Il GRIDO (Il Blog su Roccalumera e... non solo)

venerdì 2 aprile 2010

Petizione popolare a Casalvecchio. IL RISCHIO NON E' PASSATO!

In questi giorni, una petizione popolare (inviata al Presidente della Provincia), per la messa in sicurezza della S.P. 23 BIS Misserio-Rimiti (vedi foto), del Comune di Casalvecchio Siculo è stata firmata dai casalvetini. In questa petizione si parla di: "grandissimi rischi di incolumità", di una stada ridotta ad un "colabrodo" da trenta se non da quartant'anni... si parla di numerose frane e smottamenti, di camion sprofondati in una voragine.
Insomma, il problema che dopo il primo ottobre (a proposito, ieri si compivano sei mesi dal disastro ed ancora i mezzi pesanti e gli autobus devono passare dall'autostrada, sic!), del dopo San Fratello, dei Comuni dei Nebrodi e mi voglio fermare quì, inquanto (come potete leggere sotto) i casi di frane e di pericolo stanno dilagando a macchia d'olio sul territorio siciliano. Con l'arrivo dell'estate, si dovrà fare ancora più attenzione e prevenzione agli incendi dolosi, che certamente hanno avuto la loro importanza e gravità nei fatti tragici che hanno portato morte e disperazione. Chiamiamolo pure ALLARME, si, ALLARME FRANE. Facciamoci sentire, perchè non si pensi come in un passato recente e remoto di tamponare il problema (e gabbare la gente), con pochi e frammentari interventi non risolutivi.

I DISSESTI RICORRENTI DI CASTELL'UMBERTO

Parte del territorio comunale di Castell’Umberto ubicato lungo il versante occidentale della dorsale che separa la Fiumara Fitalia dalla fiumara di Sinagra è stato interessato recentemente da dissesti come vaste aree dei Nebrodi. Le abbondanti precipitazioni piovose che dal 2009 hanno ripreso ad interessare la Provincia di Messina, dopo varie decine di anni di piogge meno abbondanti, hanno dato nuovo vigore alle inarrestabili modificazioni geomorfologiche che continueranno ad evolvere lungo i versanti costituiti da rocce prevalentemente argillose con una spessa copertura di alterazione.
I dissesti hanno particolarmente colpito la frazione di Sfaranda determinando seri danni ad edifici pubblici e privati e serie preoccupazioni negli abitanti che assistono, inermi, al continuo aggravarsi dei danni ai manufatti.
I dissesti che sono in atto a Sfaranda lungo il versante destro orografico della Fiumara Fitalia hanno precedenti storici che testimoniano le diffuse condizioni di instabilità e i precari equilibri geomorfologici che caratterizzano gran parte dell’area. Secondo vari storici anche nell’antichità i dissesti avrebbero causato la scomparsa di centri abitati e la formazione di nuovi nuclei.
Si ricordano le frane avvenute a cavallo fra il 1800 e il 1900 che causarono l’abbandono del vecchio centro medievale (oggi Castell’umberto Vecchio) e la conseguente costruzione del nuovo abitato rinominato in onore del principe ereditario Umberto I.
In seguito al sopralluogo multidisciplinare effettuato nell’area maggiormente interessata dai dissesti avvenuti tra la fine del 2009 e i primi mesi del 2010 e sulla base della documentazione tecnica resa disponibile dagli esperti locali e dal Collegio dei Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Messina,nonché dal supporto tecnico-scientifico dell’arch. Aveni, si sottolinea che tutto il versante sul quale insiste Sfaranda è caratterizzato da una fitta rete di canali e valloni che smaltiscono le acque superficiali in maniera incontrollata e prevalentemente senza adeguate sistemazioni idrogeologiche ed idrauliche.
Tale situazione favorisce la dispersione concentrata delle acque di ruscellamento in superficie e nel sottosuolo in siti a monte e a valle delle zone abitate. Il versante risulta interessato da dissesti antichi con cumuli di frana disseminati lungo il pendio. La copertura di alterazione è generalmente spessa e con scadenti caratteristiche geotecniche. Nei primi metri di sottosuolo si riscontra una diffusa circolazione di acqua specialmente da alcuni mesi. L’urbanizzazione si è sviluppata lungo il versante interessando zone con differenti caratteristiche geologiche, geotecniche e geomorfologiche probabilmente a causa di una non approfondita conoscenza preventiva delle caratteristiche geoambientali dell’intero versante, a monte e a valle.
I dati disponibili evidenziano che i dissesti che interessano vari manufatti sono ancora in evoluzione e che nell’area interessata vi è assenza di adeguate opere di consolidamento, drenaggio e raccolta e smaltimento delle acque superficiali e sotterranee proprio lungo il versante attualmente interessato dai movimenti franosi.
Nella fase attuale è indispensabile attivarsi per eliminare le infiltrazioni di acqua nelle fratture di superficie e realizzare una idonea regimentazione delle acque meteoriche.
Si ritiene necessario che il Comune si doti di una dettagliata cartografia geologica e geotematica e di una indagine geognostica che consenta di ricostruire l’assetto geologico e geotecnico del substrato anche in prospettiva sismica. Deve essere attivato, inoltre, un valido sistema di monitoraggio delle lesioni che interessano i manufatti e i terreni lungo tutto il versante.
Si sottolinea che vi è l’esigenza di acquisire le conoscenze geologiche e geotecniche, relativamente al territorio interessato dai fenomeni franosi, mediante l’esecuzione di indagini specialistiche, finalizzate alla ricostruzione del modello geologico geotecnico tridimensionale del sottosuolo di specifico interesse anche in prospettiva sismica.
L’acquisizione dei dati mediante le opportune indagini, e la loro interpretazione, oltre ad essere indispensabile per la ricostruzione tridimensionale del corpo di frana e per il monitoraggio della sua evoluzione consentirà una idonea progettazione degli interventi di messa in sicurezza; consentirebbe, inoltre, di prevedere e prevenire l’eventuale evoluzione del fenomeno dove insiste l’abitato.

Franco Ortolani
Ordinario di GeologiaDirettore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del TerritorioUniversità di Napoli Federico II

Giuseppe Aveni
Architetto – Dirigente Regione Siciliana
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