Il GRIDO (Il Blog su Roccalumera e... non solo)

mercoledì 21 luglio 2010

Roccalumera. Barbera (Carlo) per tutti in piazza. "Povira genti nui!"

Erano forse sei anni che Piazza Municipio di Roccalumera non ospitava l'artista di Teatro Carlo Barbera, dopo averlo visto calcare il palco esibendosi da mattatore, attore e regista in commedie esilaranti quanto interessanti dal punto di vista storico-filosofico davanti a platee di oltre mille persone.
Ieri sera, (come cambiano i tempi, sarà forse stata... la televisione?), il "Teatrista" nizzardo, pur avendo atteso per oltre mezz'ora oltre l'orario convenuto delle 21:00, ha visto ad attenderlo... una ventina di persone. Me compreso. In questa occasione, (dal titolo "Povira genti nui"), ci ha offerto "solo" se stesso, in una recita di ballate accompagnate dal suono della chitarra (insomma: iddu sa cantava e iddu sa sunava).
Quest'estate niente teatro all'aperto per Carlo. Come già l'anno scorso ha cambiato la strategia. Difatti, anche Roccalumera economizza come la quasi totalità dei Comuni Jonici, e poi c'è una concorrenza di "dilettanti allo sbaraglio" che perlomeno fanno stramazzare dalle risate e... chiedono pochi euro. Almeno speriamo.
Beh! Ma non era di questo che volevamo parlarvi, e nemmeno del fatto che poi di gente ne è venuta altra in piazza, fino a triplicare la scarsa presenza di amici di Carlo. Ciò di cui voglio parlarvi in questo post, è del tema dibattuto con forza (e forse con una malcelata punta di polemica), che è il degrado della civiltà in cui viviamo a fronte di una pur più che decente qualità della vita se raffrontata a quella dei nostri padri e dei nostri nonni.
Carlo Barbera, spinge sull'accelleratore della barzelletta cantata, per rimarcare in modo caricaturale un "SISTEMA" che privilegia (ora come cinquant'anni fa), "U SCECCU LAUREATU", oppure, mi scuso come ha fatto Carlo per i termini... espliciti: "U STRUNZU GALLEGGIANTI", "A ZOCCULA CHI MUSTRA I MINNI E SI'NNI VANTA"... Insomma, un mondo che pare girare al contrario, dove la mazzetta (o bustarella), la fa ancora da padrone sulla bravura, dove "La Legge è LEGGE" fino a quando... non ci si mette daccordo. Capisci a me! Insomma, ridiamoci sopra, ridiamoci ancora addosso, ma lo facciamo su noi stessi... "Povira genti nui", infatti.

E' quasi superfluo dire che: io straconoscevo (come forse la quasi totalità dei presenti di ieri sera), tutte le macchiette di Barbera. Insomma, roba risaputa e più volte ascoltata in giro per le piazze dei Comuni. E allora, Carlo, "NUI POVIRA GENTI (non tu, perchè ieri sera hai detto che te la passi bene, anche se hai una simpatia per i puvireddi), AVEMU 'OCCA SPIRANZA I CANCIARI, OPPURU, SCECCHI I BARDUNI IERIMU E I STISSI RISTAMMU, SULU CHI CANCIAU U PATRUNI?"
Concludo: Mentre ti buschi onestamente "qualche carta da cento euro" cantando e srotolando e, appendendo e poi (ri)arrotolando i tuoi manifestini e reciti e suoni, chissà... magari qualcuno aprirà gli occhi e ansichè (rassegnato) piangersi ancora addosso e farsi prendere in giro dai soliti "stronzi" politicanti (totalmente ignoranti ma sempre più scaltri), pretenderà un po' di più del classico piatto di maccheroni al ragù (o panino con la salsiccia), ED ESIGERA' SEMPLICEMENTE... UN FUTURO. UN FUTURO CERTO PER SE' E PER I PROPRI FIGLI. IN SICILIA!
Giovanni BonarRIGO




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