Il GRIDO (Il Blog su Roccalumera e... non solo)

giovedì 27 maggio 2010

La bretella fra Roccalumera e Furci sarà "abbattuta" come una bestia malata, ma...













Ormai tutti sono a conoscenza della "bella" notizia. "LA BRETELLA SARA' ABBATTUTA" DOPO L'ESTATE. Si, "ABBATTUTA" lo scriviamo con cognizione di causa, non scriviamo demolita ma "ABBATTUTA" come un animale malato o infetto.
In questa occasione non vi diremo per merito o colpa di chi (tanto ne abbiamo di tempo per scrivere ed approfondire nei minimi dettagli la tragedia), la tanto discussa e (anche e soprattutto dal sindaco di Roccalumera Gianni Miasi) "BRETELLA" che collega (unica nel suo genere, perchè gli altri lungomare sono ancora nel 2010 separati dalle fiumare come all'età della pietra), i lungomare di Roccalumera e Furci Siculo.
Paradossalmente, qualche cervellone delle istituzioni, (leggasi Genio Civile di Messina) pare che ne permetterà l'apertura al transito (caotico ed abbondante nella bella stagione) per favorirne il deflusso. Strano è, che altro burocrate abbia stabilito non il trasferimento di milioni di metri cubi di terra dal greto del tottente al ripascimento della spiaggia sottostante, ma, (adducendo pericolo incombente, ricordando le tragedie d'Ottobre), risolverebbe tutto con una bella demolizione definitiva (e non più costruzione di vero ponte, in quanto moneta non ce n'è) della stessa bretella.
Una postilla, però, ce la siamo permessa. Passeggiando qualche tempo fa sulle calle del torrente "Agrò", (certamente prima che il torrente ne facesse scempio), notavamo, fra le tante opere costate bei milioni di euro alla Comunità Europea... una bella passerella del tutto simile a quella "nostrana", che non era provvisoria ed anzi fu appositamente progettata in un apposito "discorso" di valorizzazione dell'area dell'Agrò assieme ad altre opere da un pool di ingegneri ed architetti della zona. Lì, si è pensato ai pedoni in quel caso, rivedtendola un'opera per nulla provvisoria infatti, rivestita con lastre di pietra naturale e completata con parapetti in tronchetti di legno.
Per il momento, rimanendo senza parole, invito a riflettere e ad agire, quanti fra coloro che ci leggeranno.

PRECISAZIONI:

La passerella non carrabile (nella foto) di cui ci siamo occupati in questo post, realizzata assieme ad altre opere sul torrente "Agrò", nasce su una struttura di per se errata. Sto parlando di "briglie" in cemento persistenti da oltre un ventennio che: esse si, hanno frenato e frenano il naturale deflusso delle acque a valle. Così si spiega l'arretramento progessivo della costa in particolare in quella zona (vedi Sant'Alessio Siculo), e via via negli anni verso Santa Teresa di Riva e... oltre.

LA BRETELLA CARRABILE di ROCCALUMERA: opera grossolana e provvisoria (che veniva realizzata per compensare la chisura a monte dell'unico ponte fra i due paesi), è il simbolo di qualcosa che manca ovunque fra lungomari, e cioè un collegamento viario per pedoni e automezzi. Anche dopo la sistemazione e l'adeguamento sismico del ponte all'uscita del'autostrada, essa ha costituito (a detta di tutti), un importante aiuto ai flussi automobilistici, in particolar modo nelle mergenze e nella stagione stiva. Quindi oggi, sarebbe corretto demolirla solo per realizzare di meglio (cioè un ponte che colleghi definitivamente i due lungomare), ciò magari unito ad un riassetto dei sensi di circolazione.
E' ovvio che essa, se dovesse permanere intasata nei suoi scatolari così come è adesso, sarebbe alle prime piogge sormontata dai flutti... nonostante la sua posizione molto a valle, anche provocando il passaggio delle acque sul nastro d'asfalto, (ma e concava proprio per questo motivo), non costituirebbe un pericolo nè per l'abitato nè per la gente dei due paesi. Ma proprio di abbassare il greto del torrente si è parlato a lungo in questi ultimi anni. La voce perfino di sindaci e di taluni Consiglieri provinciali (vedi Matteo Francilia e Nino Muscarello), haimè non è stata ascoltata. Anzi, possiamo aggiungere, che al sindaco di Roccalumera Gianni Miasi sarebbe stato intimato: "Se toccate voi una sola palata di terra, vi facciamo mettere le manette".

"ABBATTUTA". Per rispondere simpaticamente ad un mio "amico" che (su altro sito), ha obiettato sul termine, più appropriato in verità a bestiame o alberi, aggiungo: "Ne avevo già spiegato chiaramente in premessa il motivo. Ho usato "abbattuta", quale forzatura... per rendere più "umano" e quindi quasi cruento il gesto che si starebbe per compiere. Il solito triste gesto, imposto da coloro che se ne infischiano delle reali necessità del popolo e perfino delle raccolte di firme operate dallo stesso per affermare il proprio sacrosanto volere".
Giovanni BonarRIGO

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