", notoriamente battiamo (metaforicamente parlando, per carità) il marciapiede.

    Ovviamente, senza volere generalizzare, mi viene da immaginare che un popolo palesemente teatrante, ma anche incomprensibilmente autolesionista, come sembriamo oggi gli italiani, soprattutto noi meridionali, siciliani e messinesi, sarebbe da scritturare per un colossal dal titolo, "Io mento, tu menti, egli mente".

    Ma forse è pensando a questo film, che si è ispirata la Provincia di Messina per il suo sito:
    http://www.messinafilmcommission.it

    Di Blogger Adduso, Alle 19 novembre 2008 alle ore 07:53  

  • Dalle diverse mail lette a commento di questo post su vari siti... apprendo (con sommo rammarico), che tanta gente ha perso la fede, o quntomeno... mischia l'Altissimo... con le umane miserie. Natale, ad esempio, non è una "FAVOLA" ce l'abbiamo fatto diventare. Per chi ha veramente Fede, niente gli farà cambiare opinione sul Creatore, per chi NON ha Fede... basta un niente per dubitare di TUTTO!

    Di Blogger BonarRIGO, Alle 19 novembre 2008 alle ore 12:04  

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