L'Aquila, "PROGETTO CASE". Pro e Contro ad una presunta "IMPRESA", realmente foraggia compari
Di seguito riporto un pro ed un contro, relativo allla vicenda APPALTI POST TERREMOTO IN ABRUZZO.
Articoli che non relazionano fra loro. Per i PRO, la stessa firma (Alessandro Pagano), chiarisce che si tratta di un parlamentare del PDL, mentre per i CONTRO, il ragazzo che scrive fa parte di un Club il quale a sua volta fa capo al famoso giornalista Marco Travaglio...
RUTELLI: “IN ITALIA SI CROCIFIGGE CHI FA”
Alcune considerazioni in merito al presunto “scandalo Bertolaso”
1. Secondo quello che la gente comune pensa “Lo scandalo Bertolaso” è scoppiato per macchiare le grandi imprese realizzate dal Governo Berlusconi (i rifiuti a Napoli, il terremoto de l’Aquila, l’incendio di Viareggio e decine di altri casi) e che hanno reso celebre l’Italia nel mondo per le sue capacità nel saper affrontare e risolvere il caos.
2. Non esiste uno “scandalo Bertolaso”. Il capo della Protezione civile non viene coinvolto in alcun episodio che prefiguri un reato. Ha chiarito come due circostanze che lo tiravano in ballo sul piano strettamente personale fossero frutto di una lettura sbagliata e molto disinvolta delle intercettazioni. Ha ammesso da uomo onesto qual è, che qualcosa, nel vasto e sottostante mondo degli appalti per i grandi eventi, può essergli sfuggito; non per responsabilità diretta, certo. Ha messo a disposizione il proprio mandato, le dimissioni sono state più volte respinte.
3. Bertolaso ha anche avuto la pazienza e la cortesia di rispondere subito alle dieci domande di Repubblica, ormai un filone giornalistico non molto fortunato per la verità. Dieci domande poste da Eugenio Scalfari, e quindi paludate con tutta la solennità del caso. Poiché le risposte di Bertolaso andavano invece sul concreto, Scalfari non le ha gradite e – fatto assolutamente senza precedenti – le ha giudicate “non valide”. Insomma, ha fatto come quei bambini che dicono: non gioco più e porto via il pallone.
4. Appare sempre più evidente che non di “scandalo Bertolaso”, stiamo parlando, ma di un vasto giro di raccomandazioni e qualche intrallazzo in quel mondo, appunto sottostante, nel quale imprenditori privati (che non dipendono da Bertolaso o da Berlusconi) e un paio di dirigenti pubblici si scambiavano cortesie. Se lì ci sono estremi di reato, lo stabiliranno i processi.
5. I dirigenti pubblici non appartengono al centrodestra né sono stati nominati da questo governo, da Bertolaso o da Berlusconi. Significativa è proprio la carriera di Angelo Balducci, presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. L’uomo intorno al quale, sempre secondo i pm, ruoterebbe l’intera vicenda, colui che tesseva i rapporti con i costruttori. Ebbene, Balducci venne nominato nel 1996 durante il primo governo Prodi, su proposta del ministro “competente”, che allora era, Antonio Di Pietro. Nel ’97 gli venne affidata, dalla sinistra, la gestione commissariale per il terremoto in Umbria e Marche (la cui ricostruzione è ancora lì che aspetta). Nel ’98, ancora dall’Ulivo, è promosso provveditore alle opere pubbliche del Lazio, ed in questa veste affianca la giunta ulivista di Roma per i lavori del Giubileo. Citiamo dal Corriere della Sera del 17/02/2010: “Da qui in avanti qualsiasi sia il governo, con Bertolaso o no, Balducci tira dritto. Fino ad arrivare a mettere le mani anche sui 150 anni dell’Unità d’Italia: nel comitato per le celebrazioni di questo anniversario lo nominò l’allora ministro della Cultura, Francesco Rutelli”.
6. E’ un vero peccato che dettagli di questo tipo - certamente non trascurabili se si vuole vedere una matrice politica nello “scandalo” – sfuggano all’occhio vigile dei catoni di Repubblica. E che anche il Corriere li releghi in coda ad un articolo minore, seppure molto informato.
