Il GRIDO (Il Blog su Roccalumera e... non solo)

martedì 18 maggio 2010

Peppino Impastato, mi fa riflettere sui tre anni di questo blog












IERI SERA, presso il centro sociale "Giovanni Paolo II" di Roccalumera, si è svolto l’incontro-dibattito “Peppino Impastato, libertà d’informazione contro tutte le mafie” con Giovanni Impastato, fratello di Peppino. L’appuntamento segue di pochi giorni l’anniversario della morte di Impastato, ucciso dalla mafia a Cinisi il 9 maggio 1978, in occasione del quale sono state consegnate all’associazione che porta il suo nome, le chiavi dell’appartamento del boss Tano Badalamenti, poco distante dalla casa in cui abitava il giovane militante di democrazia proletaria.
Ci sono voluti 32 anni per compiere i “cento passi” e il circolo Jonico di Sinistra Ecologia e Libertà ne mantiene vivo il ricordo, invitando tutta la cittadinanza a partecipare. Si è iniziato alle 17:30 con la proiezione di un documentario informativo su Peppino Impastato, interroitto a metà, è avvenuto il dibattito con Giovanni Impastato e ad altri relatori al tavolo. Dibattito che sarebbe poi stato esteso a chiunque avesse voluto esprimere le proprie idee, in libertà.











Accorato l'intervento di Giovanni Impastato, (nella foto), fratello di Peppino Impastato, che ha ricordato l'impegno ed il sacrificio del fratello. Egli, ha sottolineato la lotta intrapresa da Peppino in tempi difficili e con mezzi molto limitati contro Don Tano Badalamenti, boss mafioso davanti al quale tanti si genuflettevano o chiedevano favori, e che invece dalla sua (RADIO AUT), Peppino lo sbeffeggiava denominandolo "Tano seduto". Giovanni Impastato, ha poi ricordato l'importanza della legalità, della libertà di stampa, (che ormai sarebbe imbavagliata sia sulle reti Mediaset e che RAI), e del rispetto degli articoli della Costituzione italiana, Legge dello Stato italiano conquistata a prezzo di infinite vite umane e sulla quale, ai tempi nostri, sono stati chiamati a giurare obbedienza principalmente coloro che la vorrebbero piegare al loro volere e cioè il nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Per Maurizio Parisi, (uno fra i relatori del convegno), la nostra società è piagata dal consumismo e manca della "spiritualità" che, laici o religiosi, ci fa preferire il profitto sul reale beneficio disinteressato verso l'altro.
Presenti in una gremitissima sala, anche il sindaco Gianni Miasi, l'assessore Santisi e l'arch. Antonio Garufi. Parte del documentario su Peppino, è stata trasmessa prima del convegno. Interessanti i contenuti, tratti anche da trasmissioni di RAI 3.












Ma, dalle righe di questo mio blog, adesso che abbiamo superato i tre anni di attività informativa, voglio aggiungere che: "Fin dalla messa in rete de "IL GRIDO" avevo compreso le immense potenzialità del dialogo su internet. Attraverso un semplice blog, infatti, più ancora che mediante sparute discussioni da bar o perfino a margine di convegni occasionali, era ed è possibile scambiare serenamente e costruttivamente opinioni, confrontarsi su temi della cultura e della politica al fine di un reciproco progresso, ogni giorno.
Purtoppo, le mie attese di dialogo (che nei primi mesi avevano visto l'assiduità di qualche figura consapevole e perfino qualche - seppur anonima - replica ai miei post), col tempo si sono rivelate vane ed inutili. E' con sommo rammarico, infatti, (nonostante la mia caparbia mi abbia portato a far realizzare un sito, denominato fogliodisicilia.it), che devo constatare di parlare al vento e con nessun riscontro pratico. E, se in occasione di qualche convegno ho accennato il mio pensiero su legalità e giustizia, proprio ieri, sono andato via prima che fosse data la parola al pubblico, in quanto ho ritenuto e ritengo che a tanta gente oggi come ieri, non interessi la verità ma da quale pulpito (ossia la posizione sociale che occupa il relatore), provengano le parole anche se NON vere.

La "resistenza" alle mafie, agli appalti truccati, alle ingiustizie sui più deboli, operata da Peppino, impastato gli è costata la vita. Il suo sacrificio fortunatamente non è stato vano, ma dobbiamo dire che fu poca cosa in contronto alle necessità di riscatto di una Terra, la Sicilia, che piange miseria e forte disoccupazione e sperequazioni sociali ancora oggi, eppure rimane ancorata in modi inconsapevolmente diffuso ad una struttura mafiosa ed amorale, che infetta il vivere quotidiano in una struttura piramidale la quale invita ancora l'individuo a sottomettersi al più forte per poi sottomettere a sua volta il più debole in un gioco di "favori" e non piuttosto alla rivendicazione dei legittimi diritti. Infatti, al convegno avrei dovuto dire che: "nonostante tutto, oggi, ansichè sovvertire un "sistema" radicato, per molta gente è preferibile adeguarsi ad esso, interpretandolo al meglio in un valzer di saltinbanchi, piuttosto che rivendicare una legittima meritocrazia. Non essendo stupidi, sappiamo che il Mondo intero gira da sempre in un modo spesso perverso e micidiale, tuttavia, (tornando alla nostra amata Sicilia), se uomini come Peppino Impastato, come i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e tanti tanti altri, hanno immolato la loro vita per l'ideale di recuperare la giustizia e legalità e ciò nell'interesse di una società più equa dove non regni il terrore, sottomissione e dipendenza, un motivo ci sarà stato".
Personalmente, più volte ho pensato di sospendere le ore di lavoro che lo scrivere (e non solo) su questo blog mi costa, ma poi ho detto a me stesso: "vivere nel silenzio e nell'accondiscendenza o rassegnazione totale agli eventi negativi, è come essere morti già da vivi. Parlando, ti farai degli amici e dei tremendi nemici. Ma, ne vale comunque la pena".
Giovanni BonarRIGO




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