Carlo Cavicchi... (lettera) sulla politica italiana
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Caro Bonarrigo, le rispondo oggi perché ieri ero a Praga.
Se mi posso permettere, io sarei meno pessimista. Berlusconi dal 1994 è potenzialmente al potere. Ha vinto nel '94, non ha vinto nel '96 soltanto perché la Lega è andata per conto suo, ha rivinto nel 2001 e nel 2006 ha perso pur avendo più voti. Sono passati quattordici anni e in Italia non è arrivato nessun Mussolini. Le elezioni sono libere ed è la gente che lo vota, mica sono ordini che arrivano dall'alto; e questo fa una bella differenza da una dittatura.
La Sicilia mi sembra che stia cercando, per la prima volta, di risolversi i problemi in casa propria cercando di trovarsi da sola le risorse anziché puntare sull'assistenzialismo statale. Visto dal nord mi sembra un clamoroso passo in avanti. L'Mpa esiste da appena due anni, però pare avviato a ripercorrere le tappe che hanno fatto forte la Lega al nord: sarebbe un grave errore sottovalutare la spinta che parte dalla gente, dal territorio.
Mi sembra anche che queste lezioni abbiano chiuso un secolo politico, quello passato, portando avanti ragionamenti diversi, aggregazioni differenti e un nuovo modo di pensare alla politica. Il tempo dirà se sarà stato un bene oppure un male, ma se l'Italia ha votato in una maniera, optando per due blocchi anziché per venti o trenta, la scelta va rispettata. Evidentemente Berlusconi, che ha già fatto vedere chi è (nel bene e nel male a seconda delle opinioni, sia chiaro) ai più è andato bene, altrimenti non avrebbe vinto con tanto margine. Al nord lo hanno votato gli operai, mica i padroni dato che gli operai sono tanti di più. Qualcosa vorrà pur dire. Come lei sa io non ho votato perché nessuno, ma proprio nessuno mi convinceva. Ma io mi ritengo un privilegiato e per me può essere facile dire: non voto. I più bisognosi invece hanno necessità di credere in qualcosa: se in maggioranza hanno scelto così (al nord, al centro, al sud) bisogna rispettare l'accaduto. Si chiama politica reale, l'interesse dei più batte quello dei singoli.
Chiudo qui perché io non sono un politico, ma uno qualunque che prova a leggere i risultati senza la lente dell'ideologia. Sono un cattivo cittadino perché non voto, ma accetto sempre serenamente la scelta di quelli che a votare invece sono andati.
Cordialità
Carlo Cavicchi
direttore editoriale SportAutoMoto Srl.
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Io, ho replicato così:
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per le prime cure, ma... è solo l'inizio.
Etichette: POLITICA italiana, Solidarietà
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