7. Proprio alla luce di tutto questo, un politico più accorto e meno viziato dal pregiudizio come Rutelli, che certo di destra non è, ha detto: “In Italia si crocifigge chi fa”. Rutelli, con onestà intellettuale, ha ricordato di aver voluto lui Bertolaso al suo fianco, di conoscerlo come “lavoratore onesto e integro”. Ed infine punta l’indice contro “l’invidia di coloro che combattono chi realizza”.
Insomma, Francesco Rutelli è stato onesto e non si è fatto cogliere da vuoti di memoria. Non così, finora, altri leader e politici della sinistra. A cominciare proprio da Di Pietro.
Alessandro Pagano
Oggetto: I BERTOLADRI DEI SOLDI NOSTRI
Articoli che non relazionano fra loro. Per i PRO, la stessa firma (Alessandro Pagano), chiarisce che si tratta di un parlamentare del PDL, mentre per i CONTRO, il ragazzo che scrive fa parte di un Club il quale a sua volta fa capo al famoso giornalista Marco Travaglio...
RUTELLI: “IN ITALIA SI CROCIFIGGE CHI FA”
Alcune considerazioni in merito al presunto “scandalo Bertolaso”
1. Secondo quello che la gente comune pensa “Lo scandalo Bertolaso” è scoppiato per macchiare le grandi imprese realizzate dal Governo Berlusconi (i rifiuti a Napoli, il terremoto de l’Aquila, l’incendio di Viareggio e decine di altri casi) e che hanno reso celebre l’Italia nel mondo per le sue capacità nel saper affrontare e risolvere il caos.
2. Non esiste uno “scandalo Bertolaso”. Il capo della Protezione civile non viene coinvolto in alcun episodio che prefiguri un reato. Ha chiarito come due circostanze che lo tiravano in ballo sul piano strettamente personale fossero frutto di una lettura sbagliata e molto disinvolta delle intercettazioni. Ha ammesso da uomo onesto qual è, che qualcosa, nel vasto e sottostante mondo degli appalti per i grandi eventi, può essergli sfuggito; non per responsabilità diretta, certo. Ha messo a disposizione il proprio mandato, le dimissioni sono state più volte respinte.
3. Bertolaso ha anche avuto la pazienza e la cortesia di rispondere subito alle dieci domande di Repubblica, ormai un filone giornalistico non molto fortunato per la verità. Dieci domande poste da Eugenio Scalfari, e quindi paludate con tutta la solennità del caso. Poiché le risposte di Bertolaso andavano invece sul concreto, Scalfari non le ha gradite e – fatto assolutamente senza precedenti – le ha giudicate “non valide”. Insomma, ha fatto come quei bambini che dicono: non gioco più e porto via il pallone.
4. Appare sempre più evidente che non di “scandalo Bertolaso”, stiamo parlando, ma di un vasto giro di raccomandazioni e qualche intrallazzo in quel mondo, appunto sottostante, nel quale imprenditori privati (che non dipendono da Bertolaso o da Berlusconi) e un paio di dirigenti pubblici si scambiavano cortesie. Se lì ci sono estremi di reato, lo stabiliranno i processi.
5. I dirigenti pubblici non appartengono al centrodestra né sono stati nominati da questo governo, da Bertolaso o da Berlusconi. Significativa è proprio la carriera di Angelo Balducci, presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. L’uomo intorno al quale, sempre secondo i pm, ruoterebbe l’intera vicenda, colui che tesseva i rapporti con i costruttori. Ebbene, Balducci venne nominato nel 1996 durante il primo governo Prodi, su proposta del ministro “competente”, che allora era, Antonio Di Pietro. Nel ’97 gli venne affidata, dalla sinistra, la gestione commissariale per il terremoto in Umbria e Marche (la cui ricostruzione è ancora lì che aspetta). Nel ’98, ancora dall’Ulivo, è promosso provveditore alle opere pubbliche del Lazio, ed in questa veste affianca la giunta ulivista di Roma per i lavori del Giubileo. Citiamo dal Corriere della Sera del 17/02/2010: “Da qui in avanti qualsiasi sia il governo, con Bertolaso o no, Balducci tira dritto. Fino ad arrivare a mettere le mani anche sui 150 anni dell’Unità d’Italia: nel comitato per le celebrazioni di questo anniversario lo nominò l’allora ministro della Cultura, Francesco Rutelli”.
