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mercoledì 6 ottobre 2010

CONVEGNO A GIAMPILIERI "Istituto Scolastico Simone Neri": Radar per prevenire nuove catastrofi













GIAMPILIERI SUPERIORE (05 Ottobre 2010). Prima della conferenza stampa, Santi Trovato ha voluto accompagnare i suoi ospiti a visitare il territorio devastato dall'alluvione dello scorso 1 Ottobre, per mostrare loro, che chi ha sostenuto la tesi dell'abusivismo, o è in malafede oppure è un incompetente in materia. Ed in tema di frecciate, il presidente dei professionisti messinesi non ha risparmiato coloro i quali non hanno tenuto affatto conto delle professionalità locali, che sarebbero intervenuti con una tempistica diversa, anche in considerazione della conoscenza del territorio.
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Presso l'Istituto Scolastico intitolato all'eroe Pasquale Simone NERI, (sottocapo di Marina Militare - Medaglia d'Oro al Valore Civile - il quale salvò diversi suoi conpaesani prima di essere inghiottito dai flutti), presenti, oltre a numerosi tecnici e tanta gente anche diverse cameraman e giornalisti. Verso le 17:30 all'interno della palestra, ha inizio il Convegno sui Radar e sulla loro utilità.

Ing. Santi TROVATO (Presidente dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Messina). Ha introdotto i lavori ricordando che sarà intitolata una borsa di studio (per sempre), all'Ing. Luigi Costa. A aggiunto che tanti sono i cantieri aperti per la messa in sicurezza del teritorio colpito dall'alluvione dello scorso 1 Ottobre 2009, e che nel prosieguo sarà necessaria la presenza di Tecnici del luogo. Ha infine accennato al tema del convegno (i Radar), dicendo: "questi radar, saranno inseriti nel territorio messinese e potremo apprezzare il loro funzionamento, così da evitare che nuove vite umane vengano sacrificate".

On. Nanni RICEVUTO (Presidente della Provincia di Messina). L'onorevole Ricevuto non ha fatto mancare il suo intervento ed il suo messaggio che ha ribadito la presenza delle istituzioni. Ha detto: "mi domando, se verrà mai il il tempo in cui in questa provincia si potrà godere la bellezza di questo paesaggio. Da San Fratello è iniziato questo nostro percorso e all'indomani del disastro di Giampilieri ci siamo fatti una domanda: "è possibile sapere in anticipo la quantità d'acqua che si riverserà su un determinato territorio? Lo potremo fare attraverso questo radar! La Regione, al tempo non diede le risposte, adesso siamo in grado di salvare (grazie al radar) vite umane. Faremo la richiesta, io stesso la farò perchè questo deve essere il meccanismo per mettere in sicurezza il territorio".

Arch. Gianni ROLANDO (Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri). Inizia: "sono appena stato sui luoghi alluvionati della Liguria (terra in cui vive), mi rendo conto che un territorio più è bello più è soggetto a frane e alluvioni, quindi gli ingegneri devono trovare delle soluzioni. Sapere mezz'ora prima, un'ora prima quanta acqua arriverà quà, in un certo tempo, ciò unito alla conoscenza del territorio, può salvare vite umane. Magari, tanti di coloro che sono morti si sarebbero salvati. Dobbiamo avere il coraggio di richiedere interventi mirati. Attraverso questo (il radar), che è uno degli strumenti meno costosi, il nostro sforzo deve garantire la sicurezza di tutti".

Ing. Giuseppe DI NATALE (Presidente Assemblea dei Presidenti - Ordine degli Ingegneri di Ragusa). Afferma subito: "non voglio entrare in merito agli interventi fatti. Una parte della nostra categoria è stata a L'Aquila, pronta ad un sacrificio volontario e gratuito. Auspico un percorso breve per il raggiungimento dell'obbiettivo".

