Maltempo di inizio inverno. Riviera Jonica in tilt.
Stamattina, uscendo di casa in auto, ho percorso verso Santa Teresa un paesaggio apocalittico. Le onde del mare alte diversi metri, le ruspe al lavoro per liberare i fori della bretella sul torrente Pagliara (fra Roccalumera e Furci). Code all'ingresso dell'autostrada ME-CT, che ho appreso essere stata invasa da frane e addirittura da un fiume in piena nel tratto fra Sant'alessio e Roccalumera, con conseguente chiusura della stessa al traffico. La gravità dell'accaduto è stata riportata perfino dai TG di Canale 5 e dalla RAI.
Considerato quanto documentato da diversi siti jonici, (come in altri posti sfortunati d'Italia), e cioè che già la scorsa settimana, vari Comuni collinari sono stati messi in ginocchio da frane, smottamenti e perfio tagliati fuori dalle comunicazioni col resto del mondo per lunghe ore, mi viene da pensare che il fantasma del 25 Ottobre sia sempre in agguato sui nostri destini.
IL CAPO ALI'
Si sono mobilitati i Consiglieri Provinciali Nino Muscarello e Matteo Francilia, con interrogazioni al Presidente della Provincia Nanni Ricevuto, ma... ora che siamo tornati in emergenza, più che pensare a realizzare la tanto declamata via di fuga alternativa, si deve pensare a mettere almeno la rete sul costone roccioso là dove ancora manca. Galleria Paramassi? Più di un anno e mezzo fa, a Fiumedinisi, durante una fiera, sono stato invitato (assieme a tantissimi altri) a porre la mia firma e dettare i miei dati della Carta di Identità, proprio per attenzionare la gravità del "Caso" Capo Alì e accelerare la realizzazione della Galleria Paramassi. Che fine hanno fatto quelle firme?
TORRENTI JONICI
La loro pulizia (a quanto pare), non è compito di Sindaci ed amministrazioni comunali ma della Provincia. Qualche anno fa, forse preso da un raptus di follia, mi sono recato al Genio Civile di Messina per chiedere spiegazioni sulla manutenzione dei torrenti. Dopo un rimpallo di responsabilità e di stanze, mi è stato detto che... era stato stanziato un finanziamento per che cosa??? per rivestire un tratto di una parete interna del bastione lato Roccalumera... con lastroni di pietra naturale. Ma? Ma che il greto del torrente non poteva essere toccato. Alla mia insistenza, un ingegnere mi ha detto stizzito: "ma lei chi è?". Chiaramente voleva intendere: "che carica istituzionale ricopre, caro signor Bonarrigo, per fare tante domande?". Io ho risposto candidamente: "io sono solo un libero cittadino che ha la casa accanto al bastione del torrente di cui le chiedo informazioni". Infatti, se il greto del torrente si riempie anno dopo anno di terra e elettrodomestici, carcasse di auto e ogni altro tipo di rifiuti... la prossima piena potrebbe straripare a danno di noi residenti tutti.
Giorni fa, un mio caro amico mi rammentava inoltre che a monte del medesimo Torrente Pagliara, il bastione è interrotto in più punti e in qulche caso la parte che fuoriesce dal greto è alta un palmo. Molti sconoscono la gravità del problema e si sonnecchia, pensando: "è un problema di chi ci abita vicino". E invce no, da testimonianze da me raccolta da persone anziane, ho appreso che parecchi anni orsono una piena che straripò all'altezza della "Piana di Rocchenere", invase gran parte del paese.
LUNGOMARI JONICI
Costriti male, in tempi diversi, con tecniche differenti, oggi fatiscenti. In caso di mareggiate, tranne i brevi tratti (uno a Furci e uno a Santa Teresa di Riva), recentemente interessati da interventi finanziati dalla Comunità Europea, vengono invasi dalle onde che raggiungono le case fino al secondo piano. Il giorno dopo, paesaggi da dopo terremoto, ogni cosa è divelta, allagata, invasa dalla sabbia. C'è da considerare che in una stagione invernale, le mareggiate possono essere anche tre o quattro e così si spala sabbia per settimane. Per prevenire i danni, invece di costituire gruppi compatti che "bussino" alle porte di quelli che genericamente chiameremo "Potenti", nascono poi speculazioni e rimpallo di colpe. Sul banco degli imputati dei vari Comuni, la solita Maggioranza che tarda l'intervento e la solita minoranza che si erge a Robin Hood dei cittadini, tirando immantinente le somme e concludendo che è meglio che "quelli" vadano a casa. Non è un gioco di quartiere, amici miei!
Ci vorrebbe un serio piano intercomunale (se ne sarà certo discusso nelle sedute dell'Unione dei Comuni Jonici), fra i tanti Sindaci dei comuni ricadenti sulla costa, per l'adeguamento dei lungomari (e non parliamo del rischio erosione delle coste), al rischio mareggiate. E per adesso, mi fermo quì.