6. E’ un vero peccato che dettagli di questo tipo - certamente non trascurabili se si vuole vedere una matrice politica nello “scandalo” – sfuggano all’occhio vigile dei catoni di Repubblica. E che anche il Corriere li releghi in coda ad un articolo minore, seppure molto informato.
7. Proprio alla luce di tutto questo, un politico più accorto e meno viziato dal pregiudizio come Rutelli, che certo di destra non è, ha detto: “In Italia si crocifigge chi fa”. Rutelli, con onestà intellettuale, ha ricordato di aver voluto lui Bertolaso al suo fianco, di conoscerlo come “lavoratore onesto e integro”. Ed infine punta l’indice contro “l’invidia di coloro che combattono chi realizza”.
Insomma, Francesco Rutelli è stato onesto e non si è fatto cogliere da vuoti di memoria. Non così, finora, altri leader e politici della sinistra. A cominciare proprio da Di Pietro.
Alessandro Pagano
Oggetto: I BERTOLADRI DEI SOLDI NOSTRI
Sul piano dell'antropologia culturale si è spesso notato come esista in Italia quello che si potrebbe chiamare un "familismo amorale allargato". Chi ne è all'interno percepirebbe lo Stato e la società civile come qualcosa di radicalmente altro da sé e dal proprio microcosmo. La vera comunità da preservare sarebbe solo la famiglia, l'albero genealogico delle proprie clientele, il gruppo di appartenenza dominato da uno specifico diritto consuetudinario.Tutto ciò non corrisponde necessariamente ma è in stretta correlazione con il fenomeno corruttivo dilagante. Il fenomeno si presenta disomogeneo con caratteristiche diverse dal Nord al Sud del paese. E' indubbio che i vincoli familiari in Italia sono molto tenaci, sicuramente più stringenti di quelli di cittadinanza. Questo non sarebbe un difetto se molti, per fare i propri interessi, non ritenessero giusto violare la legge. La situazione diventa assai grave per quanto concerne la criminalità organizzata. E' stato notato che nella piana di Gioia Tauro la 'ndrangheta celebra il 70% dei matrimoni tra neo-coniugi appartenenti entrambi a famiglie mafiose. Probabilmente l'uso del ramo femminile della famiglia costituisce un'eco di ciò che per secoli hanno fatto le famiglie aristocratiche europee con un presciso scopo: consolidare le alleanze politico-militari. Il vincolo associativo è molto rafforzato dal vincolo di parentela.La stessa cosa avviene per la corruzione. Si prenda come esempio la condizione economica dei pubblici funzionari. Se sono onesti, non sono certamente benestanti; se sono corrotti, lo diventano rapidamente. Una domanda che sempre mi sono fatto è come facciano i loro familiari a non rendersi conto che in casa arriva molto più denaro del semplice stipendio. Sforzandosi un poco, si può credere che essi si illudano sul valore delle famigerate "consulenze" del coniuge, sulla remunerazione del suo lavoro nero. Questo però dà la sensazione dell'illegalità diffusa e della solidarietà del vincolo familiare. Purtroppo i familiari non prendono mai le distanze dal congiunto che scoprono corrotto. Non al momento della scoperta, quando i vincoli di solidarietà sono più che ovvi: neanche in precedenza. Non è noto il caso di un imputato i cui familiari l'abbiano ammonito o diffidato dal commettere reati magari con una presa di distanza. Pochi i casi di mogli che si sono separate dal marito corrotto. Noto è invece il caso di mogli che hanno denunciato il marito corrotto perché non passava loro un assegno degnamente consistente.E tra l'etica e la pelliccia che cosa prevale? Putroppo come ci insegnano i Bertoladri...la pelliccia!
Ivan Saltarel ha inviato un messaggio ai membri di Marco Travaglio fan club.
SOLO SU UNO DEI SETTE PUNTI DI ALESSANDRO PAGANO...
Ivan Saltarel ha inviato un messaggio ai membri di Marco Travaglio fan club.
SOLO SU UNO DEI SETTE PUNTI DI ALESSANDRO PAGANO...