Prof. Giovanni PERONA (Politecnico di Torino). La disamina appare tecnica e mirata: "In base alle previsioni, che sia Climatologica o Metereologica, e che riguardi l'arco delle 24 piuttosto che le 48 o le 72 ore, ho bisogno di dettagli, di misure differenti e su aree più o meno vaste". Poi, parla di "Modelli Fluidodinamici climatologici differenti". Prosegue: "più o meno 200 anni fa, non si sapeva nemmeno se si potevano fare delle previsioni metereologiche. In passato ci si affidava esclusivamente al sistema militare. Anche oggi, è impossibile prevedere un movimento franoso. Parla di: Misure di pioggia; Campi di pioggia; Pluviometri; Dice: "questi ultimi forniscono informazioni locali ma non d'insieme, e poichè non bastano da soli, in futuro ci si affiderà alla rete satellitare". Il Professore, (aiutandosi con il maxi schermo) descrive per primo il Radar in Banda C (che in figura ricorda una sfera alta circa 6 o 7 metri), l'installazione di quali costerebbe molto e gli stessi darebbero un "campo di pioggia" bidimensionale. Lavorerebbero in un range di 200 chilometri ma con una bassa risoluzione, invece in un range di 120 chilometri la risoluzione sarebbe buona. Poi, il Prof. Perona spiega le caratteristiche dei cosiddetti RADAR PICCOLI decantandone le qualità. Dice: Questi, sono leggeri (circa 50 chili), misurano circa cinquanta centimetri di diametro per un'altezza di un metro e mezzo, non darenno problemi di inquinamento elettromagnetico, forniscono una trasmissione dei dati anche via telefonini se non anche attraverso una rete WI-FI e danno una presentazione meteo ogni minuto. I dati forniti dagli stessi, potranno essere poi utilizzati, ma dipende dall'uso che se ne vorrà fare. Aggiunge: Facile è la loro installazione e siamo pronti a fare dei Corsi per il loro corretto utilizzo".

Ing. Marco ALLEGRETTI (Presidente dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Asti). Il giovanissimo Ingegnere dice: "I Radar sono il primo anello della catena. Questi oggetti, di solito vengono installati per essere poi abbandonati a loro stessi. Quindi, servono tecnici qualificati che se ne occupino e che sappiano farne corretto uso. Prosegue: "bisogna coinvolgere gli Enti, in quanto questo è solo il primo anello della catena della prevenzione".

Aggiunte riprese da altri interventi: "In aggiunta ai meglio descritti RADAR a banda X, (hanno un raggio d'azione di 30 chilometri, il loro costo cadauno si dovrebbe aggirare sui 10.000 euro. Dovrebbero essere quattro in Sicilia), saranno installati anche sei pluviometri nella provincia di Messina per il monitoraggio delle fiumare, fra cui quella di Camaro... Le sirene già installate, (qualcuno dice che neanche funzionano), servono solo ad allarmare la gente".

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2 Commenti:

  • Mi preoccupa l’ultimo intervento, quello dello [[Ing. Marco ALLEGRETTI (Presidente dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Asti). Il giovanissimo Ingegnere dice: "I Radar sono il primo anello della catena. Questi oggetti, di solito vengono installati per essere poi abbandonati a loro stessi. Quindi, servono tecnici qualificati che se ne occupino e che sappiano farne corretto uso. Prosegue: "bisogna coinvolgere gli Enti, in quanto questo è solo il primo anello della catena della prevenzione"]].
    Trasposto alla nota ‘’cultura’’ dissimulatrice di Messina e provincia significa risaputamente che andrà tutto alla malora. Non credo quindi che questo sia il modo per affrontare questa come tante altre situazioni della zona. Bisogna guardare gli individui, chi sono, cosa pensano e cosa si aspettano, poi il territorio e le infrastrutture esistenti, quindi la cultura sociale, se solidale o individualista, e dunque programmare gli interventi con le forze locali e sociali rappresentative dei cittadini mediante dibattiti pubblici e chiari, facendo parlare tutti, e infine per carità, decidere. E il tempo non è che sia mancato oppure non ci sono le professionalità (caso mai il problema è trovarli intellettualmente onesti ed indipendenti). Ma se poi si pensa pure unicamente che , forse, anticipando tecnologicamente il maltempo si può stare tranquilli, è come credere che riempendo di cemento un terreno limaccioso si può stare certi che non si finisce con lo sprofondare. Sono per carità un modesto cittadino e profano, ma mi sembra a mio mero vedere che sia stato il classico convegno formalista e di circostanza per le (noi) allodole.

    Di Blogger Adduso, Alle 6 ottobre 2010 alle ore 15:57  

  • C'è un detto che recita: "Dare diamanti ai porci".
    Sia ben chiaro, non sono "porci" gli abitanti di Giampilieri e non siamo "porci" noi Jonici... ma forse il 'meccanismo' rimane quello che nei secoli ci ha visti soccombere per un 'pezzo di pane' e non per una tonnellata di diamanti.
    Adduso, hai ancora una volta letto nel mio pensiero. Proprio il giovincello di Asti, ha mostrato il fianco scoperto del domani e dopodomani di un intervento (se si farà, sarà l'ennesimo tampone o pezza), che probabilmente mancherà della più elementare manutenzione nonchè della coesione fattiva fra istituzioni per la messa in sicurezza del territorio.
    I Radar X, assieme alle stazioni meteo, rappresenterà solo "IL PRIMO ANELLO DELLA CATENA" dunque. E gli altri anelli?

    Per il momento mi fermo quì.

    Di Blogger BonarRIGO, Alle 6 ottobre 2010 alle ore 16:55  

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