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Considerato quanto documentato da diversi siti jonici, (come in altri posti sfortunati d'Italia), e cioè che già la scorsa settimana, vari Comuni collinari sono stati messi in ginocchio da frane, smottamenti e perfio tagliati fuori dalle comunicazioni col resto del mondo per lunghe ore, mi viene da pensare che il fantasma del 25 Ottobre sia sempre in agguato sui nostri destini.
IL CAPO ALI'
Si sono mobilitati i Consiglieri Provinciali Nino Muscarello e Matteo Francilia, con interrogazioni al Presidente della Provincia Nanni Ricevuto, ma... ora che siamo tornati in emergenza, più che pensare a realizzare la tanto declamata via di fuga alternativa, si deve pensare a mettere almeno la rete sul costone roccioso là dove ancora manca. Galleria Paramassi? Più di un anno e mezzo fa, a Fiumedinisi, durante una fiera, sono stato invitato (assieme a tantissimi altri) a porre la mia firma e dettare i miei dati della Carta di Identità, proprio per attenzionare la gravità del "Caso" Capo Alì e accelerare la realizzazione della Galleria Paramassi. Che fine hanno fatto quelle firme?
TORRENTI JONICI
La loro pulizia (a quanto pare), non è compito di Sindaci ed amministrazioni comunali ma della Provincia. Qualche anno fa, forse preso da un raptus di follia, mi sono recato al Genio Civile di Messina per chiedere spiegazioni sulla manutenzione dei torrenti. Dopo un rimpallo di responsabilità e di stanze, mi è stato detto che... era stato stanziato un finanziamento per che cosa??? per rivestire un tratto di una parete interna del bastione lato Roccalumera... con lastroni di pietra naturale. Ma? Ma che il greto del torrente non poteva essere toccato. Alla mia insistenza, un ingegnere mi ha detto stizzito: "ma lei chi è?". Chiaramente voleva intendere: "che carica istituzionale ricopre, caro signor Bonarrigo, per fare tante domande?". Io ho risposto candidamente: "io sono solo un libero cittadino che ha la casa accanto al bastione del torrente di cui le chiedo informazioni". Infatti, se il greto del torrente si riempie anno dopo anno di terra e elettrodomestici, carcasse di auto e ogni altro tipo di rifiuti... la prossima piena potrebbe straripare a danno di noi residenti tutti.
Giorni fa, un mio caro amico mi rammentava inoltre che a monte del medesimo Torrente Pagliara, il bastione è interrotto in più punti e in qulche caso la parte che fuoriesce dal greto è alta un palmo. Molti sconoscono la gravità del problema e si sonnecchia, pensando: "è un problema di chi ci abita vicino". E invce no, da testimonianze da me raccolta da persone anziane, ho appreso che parecchi anni orsono una piena che straripò all'altezza della "Piana di Rocchenere", invase gran parte del paese.
LUNGOMARI JONICI
Costriti male, in tempi diversi, con tecniche differenti, oggi fatiscenti. In caso di mareggiate, tranne i brevi tratti (uno a Furci e uno a Santa Teresa di Riva), recentemente interessati da interventi finanziati dalla Comunità Europea, vengono invasi dalle onde che raggiungono le case fino al secondo piano. Il giorno dopo, paesaggi da dopo terremoto, ogni cosa è divelta, allagata, invasa dalla sabbia. C'è da considerare che in una stagione invernale, le mareggiate possono essere anche tre o quattro e così si spala sabbia per settimane. Per prevenire i danni, invece di costituire gruppi compatti che "bussino" alle porte di quelli che genericamente chiameremo "Potenti", nascono poi speculazioni e rimpallo di colpe. Sul banco degli imputati dei vari Comuni, la solita Maggioranza che tarda l'intervento e la solita minoranza che si erge a Robin Hood dei cittadini, tirando immantinente le somme e concludendo che è meglio che "quelli" vadano a casa. Non è un gioco di quartiere, amici miei!
Ci vorrebbe un serio piano intercomunale (se ne sarà certo discusso nelle sedute dell'Unione dei Comuni Jonici), fra i tanti Sindaci dei comuni ricadenti sulla costa, per l'adeguamento dei lungomari (e non parliamo del rischio erosione delle coste), al rischio mareggiate. E per adesso, mi fermo quì.
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Etichette: Cronaca jonica, Degrado Sicilia
2 Commenti:
SALVE SONO ANNA MUSCARELLO , EDO CHE IN QUSTI GIORNI NON HA LE GIORNATE SERENE , VISTO CHE LA NATURA SI è RIBELLATA DAL INCURIA E DALL/AVIDITà DELL/UOMO AD INSISTERE A costuire , a scavare le montagne e stradicare gli alberi portanti di dadici e sostenamento del suolo.
un altra cosa importante da fare e pulire le fiumare mettre le canalette che indirizzano l_acquq verso il mare e non nel paese fragellando un intera comunità .
adesso la saluto e gli auguro un buon in bocca al lupo per tutto
salve a presto anna muscarello"
Di Anonimo, Alle 28 settembre 2009 alle ore 10:10
necessita di verificare:)
Di Anonimo, Alle 4 novembre 2009 alle ore 23:32
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