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Al primo punto del suo artcolo (in alto), l'on. Pagano afferma che: "lo scandalo Bertolaso è scoppiato per macchiare le grandi imprese del governo Berlusconi". Sarebbe lungo discutere sui pro e contro di queste "imprese", ma accenniamo soltanto che a L'Aquila, in questi giorni sono gli stessi aquilani a formare cortei, ad appendere le chiavi di casa alla rete della zona rossa chiusa, a raccogliere con le carriole (simbolicamente) quantità di detriti dagli immensi cumuli di macerie da un centro storico nel quale il recupero non è ancora iniziato.
Al primo punto del suo artcolo (in alto), l'on. Pagano afferma che: "lo scandalo Bertolaso è scoppiato per macchiare le grandi imprese del governo Berlusconi". Sarebbe lungo discutere sui pro e contro di queste "imprese", ma accenniamo soltanto che a L'Aquila, in questi giorni sono gli stessi aquilani a formare cortei, ad appendere le chiavi di casa alla rete della zona rossa chiusa, a raccogliere con le carriole (simbolicamente) quantità di detriti dagli immensi cumuli di macerie da un centro storico nel quale il recupero non è ancora iniziato.
Le "Case di Berlusconi", sono si nate in emergenza, ma per snellire gli iter burocratici... li hanno saltati in toto. Così, magari, era facile foraggiare imprenditori amici degli amici. La cosa è sfuggita a Bertolaso? Può essere, se chi ha affidato gli appalti agli amici è posizionato ben più in alto del capo della Protezione Civile.
Sono contrario alle dichiarazioni di quella gente alla quale è stata donata una nuova casa e che si lamenta "perchè le lenzuola e gli stessi letti e mobili sarebbero tutti uguali come negli ospedali". Invece... a lamentarsi dovrebbero essere coloro che hanno perso il lavoro, che vivono ancora nella costa all'interno degli alberghi, e per i quali le "Case di Berlusconi" non bastano affatto. Così, con costi di molto inferiori, (un terzo), si scopre che sono state realizzate (e si continuano a realizzare in aree adiacenti alle zone terremotate e non distanti) dalla Protezione Civile, casette di legno munite di tutti i confort.
Molte poi sarebbero le case lesionate di fascia "A", "B" e "C", che non necessiterebbero di grandi interventi per ritornare agibili e così ospitare i loro proprietari. Insomma, il "PROGETTO CASE" era veramente l'unica soluzione percorribile? E infine, dire che in passato, appaltatori come Balducci avevano operato anche sotto Di Pietro Ministro... non li affranca dalle loro immense truffe perpetrate a danno di noi contribuenti italiani, ansi, meglio scoprirli oggi che mai. Intanto, ci sono (e ci saranno sempre), uomini pro e contro, ma Rutelli quante casacche ha cambiato in questi anni.
Giovanni BonarRIGO
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Leggi l'altro mio blog: "IOGEOMETRA"Sono contrario alle dichiarazioni di quella gente alla quale è stata donata una nuova casa e che si lamenta "perchè le lenzuola e gli stessi letti e mobili sarebbero tutti uguali come negli ospedali". Invece... a lamentarsi dovrebbero essere coloro che hanno perso il lavoro, che vivono ancora nella costa all'interno degli alberghi, e per i quali le "Case di Berlusconi" non bastano affatto. Così, con costi di molto inferiori, (un terzo), si scopre che sono state realizzate (e si continuano a realizzare in aree adiacenti alle zone terremotate e non distanti) dalla Protezione Civile, casette di legno munite di tutti i confort.
Molte poi sarebbero le case lesionate di fascia "A", "B" e "C", che non necessiterebbero di grandi interventi per ritornare agibili e così ospitare i loro proprietari. Insomma, il "PROGETTO CASE" era veramente l'unica soluzione percorribile? E infine, dire che in passato, appaltatori come Balducci avevano operato anche sotto Di Pietro Ministro... non li affranca dalle loro immense truffe perpetrate a danno di noi contribuenti italiani, ansi, meglio scoprirli oggi che mai. Intanto, ci sono (e ci saranno sempre), uomini pro e contro, ma Rutelli quante casacche ha cambiato in questi anni.
Giovanni BonarRIGO
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Etichette: POLITICA italiana
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