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lunedì 8 marzo 2010

Messina. Ospedale Piemonte. Assemblea anti chiusura













Messina. 08 - 02 - 2010. Aula Magna dell'ospedale "Piemonte". Ad iniziare i il dibattito è Silvano Arbuse, già conosciuto anche dai non addetti ai lavori per i suoi comunicati stampa su Facebook. Arbuse, presenta immediatamente il Primario dell'Ufficio analisi Giuseppe Falliti. Nuovo assunto ed in questo caso moderatore d'assemblea.

FALLITI inizia dicendo: "il motivo per il quale si vuole tenere in piedi l'ospedale non è per lo stipendio, ma per l'utente. Non c'è nessuna ragionevole certezza per il futuro, ma possiamo additare nella politica i responsabili delle decisioni su questa struttura. Con la scusa che non ci sono soldi. Vogliamo dare voce al popolo per tenere in vita questo servizio a i cittadini. Bisognerà "scavare" perchè tutte le strade percorribili allo scopo siano percorse.

CRISTINA FOTI (pubblicista) prende la parola: "voglio precisare che il Comitato spontaneo è apartitico e apolitico ed è presente su Facebook con 4405 iscritti in crescendo. Non solo, il Comitato vuole evitare la chiusura ma anzi vuole adeguare le strutture all'idoneità sismica. E' già prevista la ristrutturazione dei padiglioni 4, 5 e 6, per una spesa di 93.000 euro, che sarebbero stati stanziati per il 30% dalla Regione Sicili e per il restante 70% dalla Protezione Civile di Bertolaso. Inoltre, sono stati persi i fondi per un importo di ventuno milioni di euro (per la seconda piastra n.d.r.), fondi che potrebbero essere recuperati.

GIANLUCA NOVAC (avvocato e portavoce del comitato) inizia la sua arringa: "Anche l'indotto che ruota attorno all'ospedale è importante. Vorrei sapere il perchè di tutto questo accanimento nel voler chiudere una struttura che ospita ogni giorno migliaia di utenti. Gli altri ospedali messinesi sono pochi per soddisfare tutta l'utenza, e non tutti facilmente raggiungibili. Tra le 'belle parole' ascoltare, la trasformazione in Centro di Emergenza. Un contentino. Si trattano i messinesi come se avessero l'anello al naso".

Dal pubblico, interviene un dipendente e dice: "di assemblee come questa, negli anni passati se ne sono fatte tante senza risultati".

Interviene il moderatore FALLITI: "l'ospedale di Agrigento, on otto giorni se ne era decretata la chiusura perche la sua realizzazione sarebbe stata fatta con cemento depotenzia (visti i fatti de L'Aquila n.d.r.). Dopo l'opposizione della gente (qualcuno dice grazie all'intervento del giorno dopo di Angelino Alfano, n.d.r.), il tutto è rientrato nella normalità".
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Prende la parola il dott. MICELI, (che nell'ospedale lavora al reparo Endocrinologia): "Premetto che io sono prossimo alla pensione. Il caso di Agrigento ci deve far riflettere. Quì, già da tempo si parlava di riduzione dei posti letto. A poco a poco, perdiamo pezzi. Mercoledì, la strumentazione per la gastroscopia dovrà essere smontata per essere trasferita al Papardo. Al 30 Giugno, questa progressiva riduzione si dovrà concludere, lasciando pochi posti letto. Questo ospedale non è a norma, ma comincio a pensare che ci siano altre volontà, questioni che non sono chiare. Una volontà politica ben chiara in passato che volle realizzare le "piastre". Oggi non più. Andremo tutti al Policlinico, ospedale già intasato". Applausi.

Silvano ARBUSE, riprende la parola: "potrebbe esserci un sisma come già accaduto in passato, e questa struttura potrebbe rivelarsi indispensabile agli aiuti. In questi ultimi tempi, c'è stato un assordante silenzio da parte dei politici. E' stato chiuso il Centro prelievi esterno, da pochi giorni, e voglio ricordare che la rianimazione non ce l'ha nessuno, sono posti letto che costano 2.000 euro al giorno. Decidiamo di agire per proprio conto e di vigilare sugli atti. Su cinquecento ospedali, è possibile che chiude solo il Piemonte? Il sospetto è che se si scomoda il senatore Ignazio Marino, che da Roma, con la sua collega pardon Signora, viene a Messina fare il Killer. L'Ing. Sciacca, capo del Genio Civile, ha detto che i padiglioni 4, 5 e 6 possono essere messi a norma, e non stiamo parlando di ammodernamento. Giustamente la direzione non è stupida ed ha cercato di metterci una pezza. Perchè i sindacati hanno firmato? Richiederemo tutti gli atti, perchè i progettisti per la realizzazione della Seconda Piastra li abbiamo pagati. Apriremo una colletta popolare, l'Ospedale Piemonte si chiama "Piemonte" perchè fu realizzato grazie ad una colletta dei piemontesi. Adesso la colletta la dobbiamo fare noi per impedirne la chiusura". Applausi.

Dal pubblico seduto ai banchi, interviene una persona: "non vedo Consiglieri comunali, alle ore 17:00 verrà l'assessore regionale Rasso, persona arrogante che ha già detto in passato che la struttura è pericolosa".

Un nuovo intervento dal pubblico: "In questi lunghi anni, ci sono stati numerosi casi di lasciti da parte della gente a favore dell'ospedale, appartamenti, terreni, quadri... dove sono finiti?" Applausi e consenzi in sala.

Presente, interviene il rappresentante del Consiglio di quartiere: "come vedete qualcuno è venuto (dal comune n.d.r.). Secondo me, purtroppo, il Comitato si vuolesolo piangere addosso, io dico no alla colletta popolare, in quanto i cittadini pagano già il servizio nazionale. Sarebbe il fallimento della politica. Bisogna sondare la posizione dell'ARS".
Interviene ancora il moderaratore: "Dobbiamo convocare il sindaco".
Prende la parola avvicinatosi al tavolo del comitato un uomo che dice di essere un politico il quale fra l'altro dichiara: "a Messina un'altro ospedale ha già chiuso, il "Regina Margherita, non dimentichiamolo".
Giovanni BonarRIGO
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