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venerdì 31 agosto 2007

La Chiesa Normanna dei S.S. Apostoli Pietro e Paolo d'Agrò

LA MIA SEGNALAZIONE:
Quando si parla di Sicilia bella da visitare... di Sicilia ricca di un Patrimonio Storico-Architettonico e Culturale, ci si riferisce alla sconfinata quantità di "testimonianze monumentali", (non saempre curate e valorizzate), che la storia ha regalato alla nostra Isola. Molto spesso, riferendosi alla Sicilia, però, si fa il nome della sola Taormina, o tuttalpiù di Agrigento e della sua "Valle dei Templi", ma non si accenna mai ad un percorso, (ad esempio, "Castelli e Torri"), Beni Culturali presenti in grande quantità sull'Isola, che permetterebbe al turista di compiere un vero e proprio TOUR di Sicilia. Nel caso specifico, mi accingo a parlarvi di una rarità storica sita nel mio territorio. Per lunghi anni abbandonata a se stessa, e, adibita addirittura a stalla, poi a deposito e cantina, finalmente riscoperta dagli enti preposti e ben restaurata non più di dieci anni fa, oggi è resa fruibile al grande pubblico dei turisti. Sebbene non sia facile da raggiungere, causa il toruoso percorso collinare da percorrere con mezzo proprio... oggi viene costantemente visitata da (turisti fai da te), provenienti da ogni parte del mondo.

Casalvecchio Siculo, (ME).
La Basilica dei S.S. Pietro e Paolo d'Agrò, il monumento più importante dell’intera vallata e rappresenta anche l’elemento più caratterizzante degli otto Comuni d’Agrò:
Detta Basiliana per le sue origini attribuite ai monaci seguaci del santo, che alla morte di questo si sparsero nelle colonie della Magna Grecia, Calabria e Sicilia, per popolare e fondare monasteri.
Fu proprio durante la dominazione bizantina, dal 536 e per 5 secoli fino alla conquista araba, che la Sicilia si arricchì di molti monasteri Brasiliani.
L’origine della Basilica di S. Pietro e Paolo si presume quindi in quel periodo, presunzione che si deduce da un documento normanno del 1116 col quale il Gran Conte Ruggero I, (dopo la rivolta degli arabi, che l’avevano saccheggiata e distrutta), concesse ai brasiliani il permesso di riedificare la basilica nel luogo ove sorgeva già da vecchia data. Purtroppo la ricostruzione non potè essere ultimata, perché Ruggero scomparve prematuramente. Continuò l’opera il figlio Ruggero II (col Monastero brasiliano adiacente nel 1117), su richiesta del monaco Gerasimo. Successivamente, fu rinnovata nel 1172 dall’architetto Gherardo il franco, a seguito di un terremoto che nel 1169 la danneggiò gravemente. Dell’anno di ricostruzione, fa fedeuna scritta posta sull’architrave del portone d’ingresso dove, appunto, si legge in greco antico, . (Secondo la cronologia greca, la data si computava dall’origine del mondo che – sempre per i greci – risaliva a 5508 anni prima di Cristo. Perciò la data è riferita al 1172).
Stando, però, a quanto asserito da Lojacono, questi ultimi restauri si sovrappongono ad un organismo costruttivo già compiuto da un ignoto architetto che, nella struttura, creò una sintesi di tutti gli elementi originari dell’arte bizantina, araba e normanna.
La Basilica, per le sue caratteristiche architettoniche, è, “nel suo genere”, certamente il monumento più complesso della Sicilia normanna di quel periodo, e si può considerare fra i più interessanti della Sicilia e, senza esagerazione, del mondo.

Giovanni BonarRIGO

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